La Prossemica: la comunicazione non verbale del corpo

Anna Rossoni

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Prossemica: cos’è e significato

Immagina di vivere in una grande bolla invisibile che condiziona le tue relazioni e i tuoi successi personali: ecco questo è il più vicino significato di prossemica.

Ma è davvero così?

Per certi versi si e, se non sai di cosa si tratta, forse ti basta sapere che tutti, e tutti i giorni, inviamo e riceviamo messaggi e contenuti proprio attraverso la “bolla” della prossemica.

“Come parliamo senza usare le parole.”

 Edward T. Hall, Antropologo

In questo articolo cercheremo di capire in che modo.

In famiglia, tra amici e sul luogo di lavoro: comunichiamo con le parole ma anche con il nostro corpo. 

Ma cos’è la prossemica?

Perché non ci rendiamo conto dei suoi messaggi e come possiamo imparare ad interpretarli?

Perché è così importante essere consapevoli della nostra comunicazione e di quella degli altri?

Alla terza domanda rispondiamo subito: tutti comunichiamo, e lo facciamo sempre con un obiettivo.

E lo facciamo senza magari rendercene conto o, al contrario, senza cogliere ciò che inconsciamente ci stanno comunicando le persone a noi vicine.

Certo, perché la comunicazione non sempre è verbale

Conoscere e controllare anche la propria comunicazione non verbale è un’arma potentissima, non soltanto per ottenere ciò che vogliamo, ma per costruire relazioni forti e durature, per comprendere il mondo che ci circonda e, perché no, anche il nostro mondo interiore: quello delle emozioni.

Se vuoi saperne di più sulla prossemica, scorri questo articolo.

  • Cos’è: definizione di Prossemica
  • Prossemica: etimologia
  • Prossemica: significato
  • Le 4 distanze della Prossemica
  • Prossemica: alcuni esempi 

Cos’è: definizione di Prossemica

All’interno della scienza della comunicazione, la prossemica è quella disciplina semiologica che analizza il modo in cui gli esseri umani utilizzano e percepiscono lo spazio per comunicare tra loro e costruire relazioni.

Questa branca della semiologia, ovvero lo studio dei significati, si occupa di studiare i gesti, il comportamento, e le distanze interpersonali, sia nel contesto della comunicazione verbale che non verbale, per coglierne i messaggi anche quando sono meno espliciti e chiari.

Gli studi di Hall sulla Prossemica

Fu l’antropologo Edward T. Hall ad osservare per primo che anche il corpo concorre alla costruzione della comunicazione non verbale e che, in particolare, lo spazio circostante una persona, spesso percepito come una “bolla” invisibile, ha un significato preciso e comunica un messaggio altrettanto chiaro.

Le modalità con cui gli individui percepiscono e utilizzano lo spazio fisico sono influenzate da fattori culturali, storici e sociali. Uno spazio fisico può essere vissuto e interpretato in modi diversi, sia che si tratti di un contesto domestico, lavorativo, politico o comunitario.

Edward T. Hall sviluppò la teoria della prossemica attraverso una serie di studi empirici condotti principalmente su soggetti nordamericani. Osservò che le persone tendono a mantenere una certa distanza tra sé e gli altri in modo inconsapevole, e che questa distanza varia a seconda del contesto sociale e del rapporto tra le persone coinvolte. 

La sua ricerca rivelò che lo spazio personale è influenzato da numerosi fattori tra cui:

  • abitudini socio-culturali
  • luogo
  • intenzioni

Una più “fredda” stretta di mano è, per esempio, ideale se ci troviamo sul luogo di lavoro, ma può risultare fuori luogo se dobbiamo salutare il vicino di casa.

Vale lo stesso per una stretta di mano tra due persone che hanno appena risolto un litigio, o tra due che stanno ancora discutendo.

Prossemica: etimologia

Il termine “prossemica” nasce intorno agli anni ‘60 dall’unione di due elementi.

La radice prox(imitas) deriva dal latino e indica la vicinanza o la prossimità. Questa radice si ritrova in molte lingue moderne con significati simili, come l’italiano “prossimo” e l’inglese “proximity”. 

Il suffisso –emics, utilizzato per formare il termine “prossemica”, è di origine greca e indica lo studio sistematico di un particolare ambito, come avviene in “fonemica” (lo studio dei fonemi) e “semantica” (lo studio dei significati).

Edward T. Hall, nel suo tentativo di comprendere e descrivere le dinamiche spaziali nelle interazioni umane, combinò questi elementi per creare una nuova disciplina. La scelta del suffisso -emics suggerisce un approccio scientifico e analitico, sottolineando la natura sistematica degli studi sulle distanze interpersonali.

Prossemica: significato in Psicologia

Hai presente la linea gialla che c’è vicino ai binari del treno?

Ecco, quella è esattamente la prossemica: l’arte della giusta distanza, la capacità di vivere la vita affrontando ogni situazione con il giusto distacco o, al contrario, la giusta vicinanza.

Questo è il vero significato di prossemica, perché ci aiuta a capire che non è solo uno strumento di comunicazione, ma un approccio alla vita, alla sfera emotiva e ai problemi che incontriamo.

La prossemica non è solo una forma di comunicazione non verbale, ma è anche e soprattutto una forma di relazione.

prossemica esempi

Allo stesso modo, infine, una stretta di mano può essere un saluto educato in alcuni paesi, mentre può essere meno compreso in altri che tendono a salutarsi con più calore.

La teoria della prossemica di Edward T. Hall si basa sull’idea che la distanza fisica tra le persone durante le interazioni sia un aspetto fondamentale della comunicazione non verbale. 

Hall ha suddiviso lo spazio interpersonale in quattro categorie principali:

  • Distanza intima
  • Distanza personale
  • Distanza sociale
  • Distanza pubblica

Ora che abbiamo approfondito cos’è la prossemica, cerchiamo di capirne il vero significato.

Come usarla a nostro vantaggio?

Come comprendere i messaggi del corpo di chi sta comunicando con noi?

Per farlo, occorre abbandonare per un attimo la teoria della comunicazione e immergersi nelle dinamiche di tutti i giorni: vediamo qualche esempio pratico.

Prossemica: alcuni esempi

Ad un colloquio di lavoro dovrei evitare di tenere le gambe incrociate?

Quando sarebbe meglio dare la stretta di mano?

Quel mio amico che continua a toccarmi mentre parla è proprio invadente…

Situazioni come queste sono tutti esempi di prossemica e di linguaggi del corpo che comunicano una situazione di agio, o al contrario disagio e distacco.

Vediamo alcuni esempi più concreti di prossemica nella vita di tutti i giorni.

Uno degli esempi più evidenti di prossemica si verifica negli ascensori. Spazi stretti e chiusi, dove gli individui sono costretti a stare vicini, spesso inducono un forte senso di disagio. Per mitigare questa sensazione, le persone evitano il contatto visivo diretto, preferendo guardare il pavimento o un angolo vuoto. Questo comportamento riflette un desiderio di mantenere uno spazio personale, anche quando le circostanze lo rendono fisicamente impossibile. In Europa, le persone tendono a formare un cerchio con la schiena appoggiata alle pareti, mentre negli Stati Uniti, ci si allinea di fronte alla porta, guardando avanti.

Sui mezzi pubblici, possiamo osservare vari modelli di occupazione dello spazio. Alcuni passeggeri si siedono con le gambe larghe, dominando lo spazio circostante, mentre altri si rannicchiano in un angolo, cercando di rendersi il più piccoli possibile. Questi comportamenti non solo rivelano il livello di comfort individuale, ma anche la percezione di invadenza.

Le emozioni influenzano notevolmente le distanze interpersonali. 

Una persona arrabbiata potrebbe avvicinarsi per esercitare un’intimidazione fisica. Al contrario, sul posto di lavoro, anche tra colleghi in confidenza, si tende a mantenere una distanza maggiore per preservare il rispetto professionale. Fuori dall’orario di lavoro, tuttavia, queste distanze spesso si riducono, riflettendo un cambiamento nella natura della relazione.

Ma ancora, quando siamo preoccupati o ci sentiamo dominati da qualcuno tendiamo a mantenere una certa distanza, anche visiva.

La cultura gioca un ruolo cruciale nella determinazione delle distanze interpersonali. 

In Italia e in molte culture collettiviste, il contatto fisico è comune e le distanze sono generalmente più ridotte. Abbracci e baci sulle guance sono la norma e riflettono un livello elevato di comfort con il contatto fisico. 

Tuttavia, questo comportamento può essere visto come invadente in culture dove la distanza interpersonale è maggiore e il contatto fisico è meno comune. Popoli dell’Europa settentrionale e del Nord America, ad esempio, tendono a mantenere distanze maggiori e tollerano meno il contatto fisico tra conoscenti.

In alcune regioni dell’India meridionale, le distanze che devono essere mantenute tra membri di caste diverse sono rigidamente stabilite. Gli appartenenti alla casta più bassa, i paria, devono mantenere una distanza di 39 metri dai bramini, la casta più elevata. Questo esempio illustra come le distanze non siano solo una questione di comfort personale, ma anche di struttura sociale e gerarchia.

Le 4 distanze della Prossemica

Edward T. Hall, antropologo di fama, ha condotto studi pionieristici sullo spazio interpersonale, identificando quattro distanze principali che le persone mantengono durante le interazioni sociali. 

prossemica distanza pubblica distanza sociale distanza personale distanza intima esempi

Queste distanze, o “zone”, variano a seconda del tipo di relazione e del contesto della comunicazione.

La Distanza Intima

La distanza intima si estende da 0 a circa 45 cm ed è riservata alle interazioni più personali e affettuose. Questo spazio è tipicamente occupato da partner romantici, familiari stretti e amici intimi. La vicinanza in questa zona consente il contatto fisico diretto, come abbracci, baci o bisbigli. La presenza di qualcuno in questa zona è accettabile solo se esiste una relazione di fiducia e affetto, poiché l’invasione di questo spazio può risultare sgradevole o invadente.

La Distanza Personale

La distanza personale varia da 45 a 120 cm ed è comunemente utilizzata nelle conversazioni con amici, parenti e conoscenti stretti. Questo spazio permette una certa vicinanza che facilita una comunicazione confidenziale e amichevole, pur mantenendo una distanza sufficiente a garantire un livello di privacy personale. La distanza personale è quella che si adotta durante incontri informali, feste o riunioni di famiglia.

La Distanza Sociale

La distanza sociale si estende da 1, 2 a 3 metri e caratterizza le interazioni formali o professionali. Questo spazio è tipico delle relazioni tra colleghi, conoscenti non intimi, o tra un insegnante e i suoi studenti. La distanza sociale permette una comunicazione chiara ed efficace, mantenendo una separazione fisica che riflette la formalità della relazione. In questo contesto, lo spazio contribuisce a definire i ruoli e a mantenere una certa professionalità.

La Distanza Pubblica

La distanza pubblica supera i 3 metri ed è utilizzata nelle situazioni in cui una persona si rivolge a un gruppo più ampio, come durante discorsi pubblici, conferenze o comizi. Questo spazio consente di comunicare con un’audience senza entrare in una relazione personale diretta con i singoli membri del pubblico. La distanza pubblica enfatizza la posizione e il ruolo del comunicatore, piuttosto che la relazione personale, e permette di raggiungere un numero maggiore di persone senza invadere lo spazio personale di ciascuno.

Prossemica: significato

Per capire il vero significato del linguaggio del corpo, dobbiamo prima interrogarci sul concetto di spazio: lo spazio che occupa e all’interno del quale i conflitti sociali che avvengono ci procurano disagio.

Esistono tre diversi tipi di spazio:

  • spazio fisso
  • spazio semifisso
  • spazio personale

Spazio Fisso

Lo spazio fisso è determinato da strutture permanenti che definiscono distanze e separazioni, come frontiere, la disposizione delle abitazioni in una città, e la configurazione delle famiglie. Queste strutture influenzano in parte le relazioni interpersonali. Ad esempio, il progetto delle Smart Cities e l’urbanistica moderna cercano di creare città che rispecchino la natura e promuovano l’ecologia e la sostenibilità, in modo da far sentire i cittadini più a loro agio nel loro ambiente.

Spazio Semifisso

Lo spazio semifisso è definito da oggetti mobili che possono essere spostati, come porte o sedie. Modificare questi elementi (aprire una porta, spostare una poltrona) può influenzare le nostre interazioni con lo spazio. Esistono due tipi di spazi semifissi: gli spazi sociofughi, che incoraggiano il movimento (come quando i supermercati riorganizzano i prodotti per invitarci a esplorare nuove aree), e gli spazi sociopeti, che promuovono la permanenza e facilitano l’interazione (come il divano di uno studio di terapia).

Spazio Personale

Lo spazio personale è la nostra “bolla prossemica“, uno spazio che non vogliamo venga invaso in luoghi come ascensori o autobus. Non ci piace essere toccati o abbracciati da sconosciuti. 

Insomma, ogni giorno viviamo una quantità di spazi infinita, e passiamo da luoghi di natura diversa in brevi attimi.

Questo ci porta a continui avvicinamenti ed allontanamenti, a “bolle di comfort” e zone di pericolo, a balzi da aree private e luoghi pubblici.

Il significato di prossemica è proprio questo.

Lo spazio prossemico è quell’insieme di comportamenti, gesti e messaggi che il nostro corpo compie in relazione al luogo e alle posizioni che occupa.

Attraverso lo spazio e la distanza che inconsciamente ci fa sentire a nostro agio, comunichiamo agli altri determinate informazioni: questo insieme di comunicazioni è definito prossemica.

Perché è importante conoscere la Prossemica?

È vero, a questa domanda abbiamo già risposto ancora prima di dare una definizione di Prossemica.

I suoi benefici sono però così tanti che non possono essere riassunti in poche righe: ecco perché ho deciso di chiudere questo articolo con alcune buone ragioni per cui dovresti 

approfondire lo studio della comunicazione, anche grazie alla conoscenza del tuo corpo e del linguaggio della Prossemica.

Prima di tutto una verità innegabile: è impossibile non comunicare.

Tutti e sempre comunichiamo, e lo facciamo anche quando scegliamo di non parlare.

La comunicazione si definisce infatti verbale, non verbale e paraverbale proprio perché in una relazione ogni aspetto comunica un messaggio, e conoscere ciò che il nostro corpo comunica è uno strumento fondamentale, personalmente e professionalmente.

In secondo luogo, la Prossemica è ciò che ci permette di leggere e interpretare correttamente ciò che ci stanno comunicando le persone attorno a noi, in relazione al contesto, al luogo e ai fattori socio-culturali.

I nostri rapporti sono un continuo compromesso tra spazi concessi e spazi negati, tra corrette scelte di comunicazione, tra regole e territorialità.

Migliorare la propria comunicazione non verbale è ciò che ci permette di gestire la sensazione di disagio e di rispettare la necessità di privacy e intimità, stabilendo confini invisibili intorno a noi.

Non solo.

In ambito professionale, la Prossemica permette di comunicare efficacemente, di avvalorare ciò che comunichiamo con le parole migliorando attenzione ed engagement, e soprattutto aiuta a rispettare ruoli e gerarchie tra collaboratori, organizzando lo spazio fisico e metaforico.

Studiare la prossemica è cruciale quanto padroneggiare la parola stessa.

La prossemica regola i rapporti interpersonali attraverso lo spazio circostante le persone. È indispensabile prestare attenzione ai segnali non verbali trasmessi dall’interlocutore, compresi quelli che indicano un desiderio di allontanamento o avvicinamento, e adattarsi a una distanza relazionale che rispetti le preferenze dell’altro.

In ultimo un’altra grande verità: ogni comunicazione è una forma di relazione.

La comprensione della prossemica è dunque fondamentale per migliorare le interazioni sociali, professionali ed educative. Favorisce una comunicazione più chiara, riduce i conflitti e aumenta il benessere generale. 

La Prossemica non coinvolge solo lo spazio fisico, ma è fondamentale in tutti i tipi di relazione, anche con noi stessi.

Insomma, i confini della Prossemica sono ciò che ci permette di trovare “il nostro spazio nel mondo”.

È importante ricordarsi che la prossemica non riguarda solo la distanza fisica, ma anche la postura, il contatto visivo, l’espressione del volto e altri elementi non verbali che possono influenzare la comunicazione, sia per “scaldarla” sia per rendere noto alla persona che abbiamo davanti se intendiamo o meno includerla nel nostro spazio personale e/o intimo.

Recentemente, nuove teorie hanno arricchito il campo della prossemica, introducendo termini e concetti innovativi che approfondiscono ulteriormente la comprensione delle relazioni spaziali.

Alcuni dei contributi più significativi descrivono come le distanze influenzano la modulazione della voce durante le interazioni, esaminano gli spazi intermedi tra individui non solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico ed emotivo e analizzano come le dinamiche temporali influenzano le distanze interpersonali, ad esempio come le distanze cambiano nel corso di una conversazione o in diverse fasi di una relazione.

Anna Rossoni

Dott.ssa Anna Rossoni laureata in Psicologia presso Università di Padova, specializzata in medicina Psicosomatica presso Università di Padova.

Iscritta all’albo degli Psicologi del Veneto n.3953 sezione A.

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