La Resilienza

Anna Rossoni

resilienza cos'è significato come svilupparla e frasi sulla resilienza

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Cos’è davvero la resilienza? È una dote innata o una capacità che si può allenare?

In Psicologia, la resilienza è molto più di una semplice “forza interiore”: è una risorsa preziosa che ci permette di affrontare le difficoltà, adattarci al cambiamento e ritrovare equilibrio anche dopo momenti complessi.

Se ti senti stanco/a, sotto pressione o hai l’impressione di dover sempre “tenere tutto insieme”, sappi che non sei solo/a. Forse è il momento giusto per scoprire come la resilienza può aiutarti davvero.

E allora, cosa significa essere resilienti? Da dove si comincia per diventarlo?

Concediti qualche minuto: qui sotto trovi le risposte che la Psicologia offre — chiare, pratiche e, soprattutto, umane.

Resilienza: cos’è e definizione

Resilienza: dal latino “re” e “salire” (rimbalzare di nuovo) è la capacità di un materiale di assorbire energia quando sottoposto a sollecitazioni esterne e di resistere alla deformazione permanente o alla frattura. La tendenza di un corpo a ritornare alla sua forma originaria senza subire danni irreversibili.

resilienza cos'è significato e come svilupparla

Il concetto di resilienza è oggi ampiamente diffuso e utilizzato in ambiti molto differenti, ma il suo nucleo semantico, la capacità di assorbire un impatto e ripristinare l’equilibrio, rimane costante.

  • In Biologia descrive la proprietà degli organismi viventi di autoripararsi, ovvero di recuperare funzionalità e integrità dopo un danno fisico o ambientale.
  • In Ecologia si riferisce alla capacità di un ecosistema di ristabilire la propria struttura e funzione dopo una perturbazione, mantenendo in equilibrio le interazioni tra specie e ambiente.
  • In Informatica la resilienza di un sistema informatico consiste nella sua abilità di continuare a operare correttamente anche in presenza di malfunzionamenti, attacchi o errori, preservando i dati e garantendo continuità.
  • In Sociologia viene utilizzato per descrivere la forza e la coesione di una comunità nel risollevarsi dopo eventi traumatici collettivi — guerre, crisi economiche, disastri naturali — ritrovando un nuovo equilibrio sociale e culturale.

In questo articolo vediamo il significato del termine resilienza in Psicologia, una capacità che va ben oltre la sua semplice definizione tecnica. Vedremo perché come coltivarla nella propria quotidianità, nei momenti di crisi come in quelli di calma apparente. Perché la resilienza non è solo “resistere”. È trasformarsi. È attraversare la difficoltà e uscirne cambiati.

Resilienza: significato (Psicologia)

La parola resilienza deriva dal latino resilire, che significa “saltare indietro”, “rimbalzare”. In senso figurato, il termine è stato adottato in ambito psicologico per descrivere la capacità di un individuo di fronteggiare eventi negativi, adattarsi al cambiamento, superare le difficoltà e proseguire il proprio cammino nonostante l’impatto di un trauma o di una crisi.

In Psicologia è resiliente chi ha la capacità di adattarsi positivamente a situazioni di stress, traumi, difficoltà o eventi negativi, recuperando rapidamente e senza perdere la propria stabilità emotiva. Non solo implica il ritorno a uno stato precedente di benessere, ma anche la capacità di trasformare l’esperienza dolorosa in un’opportunità di crescita e miglioramento.

Non si tratta, quindi, di una mera resistenza passiva agli urti della vita, ma di una trasformazione attiva del dolore in opportunità, dello sconforto in apprendimento, della crisi in evoluzione.

In un mondo che sembra muoversi a ritmi sempre più frenetici e imprevedibili, la resilienza è diventata una delle parole chiave del nostro tempo, una risorsa concreta che può fare la differenza tra chi crolla sotto il peso delle avversità e chi riesce, nonostante tutto, a rimanere in piedi e a crescere.

Ma come si è davvero resilienti? Come si pratica la resilienza?

Concediti due minuti e impariamolo in questo articolo.

cos'è la resilienza

C’è differenza tra resilienza e resistenza

A volte ci capita di usare le parole “resilienza” e “resistenza” come se fossero la stessa cosa. È comprensibile: suonano simili e, in apparenza, entrambe evocano forza, tenacia, capacità di fronteggiare qualcosa che ci mette alla prova. Ma se le guardiamo da vicino, soprattutto con lo sguardo della Psicologia, scopriamo che raccontano due modi molto diversi di stare nelle difficoltà.

La resistenza è restare fermi. È dire “non mi muovo”, anche quando la vita spinge, scuote, cambia direzione. È una forza che ci irrigidisce, che ci trattiene, che punta tutto sulla stabilità. Resistere, a volte, è necessario. Ma non sempre è sufficiente.

La resilienza, invece, è muoversi con la vita. È la capacità di attraversare la fatica senza perdere se stessi, ma anzi trasformandosi. È flessibilità, è riadattamento, è quella forza che non si spezza ma che si modella. Non significa “non soffrire” o “non cadere mai”, ma riuscire a rimettere insieme i pezzi – anche in modo nuovo – dopo che qualcosa li ha sparpagliati.

Immagina un albero durante una tempesta:

  • Se resiste senza piegarsi, può spezzarsi.
  • Se è resiliente, si flette, si adatta al vento… e poi torna su, forse un po’ cambiato, ma ancora vivo, radicato e capace di crescere.

Essere resilienti non vuol dire diventare invincibili. Significa imparare ad attraversare, ad ascoltare, a trasformare.

È una competenza, una risorsa che possiamo coltivare ogni giorno.

Cosa rende resilienti: i “fattori protettivi”

Essere resilienti non significa non cadere mai, ma avere la capacità di rialzarsi ogni volta. Non significa nemmeno mostrare qualche cicatrice in più, ma uscirne arricchiti di nuove esperienze e lezioni.

Nonostante il nostro augurio sia di vivere una vita serena, eventi simili, purtroppo, è prevedibile che accadano, sta semplicemente a noi scegliere come affrontarli.

Proprio questa inevitabilità è la nostra speranza: la resilienza non è un dono esclusivo di pochi, ma una qualità che tutti abbiamo la possibilità di sviluppare nel corso della vita, affrontando piccoli ostacoli o grandi difficoltà.

frasi sulla resilienza

Ma quindi cosa sono i “fattori protettivi”?

I fattori protettivi sono quei tratti, quelle risorse e quei comportamenti che ci rendono più forti, più predisposti all’adattamento e al superamento delle difficoltà.

Alcuni di noi ne hanno una predisposizione naturale, per altri, invece, non è così automatico. Per tutti, però, non si tratta di superpoteri ma di qualità che possono essere sviluppate.

I fattori protettivi possono essere di natura fisica, emotiva, psicologica o sociale.

Tra i più importanti troviamo:

  • Autostima: La fiducia nelle proprie capacità è uno degli aspetti più importanti della resilienza. Quando crediamo in noi stessi, siamo più motivati a affrontare i problemi senza lasciarci sopraffare. L’autoefficacia ci fa sentire che siamo in grado di influenzare gli eventi della nostra vita, piuttosto che esserne vittime.
  • Flessibilità emotiva e cognitiva: La resilienza richiede la capacità di adattarsi ai cambiamenti. Chi è emotivamente flessibile sa come regolare le proprie reazioni emotive e affrontare le situazioni in modo equilibrato, anche sotto stress. La flessibilità cognitiva ci aiuta invece a cambiare punto di vista, rivedere le proprie convinzioni e trovare nuove soluzioni a problemi che sembrano insormontabili.
  • Ottimismo: La resilienza non significa ignorare la realtà. Si tratta piuttosto di riconoscere le difficoltà e scegliere comunque di guardare al futuro con speranza. Gli ottimisti realistici non vedono il bicchiere mezzo pieno solo per abitudine, ma perché riescono a bilanciare la consapevolezza dei problemi con la fiducia che, nonostante tutto, la situazione possa migliorare.
  • Capacità di risoluzione dei problemi: La resilienza si alimenta anche di azioni pratiche. La capacità di affrontare le difficoltà in modo attivo, cercando soluzioni anziché rimanere bloccati nel problema, è una risorsa fondamentale per superare le difficoltà quotidiane e quelle straordinarie.
  • Locus of control interno: Si riferisce alla convinzione di avere il controllo sugli eventi della propria vita. Chi ha un locus of control interno tende a sentirsi più capace di influenzare il proprio destino, mentre chi ha un locus of control esterno si sente più soggetto a forze al di fuori del proprio controllo.
  • Senso dell’umorismo: Saper ridere, anche quando le cose non vanno bene, è una risorsa potentissima. L’umorismo aiuta a ridurre lo stress, alleggerisce le emozioni pesanti e consente di affrontare i momenti difficili con un sorriso.
  • Supporto sociale: Essere circondati da persone che ci sostengono, che ci ascoltano e che ci offrono il loro aiuto è una delle risorse più potenti nella resilienza. Le relazioni affettive non sono solo un conforto: sono una vera e propria protezione psicologica contro lo stress.

Cosa ci rende meno resilienti: i fattori di rischio

I fattori di rischio sono caratteristiche o condizioni che, al contrario dei fattori protettivi, ci espongono maggiormente a stress e difficoltà, riducendo la nostra capacità di affrontarli con successo. Se i fattori protettivi ci aiutano a rialzarci, i fattori di rischio, al contrario, possono ostacolare il nostro percorso di recupero.

Secondo lo studio di Werner e Smith (1982), i fattori di rischio che diminuiscono la resilienza si raggruppano in diverse aree, tra cui:

  • Fattori emotivi: Quando una persona ha difficoltà a gestire le proprie emozioni, la resilienza può essere messa alla prova. L’abuso emotivo, una bassa autostima e uno scarso controllo emotivo sono tutti fattori che indeboliscono la nostra capacità di affrontare le difficoltà. Chi non riesce a regolare le proprie emozioni o si sente incapace di affrontare i propri sentimenti sarà più esposto a reazioni eccessive, stress intensificato e maggiore vulnerabilità.
  • Fattori interpersonali: Le relazioni sociali giocate male possono essere una fonte di grande difficoltà. L’isolamento, il rifiuto da parte dei pari, la chiusura o la difficoltà a stabilire connessioni significative con gli altri sono fattori che, oltre a compromettere la nostra rete di supporto, alimentano anche la solitudine e la sensazione di abbandono, entrambe condizioni che indeboliscono la resilienza.
  • Fattori familiari: Un ambiente familiare disfunzionale o instabile è uno dei fattori di rischio più significativi. I conflitti familiari, un scarso legame con i genitori o la mancanza di comunicazione sana all’interno della famiglia possono minare la capacità di una persona di affrontare le difficoltà. La famiglia rappresenta il primo sostegno in molti momenti critici; se questo supporto manca o è danneggiato, le probabilità di sviluppare una resilienza forte diminuiscono.
  • Fattori di sviluppo: Alcuni fattori legati al proprio sviluppo, come le difficoltà di apprendimento, i disturbi attentivi o l’incompetenza sociale, possono aumentare la difficoltà nel fronteggiare situazioni di stress. Questi fattori non solo influiscono sulla capacità di una persona di adattarsi, ma compromettono anche la sua autostima e il suo senso di efficacia, creando un circolo vizioso che ostacola ulteriormente il superamento delle difficoltà.
resilienza cos'è e significato in psicologia

Come si sviluppa la resilienza 

In questo articolo spero di essere riuscita a trasmetterti con energia che la resilienza non è una qualità che si possiede o meno, ma una capacità che si può sviluppare e migliorare anche a piccoli passi. 

È un processo continuo che implica adattamento e atteggiamento positivo e proattivo, ma anche i giusti consigli e, se ne sentiamo la necessità, il giusto supporto.

Se ti stai chiedendo come diventare più resiliente, ecco alcuni piccoli passi che puoi iniziare a compiere già oggi stesso.

10 consigli per migliorare la resilienza e superare ogni difficoltà

Come possiamo lavorare sulla nostra resilienza? Cosa può aiutarti concretamente a sviluppare un atteggiamento resiliente?

10 piccoli passi sono il migliore inizio se, a questo punto, ti stai chiedendo cosa potresti fare davvero per uscire da questo articolo rafforzato/a.

Inizia così. 

  1. Accetta le difficoltà come parte della vita

Non cercare di evitare le difficoltà o negare la loro esistenza. La resilienza nasce dalla consapevolezza che gli ostacoli fanno parte della vita e che ogni sfida offre un’opportunità di crescita. Abbraccia il concetto che le difficoltà sono inevitabili e che puoi affrontarle con forza e determinazione.

  1. Non vedere difficoltà, ma lezioni 

Ogni difficoltà può offrire un’opportunità di crescita. Cerca sempre di trovare il significato nascosto in ogni evento negativo. Può essere un’opportunità per imparare qualcosa di nuovo su te stesso, sugli altri o sul mondo che ti circonda.

  1. Rifletti sulle esperienze passate

Ogni difficoltà che hai affrontato ha una lezione da insegnarti. Rifletti su esperienze passate, traendo insegnamenti da ciò che ti ha reso più forte. Questo ti aiuterà a vedere le difficoltà future sotto una nuova luce.

  1. Accogli le emozioni “negative” che provi

Impara a riconoscere le tue emozioni senza esserne sopraffatto. Non c’è nulla di sbagliato nel provare emozioni intense o “negative”, l’importante è imparare a gestirle. Adatta il tuo stato d’animo in base alla situazione, cercando sempre un equilibrio tra l’emozione e la razionalità.

  1. Quando si fanno intense, respira 

La resilienza si costruisce anche attraverso strategie pratiche per gestire lo stress e le difficoltà. Impara tecniche di rilassamento come la meditazione, la respirazione profonda o l’esercizio fisico, che ti aiuteranno a ridurre l’ansia e a rimanere centrato nelle situazioni difficili.

  1. Lascia andare le cose che non puoi cambiare

La resilienza non riguarda solo il recupero dalle difficoltà, ma anche il saper lasciar andare le cose che non puoi cambiare. Non rimuginare sul passato o su eventi che non puoi controllare. Accetta ciò che è stato, e concentrati su ciò che puoi fare oggi.

  1. Affronta le altre con autostima

Ognuno di noi ha delle risorse interiori che ci permettono di affrontare le sfide. Avere fiducia nelle tue capacità, nelle tue competenze, e nei tuoi valori è essenziale per sviluppare la resilienza. Lavora sulla tua autostima e sull’autoefficacia per sentirti più sicuro nei momenti difficili, perché hai tutte le carte per affrontarle.

  1. Coltiva il pensiero positivo

L’ottimismo realistico è un aspetto fondamentale della resilienza. Imparare a concentrarsi sulle opportunità che ogni difficoltà porta con sé, invece di focalizzarsi sui problemi, ti aiuterà a mantenere una visione positiva e proattiva della vita. 

  1. Cerca supporto sociale

La resilienza non è un viaggio che bisogna fare da soli. Le relazioni significative, che siano familiari, amicali o professionali, possono offrire il supporto emotivo di cui hai bisogno per affrontare i momenti difficili. Non temere di chiedere aiuto quando ne hai bisogno.

  1. Conta anche sul supporto professionale

A volte sentiamo la necessità di trovare un parere adeguato esterno, imparziale e sempre presente per ascoltarci. La Psicologia in questo c’è sempre, ed è il compagno migliore con cui affrontare un viaggio che fatichiamo a continuare da soli.

come sviluppare la resilienza

Come la Psicologia può aiutarti a diventare resiliente

La resilienza non è solo la capacità di resistere. È anche la possibilità di trasformarsi mentre si attraversa la fatica. Non sempre abbiamo tutte le risorse da subito, e va bene così: ci sono momenti in cui chiedere aiuto è già un atto di forza. Con uno sguardo esterno, con gli strumenti giusti e con la cura che forse non ci siamo mai concessi davvero, diventa possibile imparare a stare in ciò che accade senza perdere contatto con sé.

La psicologia può accompagnare proprio lì: dove la difficoltà diventa comprensibile, e da lì, più affrontabile. Se senti che è il momento di prenderti cura di come stai, esiste uno spazio per farlo, e io sono proprio qui per ascoltarti.

Anna Rossoni

Dott.ssa Anna Rossoni laureata in Psicologia presso Università di Padova, specializzata in medicina Psicosomatica presso Università di Padova.

Iscritta all’albo degli Psicologi del Veneto n.3953 sezione A.

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