Come superare un lutto: quanto tempo serve, le fasi e come farcela
Per la Psicologia, superare un lutto è un percorso personale che comprende alcune fasi ricorrenti.
Inizia con il comprendere cos’è un lutto, quali sentimenti fa nascere in noi, e come infine riuscire a conviverci, non evitando, dimenticando o rimuovendo, ma andando avanti, aggiungendo, ricordando.
Ho scritto questo articolo proprio per questo: per essere la guida di cui hai bisogno in un momento di dolore, per aiutarti a vivere il lutto con l’approccio della Psicologia, e soprattutto per accompagnarti nel percorso di superamento di una perdita.
Cos’è il lutto
Come persone, siamo il risultato di ciò che viviamo: successi e fallimenti, gioia e dolore, incontri e saluti ma anche unioni e separazioni.
Nonostante questa consapevolezza, socialmente tendiamo lo stesso a rifiutare il tema della morte, una parola che già così suona fredda, macabra e lontana da tutto ciò che invece è vita.
Un evento che non è solo tristezza e depressione, ma un evento che può anche lasciarci qualcosa.
Il lutto è un processo psicologico e affettivo di elaborazione della perdita di una persona o di un legame significativo.
Un lutto non si limita alla perdita legata alla morte, ma può riguardare ogni evento che comporta una separazione significativa, come una rottura affettiva, la perdita di un lavoro, il fallimento di un progetto, o la perdita della propria identità sociale.
Con lutto, quindi, ci riferiamo alla risposta naturale e umana alla perdita, che ha come scopo finale quello di aiutare l’individuo a riadattarsi alla vita senza la persona o il legame perso.
Questo processo è caratterizzato da una vasta gamma di stati mentali e reazioni emotive, che possono includere dolore, tristezza, rabbia, senso di vuoto, e disorientamento.
Il suo impatto può essere profondo e destabilizzante e, se vissuto male, può portare ad influenzare il benessere psicologico, fisico e sociale fino a diventare patologico.
Cos’è il lutto (in Psicologia)
Dal punto di vista psicologico, il lutto è visto come un processo di adattamento a una nuova realtà in cui la persona deve fare i conti con l’assenza, con la mancanza di qualcosa.
Il tempo necessario per metabolizzare questo processo può variare in base a molti fattori, tra cui il tipo di perdita, il legame con la persona o l’oggetto perso, le esperienze pregresse e il supporto sociale disponibile.
Le teorie classiche descrivono come le persone possano attraversare diverse fasi o stadi emotivi nel corso del lutto. Tuttavia, non esiste un percorso universale e lineare: ognuno elabora il lutto in modo personale.
Il lutto richiede tempo: se vissuto bene permette alla persona di riprendere il controllo della propria vita ma, nel caso in cui la persona non riesce a elaborare adeguatamente la perdita, può diventare patologico, portando a un prolungamento del dolore emotivo e a difficoltà nel reintegrarsi nella vita quotidiana.
Il motivo che mi ha spinta a scrivere questo articolo non è quindi mostrarti come superare un lutto dimenticandosene o evitandolo, perché è solo “trasformandolo” che questo momento può portare ad una crescita personale.
Se ne hai piacere, posso mostrarti come.
Quanto tempo ci serve per superare un lutto
Superare un lutto è un processo complesso, ma soprattutto personale.
Se ti trovi nel momento più delicato e ti stai chiedendo di quanto tempo puoi aver bisogno prima di riuscire a convivere con il dolore, sappi che la risposta è variabile ma che la fase acuta del lutto solitamente dura sei mesi.
La piena elaborazione in alcuni casi può estendersi fino a 18 mesi o più, a seconda della profondità della perdita e del supporto ricevuto.
Nel corso dei mesi, il dolore gradualmente lascerà spazio ad un accettabile equilibrio emotivo, segnato dal miglioramento dell’umore e dalla ripresa della quotidianità.
Durante tutto questo percorso, non giudicarti mai se avrai bisogno di più tempo, non esistono scadenze prefissate per la guarigione.
Poni il tuo impegno nell’agire attivamente per superare il lutto, non aspettare passivamente che passi da solo. In alcuni casi, infatti, il lutto può diventare irrisolto o patologico, bloccando la persona in uno stato di sofferenza cronica.
Le Fasi di un lutto
Le 5 Fasi di Kübler-Ross
Esistono alcune “fasi” che aiutano a capire come il nostro cuore affronta il dolore, e quali sentimenti probabilmente attraverseremo nel corso dei mesi.
Questi momenti chiave sono le cosiddette “fasi del lutto”, e tra i principali contributi troviamo teorie di Freud, Lindemann, Bowlby.
Questa è la teoria forse più conosciuta e applicata: le cinque fasi di Elisabeth Kübler-Ross.
Nel 1969, la psichiatra svizzera Elisabeth Kübler-Ross introdusse il modello delle cinque fasi del lutto per rappresentare il cammino emotivo che l’individuo attraversa nei diversi stadi di elaborazione del dolore della perdita di un caro.
1) Negazione e Rifiuto
La fase iniziale è caratterizzata dalla negazione dell’accaduto. In questa fase, il dolore è talmente intenso che la mente cerca di proteggersi rifiutando la realtà. Si tratta di una reazione naturale di difesa: “Non può essere successo a me”, “Non è possibile”. È come se si attivasse un meccanismo di autoprotezione per evitare il sovraccarico emotivo.
2) Rabbia
Quando la negazione cede, subentra la rabbia. In questa fase, la persona può sentirsi furiosa per l’ingiustizia della situazione. La rabbia può essere rivolta verso se stessi, verso la persona deceduta o verso il destino. Si cerca un colpevole, una ragione per giustificare la sofferenza. Questo stadio, pur doloroso, ha una funzione importante perché permette all’individuo di uscire dall’apatia.
3) Patteggiamento o Contrattazione
Dopo la rabbia, si cerca di trovare una via di mezzo tra la perdita e la vita che continua. Si può tentare di “negoziare” con il proprio dolore, sperando in una soluzione che permetta di alleviarlo. Questo può tradursi in pensieri del tipo: “Se avessi fatto questo…”, “Se solo fosse successo in modo diverso…”. Si cerca di riprendere il controllo della propria esistenza, anche se il dolore è ancora molto presente.
4) Depressione
In questa fase, la tristezza profonda prende il sopravvento. Il lutto viene vissuto nella sua piena consapevolezza, e il vuoto lasciato dalla persona amata diventa tangibile. Possono manifestarsi sintomi fisici come insonnia, emicranie, perdita o aumento di peso. È un momento cruciale in cui si inizia a realizzare la definitiva separazione dalla persona amata, e la sensazione di sconforto può diventare opprimente.
5) Accettazione
L’ultima fase rappresenta un punto di svolta. Non si tratta di “guarigione” nel senso classico, ma di accettare la perdita e trovare un nuovo equilibrio. La persona inizia a riprendere in mano la propria vita, senza dimenticare chi è venuto a mancare, ma accettando che la vita debba proseguire. Si ricostruiscono nuovi progetti e obiettivi, e si cerca un modo per vivere con il dolore, piuttosto che contro di esso.
Altre prospettive hanno contribuito alla comprensione del lutto.
Sigmund Freud parlava di tre fasi: diniego, accettazione e distacco. La sua visione si focalizzava sulla necessità di distaccarsi emotivamente dalla persona amata per poter andare avanti.
Lindemann descrisse il lutto in tre fasi principali: shock, cordoglio acuto e risoluzione. Questa visione evidenziava come la perdita si manifestasse attraverso reazioni fisiche e psicologiche, come l’assunzione di comportamenti simili al defunto o sensi di colpa.
John Bowlby, psicologo noto per i suoi studi sull’attaccamento, descrisse il lutto in quattro fasi: stordimento, struggimento, disorganizzazione e riorganizzazione. Bowlby sottolineò che il processo non è mai lineare e che ogni individuo può regredire o avanzare tra le fasi.
Cosa ci insegnano?
Queste fasi ci ricordano che non esiste un percorso univoco. Le persone possono sperimentare fasi sovrapposte, regredire o addirittura saltarne alcune.
Accettare i propri tempi e sentimenti è la chiave per attraversare questo difficile cammino emotivo.
L’importanza di elaborare un lutto
Ciò che sto per dirti è ciò che spero ti rimanga alla fine di questo articolo.
Nei momenti più difficili ricorda che il lutto non è solo una risposta emotiva alla perdita di una persona cara, ma è un passaggio che inevitabilmente la vita ci pone di fronte.
Il lutto non si limita a togliere, e superare un lutto non significa dimenticare il vuoto e il dolore che lascia.
Superare un lutto è un atto di resilienza che porta alla costruzione di un nuovo equilibrio, dove la memoria della persona scomparsa diventa parte integrante alla nostra quotidianità, senza bloccare il nostro futuro.
È importante non fuggire dalla sofferenza, ma attraversarla, dando spazio alle emozioni, per quanto difficili possano essere, senza sentirsi intrappolati in un passato in cui il dolore diventa un trauma irrisolto che pesa sul presente.
Quando questo avviene, il lutto viene integrato nella propria esperienza di vita, e smette di “togliere”, iniziando ad “aggiungere” il ricordo, la vicinanza emotiva e mentale con la persona amata.
Perché è così difficile superare un lutto
Superare un lutto, specialmente quando si tratta di relazioni profonde come quelle tra genitori e figli, tra marito e moglie o partner di lunga data, è estremamente complesso.
Quando una persona così centrale ci viene improvvisamente “tolta”, l’intero equilibrio della nostra esistenza crolla, generando un senso di vuoto che sembra incolmabile. Il dolore non è solo legato alla perdita dell’altro, ma anche alla perdita di una parte di noi stessi.
Nel caso di un genitore che perde un figlio, il dolore non si limita al vuoto lasciato dall’assenza, ma anche alla sensazione di un destino spezzato. È come se si fosse infranto l’ordine naturale della vita, in cui il genitore dovrebbe essere il primo a morire. Ogni giorno che passa diventa una continua riaffermazione di ciò che non potrà più essere, un futuro che non si realizzerà.
Per il figlio che perde un genitore, invece, la scomparsa rappresenta la fine di un punto fermo, di quella figura che ha sempre offerto protezione, stabilità e guida. Ci si trova improvvisamente soli, disorientati, senza radici, a dover affrontare il mondo senza quella presenza rassicurante che ha sempre fatto parte della propria vita.
La perdita di un amore o di un partner di lunga data porta con sé un tipo di dolore diverso, ma altrettanto paralizzante. Non si perde solo una persona, ma anche la routine condivisa, i progetti comuni, i piccoli gesti che facevano parte della vita a due. Ci si trova a dover affrontare una nuova realtà da soli, dove persino le attività più banali, come cucinare o guardare un film, possono diventare insostenibili perché ricordano costantemente l’assenza della persona amata.
In generale, spesso i motivi che rendono il superamento di un lutto più difficile sono:
- il dolore
- la solitudine
- lo smarrimento
- il senso di colpa
- la tendenza a superarlo da soli
Quest’ultimo punto è un aspetto fondamentale che spesso viene trascurato.
Molte persone pensano di dover “essere forti” o credono che parlare del proprio dolore non farà altro che prolungarlo. Spesso, c’è la convinzione di dover superare tutto da soli, quasi come se ammettere di avere bisogno di supporto fosse una forma di debolezza. Invece, proprio questa mancanza di condivisione del dolore può rendere il processo ancora più lungo e difficile. Senza il sostegno di familiari, amici o professionisti, il dolore rischia di rimanere intrappolato, senza trovare uno spazio di elaborazione adeguato.
Quando si tratta di un lutto improvviso
La difficoltà aumenta notevolmente se la morte avviene in modo improvviso.
Questi eventi inattesi lasciano poco tempo per “prepararsi” psicologicamente, innescando shock e confusione.
In questi casi, oltre al dolore della perdita, c’è spesso un trauma da elaborare che rende la guarigione ancora più lenta e complessa.
Alcune persone provano un profondo senso di colpa, credendo di non aver fatto abbastanza per la persona scomparsa, o che andare avanti significhi in qualche modo tradirla.
Spesso pesa il rimorso di non aver potuto salutare l’ultima volta la persona amata, di non averla ringraziata per quella cosa o di non averle perdonato l’ultimo litigio.
Il ricordo di una quotidianità così vicina che ora “non c’è più”, può portare a comportamenti disadattivi, come il rifiuto di accettare il lutto o l’eccessivo attaccamento a oggetti o luoghi legati al defunto.
Superare un lutto: come e dove trovare la forza
Superare un lutto è un viaggio che richiede tempo, pazienza, ascolto e comprensione verso noi stessi.
Un percorso che, da Psicoterapeuta, non posso che definire unico e soggettivo .
Tuttavia, esistono alcuni consigli fondamentali che mi sento di dare a chi sta vivendo questo momento per trarne tutto l’aiuto e la forza di cui ha bisogno.
- Mantieni una routine quotidiana
Quando tutto intorno sembra crollare, la stabilità di una routine può essere rassicurante. Continuare con le attività quotidiane, anche nelle piccole cose, aiuta a ridurre l’ansia e ti ricorda che la vita continua, passo dopo passo.
- Abbi pazienza con il tempo
Il lutto non ha una scadenza. Non esiste una tempistica prestabilita per “superare” una perdita. Ricorda che ogni piccolo passo verso la guarigione conta, anche quando non sembra. Con il tempo, il dolore diventa meno acuto e impari a vivere di nuovo, portando con te il ricordo di chi hai amato.
- Coltiva i ricordi positivi
È naturale soffermarsi sulla perdita, ma cercare di ricordare i momenti felici e i tratti positivi della persona amata può trasformare il dolore in un sentimento di gratitudine. Questi ricordi sono un ponte verso ciò che di bello quella persona ha lasciato nel tuo cuore.
- Non rinunciare a provare ancora emozioni
Non c’è un modo giusto o sbagliato di vivere il lutto. Ci saranno giorni in cui ti sentirai sopraffatto dalla tristezza, altri in cui proverai rabbia o confusione. L’importante è concederti il permesso di provare queste emozioni, senza giudicarle o reprimerle.
- Vivi il lutto come un’opportunità di crescita personale
Sebbene sia difficile da accettare nel pieno del dolore, il lutto può diventare un momento di profonda trasformazione. Le perdite ci costringono a rivedere le nostre priorità, a riflettere su ciò che conta veramente e a maturare una nuova consapevolezza di noi stessi e del mondo.
Soprattutto in questa fase, se si ritiene di aver bisogno di supporto o di consigli, parlare con uno psicoterapeuta può essere utile.
Elaborare il lutto non da soli, ma con un professionista, permette di esplorare sentimenti complessi e di trovare strategie per affrontare il dolore. Non è un segno di debolezza, ma di saggezza cercare aiuto.
- Il consiglio più importante
Quando mi capita di dover dare il mio supporto per superare un lutto, ricordo sempre quello che ora ti lascio come consiglio più importante.
Il lutto ci pone di fronte ad un bivio. Questo incrocio ci offre l’opportunità di piangere una persona amata perché ci separiamo da lei, o di continuare a camminare con il suo ricordo e i suoi insegnamenti al nostro fianco.
Se ora ti trovi ad affrontare un dolore così grande, ecco il mio consiglio.
Tieni con te tutto ciò che l’altra persona ti ha raccontato, insegnato, mostrato e fai in modo che questo tesoro ti arricchisca.
Perché è proprio vero che “nulla muore davvero nel cuore di chi ama”.