Sottone: chi è, significato e come smettere di farlo

Anna Rossoni

sottone cos'è significato e come smettere di esserlo

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Indice

Cosa significa essere un “sottone”?

Se ti stai chiedendo cosa significhi essere un “sottone” o uno “zerbino”, sappi che questo termine spesso usato per prendere in giro, nasconde dinamiche psicologiche molto più complesse di quanto sembri a prima vista.

Il significato del termine sottone, tra i giovani, è il seguente:

In questo articolo, però, andiamo oltre il suo significato superficiale, per capire da dove nasce questo comportamento, perché alcune persone si ritrovano in ruoli sbilanciati nelle relazioni, e soprattutto cosa può raccontarci tutto questo su insicurezze, autostima e rispetto per se stessi.

Se l’argomento ti interessa, scopri cosa la Psicologia ha da dirti: potresti iniziare, già da oggi, a vivere le tue relazioni come non hai fatto mai prima d’ora.

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Significato di sottone: tutte le definizioni

Nel linguaggio giovanile, il termine “sottone” si è ormai affermato come parola che descrive comportamenti e atteggiamenti che vanno dalla dipendenza affettiva alla paura, passando per l’ossessione e la goffaggine. Sebbene spesso utilizzato in contesti ironici o informali, il termine affonda le sue radici in dinamiche psicologiche complesse e variegate.

Vediamo come è nata questa parola e cosa dice la Psicologia a riguardo.

Etimologia

La parola “sottone” deriva per estensione dall’espressione colloquiale “rimanerci sotto”, usata in italiano per indicare uno stato di forte coinvolgimento, spesso negativo, nei confronti di una persona, una situazione o una sostanza. In origine, “rimanerci sotto” veniva usato per indicare chi si lasciava prendere troppo da una relazione o da una passione, perdendo lucidità e controllo. Da questa base nasce il termine “sottone”, con l’aggiunta del suffisso “-one”, che ne amplifica il senso in modo ironico o dispregiativo.

Tutti i significati di “sottone”

La definizione più comune di sottone è:

Negli ambienti giovanili, il termine “sottone” si è però ampliato, assumendo significati alternativi che riflettono diverse sfumature comportamentali e sociali. 

definizione di sottone significato ed etimologia della parola

Ecco le cinque principali accezioni attualmente diffuse nel linguaggio informale dei giovani:

  1. Individuo che, innamorato o fortemente attratto da una persona, si comporta in modo servile e accondiscendente, accettando qualsiasi richiesta pur di mantenere un legame con l’altro, anche a costo della propria dignità.
  1. Persona che manifesta un senso costante di inferiorità nei confronti di altri, anche al di fuori delle relazioni sentimentali, e tende a farsi trattare con scarso rispetto pur di ricevere attenzione o accettazione.
  1. Soggetto che, spesso in maniera involontaria, compie azioni considerate poco intelligenti o goffe. In questo contesto, è comune l’uso del verbo “sottonare”, riferito a chi si espone al ridicolo o commette un errore palese.
  1. Individuo che reagisce a situazioni di stress o incertezza con paura, insicurezza o panico, assumendo un atteggiamento rinunciatario o remissivo. Il termine è qui usato in riferimento alla fragilità emotiva o alla mancanza di coraggio.
  1. Persona che manifesta un attaccamento eccessivo verso qualcosa. Questa accezione è usata per descrivere forme di fanatismo (da “fan”) verso attività, hobby, passioni ma anche sostanze stupefacenti (“rimanerci sotto”).

Cosa significa essere zerbino o sottone in Psicologia

Ma cosa significa essere sottone o “zerbino” in Psicologia?

Se la definizione del termine racconta di un individuo che si annulla per l’altro, accetta qualsiasi cosa, e dice sempre “sì” (anche quando vorrebbe o dovrebbe dire “no”), in questo articolo noi faremo un passo oltre, per capire le ragioni per cui ci si comporta così e soprattutto come possiamo rimettere al centro noi stessi.

Sì, perché sottone non a caso ha un sinonimo che è zerbino, e che è una metafora molto forte: come uno zerbino resta a terra, accoglie, si sporca e tace, così chi assume questo ruolo nelle relazioni tende a dimenticarsi di sé stesso pur di non essere lasciato fuori dalla porta. Il sottone si sottomette non per debolezza, ma per paura: paura di non essere abbastanza, di non valere, di perdere l’amore o l’approvazione dell’altro.

zerbino significato sottone in amore

Dal punto di vista psicologico, questo atteggiamento si inserisce in dinamiche legate alla bassa autostima, alla dipendenza affettiva e a una insicurezza emotiva che spesso ha origini lontane, nell’infanzia o in esperienze relazionali segnanti. Chi è sottone non “sceglie” consapevolmente di esserlo: si adatta, spesso senza rendersene conto, perché ha imparato a misurare il proprio valore in base a quanto riesce a farsi amare.

Essere un sottone, quindi, non implica solo essere troppo gentili o “troppo innamorati”: significa dimenticarsi del proprio diritto di esistere nella relazione. Significa accettare il silenzio, la svalutazione, a volte persino l’umiliazione, in cambio di piccole briciole di attenzione.

Il rischio più grande? Confondere l’amore con la dipendenza. E vivere relazioni dove ci si sacrifica, ci si svuota, nella speranza che prima o poi l’altro si accorga del nostro valore.

Ma la buona notizia è che non si nasce sottone: lo si diventa. E se lo si diventa, lo si può anche disimparare.

I comportamenti tipici del sottone

Non è facile capire di essere un “sottone”: spesso chi si comporta così mette in atto azioni e atteggiamenti che dall’esterno sono facilmente riconoscibili, ma non da chi li opera.

Perché molte persone che si riconoscono in questo schema non sempre se ne accorgono subito. Spesso credono di “dare tanto perché amano”, senza rendersi conto che stanno trascurando sé stesse. 

Qui di seguito trovi alcuni dei comportamenti più comuni che possono indicare una tendenza da “sottone” nelle relazioni:

  • Acconsente sempre: dice sempre “sì” pur di non creare conflitto, anche quando sente la necessità di esprimere un proprio bisogno.
  • Mette da parte i propri bisogni: rinuncia quindi a sé stesso per esserci sempre per l’altro, per paura di essere un peso o al contrario di non essere utile.
  • Si adatta completamente all’altro/a: modifica gusti, idee o comportamenti per compiacere o assomigliare alla persona amata.
  • Giustifica comportamenti tossici: trova scuse per l’altro anche quando viene trattato male, pur di mantenere la relazione.
  • Accetta critiche ingiuste: sopporta commenti denigratori senza difendersi, per timore di perdere l’altro.
  • Cerca approvazione in ogni gesto: ha paura di sbagliare o di non essere abbastanza, e cerca conferme continue.
  • Fa regali o favori non richiesti: usa l’eccessiva generosità come forma (inconsapevole) di controllo o bisogno di sentirsi accettato.
  • Scrive continuamente senza ricevere risposta: cerca in modo ripetitivo attenzioni che spesso non arrivano.
  • Mostra gelosia passiva: non esprime la propria gelosia direttamente, ma la trasforma in frasi ambigue o vittimistiche.
  • Idealizza l’altra persona facendo sempre più fatica a distinguere chi realmente pensa di amare dalla reale persona che ha davanti.

Frasi tipiche del sottone

Le parole che usiamo dicono molto di noi. Chi tende ad avere un comportamento da “sottone” spesso utilizza frasi che rivelano insicurezza, paura di disturbare o eccessiva disponibilità. Ecco alcune espressioni comuni:

  • “Scusa se ti disturbo…”
  • “Hai ragione tu.”
  • “Se te lo dico non ti arrabbi, vero?”
  • “Dimmi tu cosa preferisci, va bene tutto.”
  • “Non importa se non rispondi, so che sei impegnata/o.”
  • “Scusa se insisto, è solo che tengo tanto a te.”
  • “L’importante è che tu sia felice, io mi adatto.”
  • “Lo so che non provi lo stesso, ma mi basta esserti vicino.”
  • “Anche se non ricambi, per me va bene comunque.”
  • “Mi dispiace, forse sono io che pretendo troppo.”
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Perché si diventa un sottone: capiamo la causa

Cause psicologiche dell’essere sottone o zerbino

In molte delle mie sedute mi capita di sentire giovani ragazzi e ragazze che credono semplicemente che essere sottone sia un lato del loro carattere.

Io rispondo sempre che credere di doversi rassegnare a vivere la propria relazione in quel modo è un errore molto grande: “sotterrarsi”, o “sottonarsi” come dicono loro, è un meccanismo di difesa molto simile allo struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia per paura di affrontare le difficoltà o le persone.

Essere sottone, infatti, è spesso il risultato di schemi appresi molto presto nella vita. A volte ci si ritrova da soli ad affrontare certe esperienze e si adottano strategie che, in quel momento, sembrano utili per sopravvivere… ma che col tempo si rivelano solo dannose.

Insomma, essere sottoni non è questione di carattere ma di vissuto e di meccanismi di risposta a quel che abbiamo vissuto.

Alcuni si sviluppano già in adolescenza, quando il bisogno di appartenere e sentirsi accettati è così forte da portare a compiacere chiunque, anche a scapito della propria autenticità.

Chi ha vissuto esperienze di bullismo o esclusione, ad esempio, può aver imparato che per non essere lasciato indietro bisogna adattarsi, diventare invisibile, compiacente. E chi ha ricevuto amore dai propri genitori solo “a condizione” (se era bravo, educato, disponibile) ha interiorizzato l’idea che il proprio valore dipende da quanto riesce a farsi piacere dagli altri.

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Un ruolo centrale lo gioca l’autostima: quando è fragile, si finisce per cercare validazione all’esterno, nelle relazioni, nei gesti di approvazione. In queste dinamiche, dire di “no” sembra pericoloso, come se potesse spezzare il legame.

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In molti casi, la radice più profonda è la paura di fallire: deludere, perdere, non essere abbastanza. E, ancora più in fondo, la paura della solitudine: l’idea che senza l’altro, senza quel legame, non ci sia identità né valore.

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Infine, c’è anche una verità meno dolorosa ma altrettanto importante: a volte si è sottone semplicemente perché non si è mai sperimentato un amore sano. Non si conosce ancora la differenza tra dipendenza e intimità, tra sacrificio e condivisione.

Come smettere di fare il sottone o lo zerbino

Se a questo punto ti sei reso/a conto che ti stai adattando, annullando, giustificando pur di trattenere una persona nella tua vita, se sei sempre disponibile, sempre gentile, sempre pronto a fare un passo indietro…cosa fare?

essere sottone in amore cosa significa

Non aver paura che smettere di essere un sottone significhi dover cambiare, né diventare cinici o freddi. 

Significa iniziare a scegliere se stessi, imparare a riconoscere i propri bisogni e a non averne più vergogna. Significa, in definitiva, ritornare al centro della tua storia.

Se è ciò che vuoi: il gesto d’amore più grande che puoi regalarti è leggere il capitolo finale di questo articolo e, se ne sentirai il bisogno, approfondire le tue emozioni con l’aiuto della Psicologia.

  1. Accetta di non piacere a tutti

Il bisogno di approvazione ci accompagna fin da piccoli, ma vivere cercando di piacere a chiunque ci allontana da noi stessi. Accettare che non verrai compreso, scelto o apprezzato da tutti è doloroso, ma è anche il primo atto di libertà. Quando smetti di inseguire il consenso, inizi a trovare la tua voce.

  1. Smetti di chiederti se piaci agli altri. Chiediti se gli altri ti piacciono

Spesso entriamo nelle relazioni con l’ansia di essere scelti, ma dimentichiamo di scegliere noi. Inverti la prospettiva: osserva come ti senti accanto a certe persone, se ti fanno crescere o se ti svuoti per farle restare. L’amore non è un casting, è un incontro.

  1. Inizia a dire di no

Dire di no è un atto d’amore verso te stesso. Significa riconoscere i tuoi limiti, i tuoi tempi, il tuo spazio. È dire: “Io conto quanto te”. Se non riesci a dire di no, finirai per dire sì a tutto ciò che ti logora. Parti da piccole cose: il mondo non crolla se scegli te.

  1. Impara l’assertività

Essere assertivi non è alzare la voce, ma far sentire la propria. È parlare con rispetto, ma senza annullarsi. È comunicare i bisogni, i disagi, i desideri senza paura del conflitto. L’assertività è la chiave per relazioni sane: libere, ma non confuse.

  1. Fermati prima di dare troppo

Quando dai troppo, spesso non è amore: è speranza che l’altro resti. Ma chi resta davvero, non lo fa per i tuoi gesti eccessivi, ma perché ti vede, ti rispetta, ti ama. Impara a dosare il dare: non per calcolo, ma per rispetto di te.

  1. Smetti di accettare ciò che ti fa male

Accettare non è rassegnarsi. Tollerare comportamenti tossici, parole che feriscono o assenze che lacerano non è amore, è autosacrificio. Ogni volta che accetti qualcosa che ti fa soffrire, stai insegnando agli altri che è permesso farlo.

  1. Meglio stare soli che stare male

La solitudine fa paura, ma è molto meno dolorosa di una relazione sbilanciata che ti svuota giorno dopo giorno. Impara a distinguere la mancanza dall’amore, l’abitudine dal bisogno. Restare soli può essere il primo passo per sentirsi interi.

  1. Cura la tua autostima

L’autostima non è qualcosa che si ha o non si ha: si coltiva, si costruisce, si ripara. Ogni giorno, prova a dirti una parola gentile, a portare a termine un piccolo obiettivo, a scegliere ciò che ti fa bene. È così che, lentamente, inizi a fidarti di te.

  1. Non smettere di credere nell’amore

Se hai dato troppo, se ti sei perso, se hai sofferto: non significa che l’amore non esista. Significa solo che hai ancora qualcosa da imparare su come amarti, prima di amare. L’amore sano arriva, ma solo quando non baratti più te stesso per averlo.

  1. Riconosci le tue cause e il tuo vissuto

Diventare consapevoli della propria storia è l’inizio del cambiamento. Da dove arriva il tuo bisogno di approvazione? Chi ti ha insegnato che per essere amato dovevi essere perfetto, disponibile, invisibile? Guarda dentro con gentilezza: capirsi è il primo atto di guarigione.

E in questo tuo percorso, se lo vorrai, la terapia psicologica è il tuo strumento più prezioso.

Ci sono momenti in cui, anche leggendo, riflettendo e provando a cambiare, si torna sempre allo stesso punto. Ti dici che hai capito, che la lezione è arrivata… ma poi, nei fatti, ti ritrovi a dire ancora “sì” quando vorresti dire “no”, ad aspettare qualcuno che non torna, a sentirti sbagliato/a quando chiedi attenzione.

Questo accade perché certi nodi, per essere sciolti, hanno bisogno di essere visti da uno sguardo esterno, accogliente, professionale.

La psicoterapia non è solo uno strumento per “quando si sta male”. È un cammino per conoscersi, un tempo protetto in cui portare finalmente tutto ciò che dentro di te spinge per uscire: dubbi, rabbia, vergogna, desideri, paure.

È uno spazio in cui nessuno ti giudica ma qualcuno ti ascolta davvero.

Se in questo articolo hai riconosciuto qualcosa di te, sappi che non devi farcela da solo/a.

Puoi farti accompagnare. E in questo, la psicoterapia può essere il gesto più profondo di amore verso te stesso che tu abbia mai fatto.

Articoli che potrebbero aiutarti a non essere più sottone/a

Questo articolo non è tutto. Qui potresti trovarne alcuni in grado di aiutarti ad approfondire questo argomento da solo/a.

Ma non dimenticare che, a volte, il nostro corpo e la nostra mente ci inviano dei segnali da non ignorare. Se desideri approfondirli con il mio supporto, sai dove contattarmi.

Anna Rossoni

Dott.ssa Anna Rossoni laureata in Psicologia presso Università di Padova, specializzata in medicina Psicosomatica presso Università di Padova.

Iscritta all’albo degli Psicologi del Veneto n.3953 sezione A.

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