Come combattere l’ansia

Anna Rossoni

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Categoria:

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Indice

Mah… dobbiamo davvero combattere l’ansia?

Partiamo dicendo cos’è e a cosa serve l’ansia.

L’ansia è una componente fondamentale della vita dell’essere umano. Durante le nostre prestazioni ci aiuta ad avere un’attivazione corporea e mentale adeguata.

Senza questa attivazione nessuno di noi riuscirebbe ad affrontare al meglio le proprie attività. È quindi importante cominciare a capire che l’ansia non è un male da eliminare, ma piuttosto uno strumento che dobbiamo imparare a gestire al meglio per dare il massimo di noi.

L’ansia è una forza motrice che va usata!

È un motore!

Facile da percepire… i sintomi più frequenti sono insonnia, poca capacità di concentrazione, affanno, tachicardia… sono di diversa natura, impossibili da trascurare…

L’ansia sana è quindi una normale reazione di adattamento in presenza di un pericolo, ma se portata all’eccesso l’ansia è fonte di forte sofferenza.

Vivere in perenne stato di allarme mette a dura prova il sistema neurovegetativo, a questo punto diventa ansia patologica ed è una reazione di allarme eccessiva e sproporzionata, persistente e logorante di fronte ad un pericolo. 

I segnali di allarme, reali o immaginari, divengono troppo intensi per poter essere controllati e filtrati dalle difese psichiche.

Combattere l’ansia “patologica” per prevenire gli stati d’angoscia.

Gli stati di angoscia si possono facilmente manifestare in situazioni come quella che attualmente stiamo vivendo.

Il covid-19 è arrivato tra noi con una tale velocità e forza da lasciarci spiazzati e, a parte i primi mesi nei quali abbiamo rimboccato le maniche per affrontare qualcosa che ancora non conoscevamo bene, ma ci spaventava a morte, a lungo andare ci ha portato a vivere sempre all’erta.

Ha generato ansia e paura e in alcuni casi anche angoscia perché il nemico è apparso subito difficile da arginare.

La preoccupazione per il futuro, l’apprensione per questa minaccia e l’incertezza generata dal non sapere come evolverà la nostra vita in questo momento storico produce a molti di noi un grado di ansia elevato.

Ad amplificare questa sensazione non è solo l’aggressività del virus, ma la necessità di osservare tutte le regole che siamo tenuti a rispettare per non diffondere il contagio e per proteggere noi stessi.

Perché l’unica salvezza è l’isolamento e la distanza fisica a tutela della salute.

Questo isolamento sociale, la reclusione in casa e l’incertezza generale han creato delle conseguenze psicologiche che stanno mettendo a dura prova il nostro equilibrio mentale.

L’impossibilità di mantenere il proprio stile di vita e la propria libertà di movimento ha fatto precipitare molte persone verso una voragine di emozioni complesse e problematiche.

Quest’anno siamo stati messi a dura prova.

E’ vero: il Covid ci ha scombussolato i ritmi… è vero anche che il Covid ci obbliga a mettere una distanza fisica tra noi e i nostri affetti, oltre a questo è stato uno shock violento che ha investito pesantemente i contesti lavorativi in diversi settori, come l’alberghiero, la ristorazione, il turismo e il commercio in genere.

Ha provocato gravi perdite economiche con ripercussioni occupazionali.

Teniamo però presente che l’insieme di questi disagi sta oggi incidendo radicalmente sui nostri atteggiamenti e sulla nostra capacità di reinterpretare la situazione e ridefinire gli scopi a lungo termine della nostra vita professionale e personale.

Arriva violenta la chiara consapevolezza di quanto le nostre sicurezze possono apparire illusorie. 

Stiamo forse perdendo di vista la possibilità di evolvere “nonostante tutto”?
Ci sfugge forse la necessità di ristabilire una nuova linea di priorità?

È importante allora non restare fermi alla lamentela, chiusi nelle paure ad aspettare che il nemico passi oltre.

Combattere l’ansia “negativa”

Ci stanno cambiando il “come siamo” non il “cosa siamo”.Dobbiamo decidere se attivarci o se rimanere nell’attesa inattiva di una trasformazione che per ora non sembra così imminente.

Dobbiamo scegliere!

Chi e cosa vogliamo essere?
Attivi o passivi??

È il modo in cui ci approcciamo alla situazione a renderla più complessa e limitante ed è dal modo in cui la valutiamo che dipende il nostro “vivere”.

Per poter combattere l’ansia patologica, allora, è molto utile focalizzarsi sui pensieri al fine di riconoscere e, successivamente, cambiare quelli che possono creare una situazione che aumenti la forza stressante.

Trasformare, per esempio: “Non ce la possiamo fare”
in: “Dobbiamo dare il meglio per farcela” ha delle conseguenze grandissime sulla nostra psiche.

Dire a noi stessi le cose giuste al momento giusto per dare la giusta direzione al cervello che comanda le emozioni e di conseguenza il nostro risultato.

La fatica e la paura saranno vissute diversamente.

Il pensiero controllato ci aiuta a sradicare idee e atteggiamenti dannosi.

  • Andrà tutto bene: falso!
    …l’esito è subordinato al nostro agire …al nostro atteggiamento.
  • Farò del mio meglio ORA: vero!
    Il verbo volere è fondamentale ha in sé la motivazione.

Anna Rossoni

Dott.ssa Anna Rossoni laureata in Psicologia presso Università di Padova, specializzata in medicina Psicosomatica presso Università di Padova.

Iscritta all’albo degli Psicologi del Veneto n.3953 sezione A.

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