Stomaco …laboratorio alchemico
Lo stomaco, già nel ‘500, dal medico e filosofo Paracelso era paragonato ad un laboratorio alchemico.
Questo processo alchemico, si proponeva di trarre dagli elementi grezzi della natura “l’essenza”; tale operazione iniziava con la purificazione da parte del fuoco, che liberava gli elementi grezzi appunto dalla loro sostanza fondamentale.
Così fa lo stomaco, che “brucia” il cibo e lo trasforma in elementi essenziali. Cioè dalla materia grezza diviene essenza vitale.
Dopo aver assaporato il cibo con la bocca, ci troviamo a poterlo digerire con lo stomaco, e trasformatolo, a poterlo utilizzare per la nostra vita. Nel contempo, in senso simbolico, noi siamo anche quello stesso cibo che, introdottisi nel mondo “interiore” può riemergere trasformato.
Non di solo pane, infatti, si nutre l’uomo…ma anche di emozioni, di immagini di affetti di ansie di paure…sono questi ingredienti che, oltre al cibo, si mescolano nel piatto che ci troviamo in tavola.
Il cibo inoltre non è mai separato dal contesto in cui viene assunto, e si carica di significati legati al contesto, alla modalità e alla tempistica in cui viene consumato. Ad esempio sappiamo bene che un pasto può risultare pesante se consumato insieme a persone sgradevoli o in un’atmosfera di tensione. Gli alimenti portano con sé nel nostro stomaco le emozioni e i sentimenti a cui sono associati. È quindi importante comprendere che, se si ammala lo stomaco, non dipende solo dal tipo di cibo ingerito, magari perché sono per noi intolleranti, ma dal cibo simbolico, ovvero il nutrimento emotivo e affettivo.
Pertanto, se è bene valutare quali cibi ci risultano indigesti, sarà utile valutare molto attentamente anche di quali emozioni, persone o relazioni è bene liberarsi.
Se è vero che molti sintomi, attraverso i disagi d’organo, “parlano”, cioè esprimono qualcosa della persona che ne soffre, è vero anche che alcuni parlano molto più di altri.
Uno dei frequenti organi che il nostro corpo “usa” per esprimere un disagio profondo della persona, è lo stomaco, che attraverso i suoi bruciori, le dispepsie, le gastriti o le ulcere comunica e parla di noi.
I problemi di stomaco riguardano quindi, spesso, situazioni che non sono state digerite (indigestione), di idee alimenti o situazioni che rifiutiamo (vomito) situazioni che troviamo ingiuste che fanno male (dolori) o che ci mandano in collera (bruciori. gastrite). Se le strategie utilizzate per uscire da questa realtà “indigesta” non trovano soluzioni, l’apparato gstrointestinale si assume il compito di esprimere il rifiuto che non si riconosce a livello cosciente e consapevole. In questo modo lo stomaco mette in atto la sua protesta come può, riversando contro l’ambiente la sua aggressività.
Ecco ancora una volta messa in luce l’importanza di ascoltare e leggere il significato di ogni sintomo nell’ottica di una visione d’insieme dove ogni organo rappresenta sul palcoscenico del nostro corpo ogni nostro disagio più profondo.
4 risposte
Ciao cara Anna:
Davvero e molto interessante.
Proprio tutti quei sintomi di infiammazione, vengono da me quando sono preoccupata, è tempo di incanalare le mie emozioni.
Attendo con piacere i tuoi video ogni settimana, voglio sentire sempre di più. Sono molto utili.
Bacioni bella ??????
Sono felice Miriam che ti piacciano i miei interventi, è la prima volta che lavoro usando questo canale di comunicazione…devo ancora migliorare e per questo mi impegno.
A presto
Anna
Buongiorno dott.ssa, mi è piaciuto molto il suo intervento sullo stomaco visto che ultimamente è in particolare dal 4 aprile ho iniziato ad accusare dolori. Ora sto prendendo un gastroprottettore in attesa di vedere se soffro a causa dell’helicobacter. Visto che per 5 anni sono stata in terapia psicologica dalla sua esaustiva lezione ho capito che probabilmente le cause che mi hanno portato a questa sofferenza fisica sono la collera (nei confronti di mio marito) e il non poter accudire la mia nipotina di due anni a seguito quarantena. Devo riflettere su questi due punti così da poter elaborare e “digerire” questi due cause. Grazie cordiali saluti, Giuse Frediani Verbania.
Buongiorno Giuse!
Il primo passo l’ha già fatto mettendosi a riflettere sulle possibili connessioni con la sua manifestazione somatica.
Non lavorerei per digerire nel senso di “mandar giù”, ma lavorerei nella direzione più utile e sana per il corpo e per la mente cioè nella direzione della vera e propria digestione, intesa come trasformazione ed assimilazione di ciò che di buono, utile e sano le situazioni che sta vivendo le possono passare…
Anche dalle situazioni più dure, critiche o negative possiamo trarre beneficio.
Augurandole una buona “assimilazione” la saluto e l’aspetto presto.
Buona giornata