Vivere al meglio il Natale, un regalo per gli altri ma anche per noi stessi.
Ormai il calendario dell’avvento ha concluso il giro di boa, è di nuovo Natale: il Natale dei pranzi infiniti, dei parenti lontani coi quali non si sa mai come rompere il ghiaccio, dell’ansia da preparativi, dei regali last minute. La gioia della condivisione, il dono dei pensieri natalizi porta con sé ansia e stress. Ecco come vivere al meglio lo spirito delle festività natalizie facendo il più grande regalo a noi stessi, come la magia del Natale può influenzare il nostro umore e il nostro cervello, ed ecco come, i regali donati agli altri, riescano a regalare anche a noi gioia e serenità.
NATALE VUOL DIRE REGALI, E REGALI SIGNIFICA ADRENALINA
Una delle tradizioni natalizie per antonomasia è lo scambio dei regali. Regalare è un atto non fine a se stesso: i regali mantengono i rapporti sociali obbligandoci in qualche modo, a pensare agli altri, ci mettiamo nei loro panni e cerchiamo di soddisfare i loro desideri.
Lo spirito del Natale consiste proprio nell’essere regalato e scambiato attraverso i presenti, e il segreto è proprio nella condivisione reciproca che si autoalimenta rendendo le festività veicolo di gioia e serenità.
Ma se l’albero di Natale circondato da pacchetti di ogni dimensione è sinonimo di famiglia, di generosità e felicità, lo spazio ora colmo di pensieri e regali, prima era completamente vuoto, da riempire. Le folli corse per acquistare l’oggetto desiderato dal figlio o nipote, i preparativi di ogni genere, la ricetta del pranzo di famiglia, gli addobbi e le luci colorate che l’anno prima funzionavano, e ora non più.
La frenesia di queste attività innesca una risposta fisiologica dell’organismo, più nel dettaglio vengono rilasciate adrenalina e cortisolo. Il secondo, detto ormone dello stress, influisce notevolmente l’attività dell’ippocampo, con il rischio che la memoria risulti più debole, meno flessibile, ciò comporta meno elasticità e una minore abilità nel multitasking, ci sentiamo più fragili e suscettibili. E ciò minaccia il nostro umore e la nostra predisposizione a vivere le feste.
MA REGALI SIGNIFICA ANCHE DONARE A SE STESSI
Ormoni specchio
Descritta la faccia negativa della medaglia, dall’altro lato, l’altruismo legato al pensare, acquistare e impacchettare i doni per i parenti, figli o nipoti, il pensiero di condividere, immaginare e soddisfare i desideri dei nostri cari, innesca un circolo positivo che ci ripaga della fatica, riduce lo stress e incoraggia a donare di nuovo. La risposta dell’organismo in questo caso, attiva i cosiddetti neuroni specchio che, in particolare, influenzano il nostro mood. Questi, infatti, si attivano fortemente in due casi: quando proviamo un’emozione o compiano un’azione, oppure quando li vediamo, coi loro effetti o il loro svolgersi, da persone a noi vicine. La risposta dei neuroni specchio attiverà il rilascio di ormoni positivi che ci porteranno a provare le stesse emozioni e benefici osservati sugli altri.
Se etimologicamente la parola “regalare” rimanda al dono, alla concessione senza compenso o contropartita, in realtà riceviamo anche noi un regalo, astratto come un’emozione, forte come lo spirito natalizio.
Dopamina e serotonina
L’euforia e la felicità che dipingono l’atmosfera del Natale agiscono anche su alcuni neurotrasmettitori che regolano il nostro stato di benessere, quali dopamina e serotonina. La prima, in particolare, è implicata nel meccanismo della ricompensa e nella ricerca di stimoli piacevoli, delle sensazioni positive. La serotonina invece, amplifica i nostri sentimenti di interesse e cura verso ciò che riteniamo importante. Inoltre è stato confermato da studi scientifici che nelle persone che festeggiano attivamente il Natale, sia presente un incremento di attività cerebrale in aree implicate con la spiritualità e il riconoscimento delle emozioni dalle espressioni facciali, dunque un aumento di empatia e connessione con gli altri.
RITUALE DEL NATALE COME SOSPIRO DI SOLLIEVO
Tra ritmo lavorativo e impegni, la routine giornaliera ci permette di incastrare perfettamente ogni cosa ma ci rende davvero impossibile fermarci e prendere fiato, riposare e concederci una piccola pausa dal ritmo fugace. Ogni giorno accumuliamo ansia e stress che, sommandosi, rischia di diventare stanchezza, prima fisica poi mentale, infine cronica.
Il Natale diventa quindi un evento speciale in cui poter rivendicare il diritto a staccare dalla normalità, soffermarsi, sentirsi tristi per chi non c’è più o divertirsi con chi è accanto a noi. Aprire regali, ma soprattutto tirare un sospiro di sollievo, immergersi, lasciarsi galleggiare e trasportare dall’assenza di orari, scadenze e impegni.
Il ritmo ripetitivo e quasi ritualistico del Natale in particolare ha un effetto positivo sulle modalità con cui lo viviamo.
Le tradizioni, dal recitare le preghiere, al brindisi, lo scambio dei pensieri e i giochi in scatola si basano su rituali. Gli esperimenti di laboratorio e gli studi sul campo dimostrano che queste possono agire come un freno per l’ansia e un calmante per lo stress poiché rendono il nostro mondo, un luogo più prevedibile, conosciuto, appunto familiare in pieno contrasto con l’incertezza del nuovo anno che incombe.
NATALE SIGNIFICA ANCHE FAMIGLIA
Il Natale con la sua ritualità è anche strumento di comunione. Ci “obbliga” a passare del tempo coi nostri familiari, ci spinge a trascorrere le vacanze con coloro che abitano lontano e che, durante l’anno, vediamo raramente. Mantiene e rafforza i legami, riporta a galla vecchi ricordi, entusiasma i più piccoli che si sentono protetti dal nucleo familiare che, proprio durante le festività, hanno modo di conoscere più approfonditamente.
Riassumendo, tradizioni e abitudini sono indice di identità e appartenenza al gruppo, coesione e spirito di condivisione. Forse il Natale è diventato un semplice stereotipo, un cliché, abitudinario e, a volte, interessato più alla forma che al contenuto. Ma se ci soffermiamo e viviamo la bellezza del Natale pienamente, scopriamo che è il nostro regalo più grande dopo un anno di fatica e sacrifici.