Attacchi di panico: cosa sono e come gestirli

Anna Rossoni

attacchi di panico

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Attacchi di panico: la psicosomatica e i nostri campanelli d’allarme

Se hai mai sofferto di attacchi di panico, o recentemente senti che la tua ansia sia troppo ingombrante, questo articolo potrebbe esserti d’aiuto.

Ti è mai capitato di pensare che l’ansia sia un limite per la tua vita?

Cos’è un attacco di panico?

Secondo la definizione dell’enciclopedia Treccani per attacco di panico, o crisi di panico, si intende una manifestazione accessuale angosciosa, per lo più di breve durata, di ansia incontrollabile, inattesa e associata a vistosa sintomatologia neurovegetativa.

Un attacco di panico è, dunque, una crisi che si manifesta improvvisamente tramite sintomi fisici. Questi, inoltre, risultano così intensi da limitare la mente e il corpo.

L’attacco di panico è accompagnato da un profondo senso di paura che, se inizialmente è causato da una specifica situazione, si allarga rapidamente rendendo difficile affrontare anche piccoli ostacoli.

Le conseguenze degli attacchi di panico

Proprio il carattere inaspettato della prima crisi d’ansia può provocare una reazione automatica che, a causa del timore di una seconda crisi, porta a provare la cosiddetta  “ansia di provare ansia“.

L’impossibilità di controllare, o semplicemente prevedere, queste reazioni diventa un circolo vizioso di comportamenti che evitano qualsiasi situazione in cui l’attacco, se avvenisse, sarebbe difficile da gestire. Spazi aperti e molto frequentati o luoghi in cui risulterebbe complicato trovare aiuto in caso di attacco improvviso, vengono automaticamente evitati per rimuovere il pericolo.

Questa reazione preventiva, però, è sintomo di un malessere più profondo, che non viene risolto semplicemente nascondendo o evitando ciò che il nostro corpo sta cercando di comunicarci, e diventa col tempo un limite ad una vita respirata a pieni polmoni.

I sintomi degli attacchi di panico

È importante sottolineare il carattere personale e soggettivo degli attacchi di panico. Le crisi d’ansia sono la manifestazione di un malessere interiore e dunque individuale, e comunica un bisogno che la logica non è in grado di comprendere.

I sintomi tipici degli attacchi di panico sono:

  • Palpitazioni/tachicardia (battiti irregolari legati a forte agitazione, sentire il cuore in gola)
  • Sudorazione
  • Sensazione di soffocamento e di asfissia (che si palesa con stretta o nodo alla gola)
  • Dolore al petto e alla zona addominale
  • Nausea, a volte accompagnata da sensazioni di sbandamento, instabilità (capogiri e vertigini)
  • Brividi o tremori
  • Vampate di calore
  • Formicolio che interessa alcune parti del corpo
  • Sensazione di derealizzazione (depersonalizzazione del proprio corpo o dei propri pensieri, forte senso di distacco, percezione della realtà come lontana e irreale)
  • Sensazione di perdita il controllo

Ma cos’è realmente una crisi di panico?

Innanzitutto facciamo chiarezza: l’attacco di panico è una manifestazione fisica di un bisogno emotivo che il nostro corpo cerca di comunicare a noi stessi e la disciplina che se ne occupa si chiama psicosomatica.

Partiamo dalle definizioni: la psicosomatica è quella branca della medicina che pone in relazione la mente con il corpo, ossia il mondo emozionale ed affettivo con il soma, occupandosi di rilevare e capire l’influenza che l’emozione esercita sul corpo.

La psicoterapia è dunque un’opportunità per cercare e trovare risposte a quelle domande che ci poniamo ripetutamente e alle quali non siamo ancora riusciti a darne una.

Se ti piacerebbe approfondire l’argomento o parlarne direttamente con me, concediti due minuti per leggere l’articolo che ho preparato a riguardo, o contattami qui.

Gli attacchi di panico, dunque, sono come un campanello d’allarme personale che si manifesta in tante modalità soggettive.

Se cercare di darne una spiegazione condivisa rischierebbe di irrigidire e ridurre la sua natura complessa, le sensazioni vissute durante le crisi hanno invece tanti tratti comuni che ci permettono, almeno in parte, di descriverle metaforicamente.

Se l’attacco di panico si manifesta con un peso sul petto che rende difficile respirare, è simbolo di una situazione che ci schiaccia, un ostacolo o una preoccupazione che ci rendono complicato vivere liberamente.

L’attacco di panico, inoltre, sembra frenare il respiro, togliere aria e appesantire i polmoni.

In questo caso potrebbe essere sintomo di una situazione in cui respiriamo un’aria che non ci appartiene e che limita le nostre esperienze vissute a pieni polmoni.

Tachicardia, sudorazione alle mani e una sensazione di un blocco fisico dei movimenti potrebbe invece comunicarci che qualcosa attorno a noi non ci permette di proseguire, stiamo percorrendo una strada sbagliata che ogni tanto ci blocca lungo il sentiero.

Come gestire gli attacchi di panico: la terapia psicosomatica

Prima di tutto è fondamentale chiarire che l’attacco di panico non si “affronta” ma si può conoscere. Iniziare, infatti, un percorso terapeutico è un’opportunità che ci permette di comprendere il “senso” dell’attacco di panico e poter agire.

La psicologia aiuta innanzitutto a ridurre gradualmente l’istinto di evitare e controllare ogni situazione. La terapia è lo strumento che ci consente di ascoltare maggiormente ciò che le crisi cercano dicomunicarci tramite i sintomi, servendosi del linguaggio psicosomatico.

La loro manifestazione, infatti, non è un fenomeno da cui scappare: comprendere i campanelli d’allarme di cui si serve il corpo è l’unico modo per conoscere i nostri bisogni emotivi.

Anna Rossoni

Dott.ssa Anna Rossoni laureata in Psicologia presso Università di Padova, specializzata in medicina Psicosomatica presso Università di Padova.

Iscritta all’albo degli Psicologi del Veneto n.3953 sezione A.

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