Disturbi dell’apprendimento (DSA): quali sono e come riconoscerli

Anna Rossoni

disturbi specifici dell’apprendimento DSA

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I disturbi specifici dell’apprendimento sono disturbi del neurosviluppo legati specificatamente alle capacità di lettura, scrittura e calcolo.

Si tratta di un disturbo che insorge principalmente durante l’infanzia, negli anni della formazione scolastica.

Un campanello d’allarme ricorrente è osservare nell’alunno difficoltà a compiere operazioni e abilità scolastiche di base in modo corretto e fluente.

Una diagnosi definitiva, però, è possibile soltanto se le difficoltà si presentano costanti per alcuni mesi poiché, in alternativa, potrebbe trattarsi di disturbi dell’attenzione o deficit che non rientrano primariamente tra i disturbi dell’apprendimento.

disturbi specifici dell'apprendimento sintomi e cause

Disturbi dell’apprendimento (DSA): significato e definizione

L’acronimo DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) riguarda un gruppo di disturbi in cui si presentano evidenti e progressive difficoltà legate alle abilità di lettura, scrittura e di calcolo matematico.

Caratteristica dei disturbi dell’apprendimento è la loro specificità: un disturbo DSA è circoscritto a precise abilità scolastiche ma non interessa o limita le capacità intellettive e dell’apprendimento generali.

Un alunno con DSA, dunque, presenta difficoltà nel compiere attività specifiche ma ciò non individua deficit sensoriali o neurologici, disturbi psicologici, emotivi o ambientali.

I disturbi dell’apprendimento possono però costituire una limitazione per la formazione dello studente, al quale la Legge n. 170/2010 riconosce il diritto a una didattica personalizzata.

Quali sono i disturbi dell’apprendimento

I disturbi dell’apprendimento (DSA) sono quattro, ciascuno dei quali individua difficoltà specifiche.

I più diffusi sono:

  • Dislessia
  • Discalculia
  • Disgrafia
  • Disortografia

Dislessia

La Dislessia è una disabilità specifica che si manifesta attraverso una minore correttezza e difficoltà nell’attività di lettura. Per l’alunno è frequente confondere alcune lettere tra loro, possedere una capacità di lettura meno fluida e sicura.

Solitamente la discrepanza tra età anagrafica, istruzione o classe scolastica e capacità effettive dell’alunno, sono un primo sintomo di possibile disturbo dell’apprendimento specifico.

Discalculia

La Discalculia riguarda attività matematiche, nello specifico mostra abilità di calcolo piuttosto macchinose, difficoltà nel collegare segni grafici a numeri e nella pratica esecuzione dei calcoli mentali.

Competenze scolastiche di base come tabelline o risoluzione di problemi risultano un ostacolo complesso, la cui esecuzione richiede più tempo. La scarsa automatizzazione e il calcolo poco immediato di operazioni semplici sono i primi sintomi, se costanti e progressivi, di questo tipo di disturbo.

Disgrafia

La Disgrafia individua difficoltà nelle attività pratico-motorie, nell’esecuzione di segni grafici e nella scrittura manuale.

Con il termine Disgrafia si fa riferimento a una scrittura poco fluida e scarsamente leggibile, eterogenea e lenta. Il bambino fatica nell’organizzazione degli spazi e nell’equilibrio tra segni grafici, spesso alternando grandezze e misure differenti.

Il disturbo si manifesta, così, attraverso una scrittura poco efficace, precisa e fluida.

Disortografia

La Disortografia, come la Disgrafia, riguarda le abilità di scrittura del bambino, declinandosi però come difficoltà nella specifica componente costruttiva delle parole.

Si manifesta negli aspetti linguistici e nella capacità di scrivere in modo corretto dal punto di vista ortografico: l’alunno con Disortografia presenta difficoltà nella conversione dei suoni in parole, nell’organizzazione e ordine delle lettere che compongono frasi e periodi.

Tra i sintomi ricorrenti è diffusa la difficoltà nell’individuare, e scrivere, lettere doppie.

La causa è proprio una difficoltà nell’ascolto e nel loro riconoscimento durante la fonazione.

I sintomi dei disturbi dell’apprendimento: come riconoscerli

I disturbi specifici dell’apprendimento mostrano i primi sintomi con l’ingresso del bambino in ambiente scolastico e la necessità di apprendere nuove competenze e abilità.

Una prima difficoltà o anomalia in specifiche attività dovrebbe allarmarci e necessitare un controllo sulla sua evoluzione nei mesi a seguire.

Queste difficoltà sono dunque primi fattori di rischio e riguardano principalmente:

  • il linguaggio (denominazione di parole, identificazione dei suoni)
  • la scrittura e l’ortografia (divisione in sillabe, organizzazione delle lettere)
  • abilità pratiche (impugnatura della penna, manipolazione di piccoli oggetti, gestione degli spazi e delle forme geometriche)
  • rapidità mentale e di apprendimento (facilità nell’assunzione di nuove abilità di base)
  • calcolo matematico (operazioni scritte o calcolo mentale, tabelline)

Come riconoscere se un bambino ha problemi di apprendimento: i test per la diagnosi

Riconoscere tempestivamente i disturbi dell’apprendimento e effettuare una diagnosi precoce è di fondamentale importanza per intervenire il prima possibile.

I disagi e malesseri psicologici che sorgono nel bambino con DSA, infatti, derivano dalla differenza tra apprendimento effettivo e classe di appartenenza. Autostima e consapevolezza di sé, relazione con i compagni e rapporto con l’ambiente scolastico, sono aspetti delicati che risentono molto delle difficoltà dell’alunno paragonate ai propri amici.

Per questo motivo gli anni d’istruzione elementare necessitano attenzione e supporto parallelo, lavoro comune tra genitori e professori.

Una rapida individuazione di sintomi e campanelli d’allarme nell’alunno è il primo passo prima di compiere diagnosi più accurate ad opera di esperti e specialisti, e iniziare successivamente un programma personalizzato che accompagni il bambino durante l’istruzione scolastica.

In particolare, alcuni test sono l’ideale per compiere attività di screening e individuare eventuali difficoltà o debolezze particolari.

L’insorgere di disturbi dell’apprendimento si mostra nell’arco di mesi e solo dopo aver sottoposto i risultati dei test a esperti e psicologi.

L’efficacia dei test già nei primi anni della scuola dell’infanzia è, però, rilevante perché consente, anche in assenza di disturbi specifici, di intervenire con attività di potenziamento che possono essere risolutive per debolezze o lievi difficoltà.

I test di valutazione individuale, nel dettaglio, variano per età e preferenze dello specialista.

Dipendono dalla soggettività del bambino e dagli aspetti da indagare, in generale si dividono in:

  • test per abilità di lettura
  • test per abilità ortografiche della scrittura
  • test per abilità di comprensione del testo
  • test per abilità aritmetiche e di calcolo
  • test intellettivi globali

Le cause dei disturbi dell’apprendimento

Le cause dell’insorgere di disturbi dell’apprendimento non trovano riscontro comune e non hanno una risposta univoca. La comunità scientifica è però d’accordo nel riconoscere una causa neurobiologica.

I disturbi dell’apprendimento sono, dunque, il risultato del processo evolutivo e maturativo dell’individuo e l’espressione dei disturbi, eterogenea e soggettiva, varia anche in relazione a fattori ambientali.

Fattori genetici e acquisiti sono gli aspetti principalmente indagati nell’individuo con DSA.

Il livello di difficoltà nell’apprendimento e la compresenza di disturbi di tipo psichiatrico ed emotivi sono di natura personale.

Disturbi dell’apprendimento: come intervenire per affrontarli al meglio

I disturbi dell’apprendimento non si presentano esclusivamente come limiti pratici o difficoltà scolastiche, ma portano spesso conseguenze emotive e relazionali.

Per intervenire al meglio è dunque necessario sia il trattamento del disturbo specifico che un percorso personale di terapia psicologica per ascoltare e affrontare intimamente ed emotivamente la sofferenza e la consapevolezza del bambino o ragazzo.

In questi casi, l’ambiente scolastico è spesso vissuto come un ambiente competitivo dove graduatorie e voti esplicitano il valore di un bambino in piena fase di maturazione e crescita.

Riconoscere e osservare lacune e difficoltà rispetto agli altri studenti è motivo di scarsa motivazione, sofferenza e poca autostima.

Sentirsi “incompetenti” in alcune attività può comportare un sentimento di inferiorità e confronto e una visione di sé negativa e fallimentare è il primo passo per la perdita di motivazione e l’abbandono scolastico.

È importante per insegnanti e genitori non attribuire esiti scarsi o insuccessi ad una mancanza di impegno, evitare di incolpare e fingere di non vedere le difficoltà del bambino.

Per aiutare il ragazzo ad affrontare le difficoltà è fondamentale innanzitutto riconoscerle e premiare i suoi sforzi per superarle.

Esagerare o fingere con complimenti sono comportamenti negativi: il tono di voce e la sincerità mostrano quando detti per consolare o quando invece per elogiare.

Riconoscere invece comportamenti adeguati o errori, con analisi chiare e sincere, permette al bambino di ragionare sulle proprie azioni, ricevere un feedback utile che possa aiutarlo a crescere e migliorarsi.

Comprendere la relazione tra i disturbi dell’apprendimento e disagi emotivi è, dunque, fondamentale per la gestione degli interventi.

La terapia psicologica è uno strumento utile alla comprensione e ideale per la prevenzione di disagi emotivi in ambiente scolastico e familiare.

Accompagnare il bambino in un percorso terapeutico lo aiuta a trattare problemi psicopatologici che solo uno specialista è in grado di evidenziare e guarire.

Se riconosci in queste parole il tuo bambino o hai interesse nell’approfondire questo tema, non esitare a contattarmi.

Anna Rossoni

Dott.ssa Anna Rossoni laureata in Psicologia presso Università di Padova, specializzata in medicina Psicosomatica presso Università di Padova.

Iscritta all’albo degli Psicologi del Veneto n.3953 sezione A.

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