Disturbi specifici dell’apprendimento: quali sono e come riconoscerli
I disturbi specifici dell’apprendimento sono disturbi del neurosviluppo legati specificatamente alle capacità di lettura, scrittura e calcolo.
Si tratta di un disturbo che insorge principalmente durante l’infanzia, negli anni della formazione scolastica.
Un campanello d’allarme ricorrente è osservare nell’alunno difficoltà a compiere operazioni e abilità scolastiche di base in modo corretto e fluente.
Una diagnosi definitiva, però, è possibile soltanto se le difficoltà si presentano costanti per alcuni mesi poiché, in alternativa, potrebbe trattarsi di disturbi dell’attenzione o deficit che non rientrano primariamente tra i disturbi dell’apprendimento.
Disturbi dell’apprendimento (DSA): significato e definizione
L’acronimo DSA (disturbi specifici dell’apprendimento) riguarda un gruppo di disturbi in cui si presentano evidenti e progressive difficoltà legate alle abilità di lettura, scrittura e di calcolo matematico.
Caratteristica dei disturbi dell’apprendimento è la loro specificità: un disturbo DSA è circoscritto a precise abilità scolastiche ma non interessa o limita le capacità intellettive e dell’apprendimento generali.
Un alunno con DSA, dunque, presenta difficoltà nel compiere attività specifiche ma ciò non individua deficit sensoriali o neurologici, disturbi psicologici, emotivi o ambientali.
I disturbi dell’apprendimento possono però costituire una limitazione per la formazione dello studente, al quale la Legge n. 170/2010 riconosce il diritto a una didattica personalizzata.
I Disturbi dell’apprendimento
Disturbi dell’apprendimento DSA: quali sono?
I disturbi dell’apprendimento (DSA) sono quattro, ciascuno dei quali individua difficoltà specifiche.
I più diffusi sono:
- Dislessia
- Discalculia
- Disgrafia
- Disortografia
Dislessia
La Dislessia è una disabilità specifica che si manifesta attraverso una minore correttezza e difficoltà nell’attività di lettura. Per l’alunno è frequente confondere alcune lettere tra loro, possedere una capacità di lettura meno fluida e sicura.
Solitamente la discrepanza tra età anagrafica, istruzione o classe scolastica e capacità effettive dell’alunno, sono un primo sintomo di possibile disturbo dell’apprendimento specifico.
Discalculia
La Discalculia riguarda attività matematiche, nello specifico mostra abilità di calcolo piuttosto macchinose, difficoltà nel collegare segni grafici a numeri e nella pratica esecuzione dei calcoli mentali.
Competenze scolastiche di base come tabelline o risoluzione di problemi risultano un ostacolo complesso, la cui esecuzione richiede più tempo. La scarsa automatizzazione e il calcolo poco immediato di operazioni semplici sono i primi sintomi, se costanti e progressivi, di questo tipo di disturbo.
Disgrafia
La Disgrafia individua difficoltà nelle attività pratico-motorie, nell’esecuzione di segni grafici e nella scrittura manuale.
Con il termine Disgrafia si fa riferimento a una scrittura poco fluida e scarsamente leggibile, eterogenea e lenta. Il bambino fatica nell’organizzazione degli spazi e nell’equilibrio tra segni grafici, spesso alternando grandezze e misure differenti.
Il disturbo si manifesta, così, attraverso una scrittura poco efficace, precisa e fluida.
Disortografia
La Disortografia, come la Disgrafia, riguarda le abilità di scrittura del bambino, declinandosi però come difficoltà nella specifica componente costruttiva delle parole.
Si manifesta negli aspetti linguistici e nella capacità di scrivere in modo corretto dal punto di vista ortografico: l’alunno con Disortografia presenta difficoltà nella conversione dei suoni in parole, nell’organizzazione e ordine delle lettere che compongono frasi e periodi.
Tra i sintomi ricorrenti è diffusa la difficoltà nell’individuare, e scrivere, lettere doppie.
La causa è proprio una difficoltà nell’ascolto e nel loro riconoscimento durante la fonazione.
Disturbi dell’apprendimento: i sintomi
I disturbi specifici dell’apprendimento mostrano i primi sintomi con l’ingresso del bambino in ambiente scolastico e la necessità di apprendere nuove competenze e abilità.
Una prima difficoltà o anomalia in specifiche attività dovrebbe allarmarci e stimolare in noi genitori un controllo attento e pronto nei mesi a seguire.
Vediamo più nel concreto quali piccoli campanelli d’allarme possono aiutare il genitore per il miglior intervento preventivo:
- Linguaggio
Difficoltà nella denominazione e pronuncia di parole o nell’identificazione corretta dei suoni da esse prodotti
- Scrittura e l’ortografia
Difficoltà nella suddivisione in sillabe e nell’organizzazione delle lettere a comporre parole
- Abilità pratiche
Impugnatura della penna e manipolazione di piccoli oggetti sospetta e non funzionale all’uso, gestione degli spazi e delle forme geometriche non ottimale
- Rapidità mentale e di apprendimento
Difficoltà o lentezza nell’assunzione di nuove abilità di base
- Calcolo matematico
Difficoltà a svolgere operazioni scritte come tabelline con calcolo mentale
Sintomi DSA: come riconoscere se il tuo bambino ha problemi di apprendimento
Riconoscere tempestivamente i disturbi dell’apprendimento ed effettuare una diagnosi precoce è di fondamentale importanza per intervenire il prima possibile.
I disagi e malesseri psicologici che sorgono nel bambino con DSA, infatti, derivano dalla differenza tra apprendimento effettivo e classe di appartenenza. Autostima e consapevolezza di sé, relazione con i compagni e rapporto con l’ambiente scolastico, sono aspetti delicati che risentono molto delle difficoltà dell’alunno paragonate ai propri amici.
Per questo motivo gli anni d’istruzione elementare necessitano attenzione e supporto parallelo, lavoro comune tra genitori e professori.
Una rapida individuazione di sintomi e campanelli d’allarme nell’alunno è il primo passo prima di compiere diagnosi più accurate ad opera di esperti e specialisti, e iniziare successivamente un programma personalizzato che accompagni il bambino durante l’istruzione scolastica.
In particolare, alcuni test sono l’ideale per compiere attività di screening e individuare eventuali difficoltà o debolezze particolari.
L’insorgere di disturbi dell’apprendimento si mostra nell’arco di mesi e solo dopo aver sottoposto i risultati dei test a esperti e psicologi.
L’efficacia dei test già nei primi anni della scuola dell’infanzia è, però, rilevante perché consente, anche in assenza di disturbi specifici, di intervenire con attività di potenziamento che possono essere risolutive per debolezze o lievi difficoltà.
Diagnosi: i test DSA e gli strumenti di valutazione
I test DSA nascono con l’obiettivo di aiutare il genitore nella corretta diagnosi delle difficoltà di apprendimento osservate nel figlio.
Dato l’ampio ventaglio di possibili cause, ciascun test si compone di strumenti atti all’indagine di ambiti specifici e differenti.
I test di valutazione individuale, nel dettaglio, variano per età e preferenze dello specialista.
Dipendono dalla soggettività del bambino e dagli aspetti da indagare, in generale si dividono in:
- test per abilità di lettura
- test per abilità ortografiche della scrittura
- test per abilità di comprensione del testo
- test per abilità aritmetiche e di calcolo
- test intellettivi globali
Vediamo insieme come si suddividono nello specifico.
I test DSA: per le strumentalità e cognitivi
- I test per valutare le strumentalità
I test per le strumentalità sono esami mirati per ciascuno dei quattro Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).
Questi test di strumentalità sono progettati per valutare competenze specifiche, come lettura, scrittura e abilità matematiche, allo scopo di individuare eventuali difficoltà in specifiche aree di apprendimento.
Alcuni di questi test vengono condotti direttamente nelle scuole dagli insegnanti e sono tipicamente eseguiti nelle scuole primarie e all’ultimo anno della scuola dell’infanzia.
Tuttavia, è sempre consigliabile coinvolgere uno psicologo.
Poiché questi esami valutano le competenze specifiche dello studente, si suddividono in diverse categorie.
Ecco i principali:
- Lettura: valutazione di brani, parole e non parole
- Abilità ortografica della scrittura: valutazione di brani, serie di parole e non parole, sia copiate che scritte sotto dettatura
- Componente prassica della scrittura: valutazione di alcune parole semplici, richiedendo la loro scrittura più volte e velocemente per osservare la comprensibilità della scrittura
- Comprensione del testo: valutazione di brani letti o ascoltati autonomamente, seguita da domande sulla comprensione
- I test di tipo cognitivo per valutare il QI
Non sempre, però, gli esami strumentali specifici permettono di individuare la radice di un eventuale problema.
Accanto ai test di valutazione strumentale, si consigliano infatti anche esami di tipo cognitivo per valutare l’intelligenza dell’allievo, misurando il suo Quoziente Intellettivo (QI).
È fondamentale chiarire fin da subito che un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) non può coesistere con un ritardo mentale. Pertanto, la presenza di DSA non implica una minore intelligenza nel bambino.
Il beneficio di affidarsi anche a test DSA per la valutazione del QI è proprio la possibilità di escludere altre possibili diagnosi.
Uno dei più noti è il test WISC-IV, consigliato per gli alunni tra i 7 e i 16 anni.
Questa prova, somministrata da uno psicologo, analizza specifici ambiti, tra cui:
- Ragionamento verbale: verifica della capacità di individuare logiche tra informazioni lette e comunicate
- Comprensione verbale: valutazione della comprensione di ciò che viene ascoltato
- Ragionamento visuo-spaziale: osservazione della risposta agli stimoli visivi
- Velocità di elaborazione delle informazioni: misurazione del tempo necessario per processare e immaginare le informazioni
- Memoria di lavoro: valutazione dell’efficacia nell’immagazzinare le informazioni
Le cause dei disturbi dell’apprendimento
Le cause dell’insorgere di disturbi dell’apprendimento non trovano riscontro comune e non hanno una risposta univoca. La comunità scientifica è però d’accordo nel riconoscere una causa neurobiologica.
I disturbi dell’apprendimento sono, dunque, il risultato del processo evolutivo e maturativo dell’individuo e l’espressione dei disturbi, eterogenea e soggettiva, varia anche in relazione a fattori ambientali.
Fattori genetici e acquisiti sono gli aspetti principalmente indagati nell’individuo con DSA.
Il livello di difficoltà nell’apprendimento e la compresenza di disturbi di tipo psichiatrico ed emotivi sono di natura personale.
Disturbi dell’apprendimento: come intervenire per affrontarli al meglio
I disturbi dell’apprendimento non si presentano esclusivamente come limiti pratici o difficoltà scolastiche, ma portano spesso conseguenze emotive e relazionali.
Per intervenire al meglio è dunque necessario sia il trattamento del disturbo specifico che un percorso personale di terapia psicologica per ascoltare e affrontare intimamente ed emotivamente la sofferenza e la consapevolezza del bambino o ragazzo.
In questi casi, l’ambiente scolastico è spesso vissuto come un ambiente competitivo dove graduatorie e voti esplicitano il valore di un bambino in piena fase di maturazione e crescita.
Riconoscere e osservare lacune e difficoltà rispetto agli altri studenti è motivo di scarsa motivazione, sofferenza e poca autostima.
Sentirsi “incompetenti” in alcune attività può comportare un sentimento di inferiorità e confronto e una visione di sé negativa e fallimentare è il primo passo per la perdita di motivazione e l’abbandono scolastico.
È importante per insegnanti e genitori non attribuire esiti scarsi o insuccessi ad una mancanza di impegno, evitare di incolpare e fingere di non vedere le difficoltà del bambino.
Per aiutare il ragazzo ad affrontare le difficoltà è fondamentale innanzitutto riconoscerle e premiare i suoi sforzi per superarle.
Esagerare o fingere con complimenti sono comportamenti negativi: il tono di voce e la sincerità mostrano quando detti per consolare o quando invece per elogiare.
Riconoscere invece comportamenti adeguati o errori, con analisi chiare e sincere, permette al bambino di ragionare sulle proprie azioni, ricevere un feedback utile che possa aiutarlo a crescere e migliorarsi.
Comprendere la relazione tra i disturbi dell’apprendimento e disagi emotivi è, dunque, fondamentale per la gestione degli interventi.
La terapia psicologica è uno strumento utile alla comprensione e ideale per la prevenzione di disagi emotivi in ambiente scolastico e familiare.
Accompagnare il bambino in un percorso terapeutico lo aiuta a trattare problemi psicopatologici che solo uno specialista è in grado di evidenziare e guarire.
Se riconosci in queste parole il tuo bambino o hai anche solo interesse nell’approfondire questo tema, non esitare a contattarmi.