Comunicazione efficace: i 5 punti cardine per la Psicologia
“Quando non si pensa a quello che si dice è quando si dice quello che si pensa.”
Jacinto Benavente
La comunicazione efficace è uno strumento in grado di spalancarci enormi portoni nella vita, nel lavoro, in una relazione genitore-figlio o di coppia.
La comunicazione efficace è un pilastro fondamentale della vita e un tema tanto caro alla Psicologia. Si tratta di un argomento ampio e complesso, formato dalle basi di comunicazione e da tutte quelle tecniche e strategie in grado di aiutarci a comunicare in modo chiaro qualsiasi cosa, in qualsiasi situazione, e per raggiungere qualsiasi obiettivo.
Imparare a comunicare in modo efficace è un percorso di crescita personale per cui, in futuro, ringrazierai il te di adesso per aver mosso i primi passi con questo articolo.
Da adesso in poi impareremo cos’è la vera comunicazione efficace, ma soprattutto di cosa è fatta e cosa serve per migliorare la nostra comunicazione con gli esempi, i consigli, le strategie e le tecniche che la Psicologia ci insegna.
Cos’è la comunicazione efficace: tutte le basi
La definizione
La comunicazione efficace è la capacità di trasmettere, e ricevere, in modo chiaro, preciso e comprensibile informazioni ed emozioni utili a raggiungere un obiettivo.
Se dovessimo riassumere tutto questo in poche parole: tutta la comunicazione che genera valore è efficace.
Cos’è la comunicazione efficace per la Psicologia
La prima cosa da fare è rispondere (davvero) a questa domanda.
Cos’è la comunicazione?
“Parlare in continuazione non significa comunicare.”
Jim Carrey
Nella definizione più basilare di comunicazione questa è intesa come il processo che ci consente di trasmettere informazioni.
Se ci limitassimo a questa definizione, però, sarebbe comunicazione anche un’informazione non completa, non chiara, ma anche ricevuta male, ascoltata poco, oppure del tutto inutile.
Di che tipo di informazioni stiamo parlando?
La comunicazione riguarda solo informazioni pratiche, concrete o anche stati d’animo ed emozioni più “astratti”?
Riguarda solo parole o anche gesti, sguardi, comportamenti, toni ed espressioni non verbali?
E poi quante persone riguarda?
Comunica solo un mittente ad un destinatario, oppure anche un messaggio rivolto ad un intero pubblico distratto è una forma di comunicazione?
Queste lecite domande ci portano ad una definizione davvero completa di comunicazione, che dice:
Comunicare significa esprimere qualsiasi tipo di informazione (anche emozioni e stati d’animo) facendo in modo che il messaggio che io (mittente) desidero comunicare sia chiaro, venga compreso dall’ascoltatore a cui mi rivolgo (destinatario) considerando un possibile “rumore di fondo”, sia con le parole (linguaggio verbale) che con i gesti (linguaggio non verbale) e i toni (linguaggio paraverbale) e sia utile a raggiungere un obiettivo (comunicazione efficace).
La comunicazione quindi è un processo complesso che coinvolge più persone: non è un semplice scambio di contenuti ma si tratta di una relazione che influenza, plasma, cresce.
Tutto viene comunicato: chi sono, cosa penso di me, cosa penso dell’altro e come mi sento.
Quando l’influenza è positiva la comunicazione è efficace: gli interlocutori oltre a capirsi crescono insieme e si muovono nella stessa direzione di un obiettivo comune.
Ora che sappiamo che la comunicazione efficace non si serve solo delle parole, ma di diversi elementi fondamentali come il canale, il codice, il contesto, il rumore, le espressioni del linguaggio non verbale del corpo e i toni del linguaggio paraverbale.
Vediamo cosa sono.
Le basi della comunicazione: si parte da qui
Per comunicare in modo efficace, è essenziale comprendere le fondamenta che regolano ogni scambio comunicativo. La comunicazione non è un fenomeno casuale, ma un processo strutturato che coinvolge molteplici elementi, livelli e dinamiche.
In questo capitolo esploreremo i tre pilastri fondamentali della comunicazione prima di procedere all’ultima parte di questo articolo: 5 tecniche da acquisire per comunicare in modo efficace.
Il modello mittente-contenuto-destinatario
Sono tante le teorie e i modelli che nella storia della comunicazione hanno cercato di spiegarla nel migliore dei modi. Uno dei modelli più classici è quello che coinvolge tre attori principali:
- Mittente: colui che genera il messaggio, influenzato dalle sue intenzioni, emozioni e capacità comunicative.
- Contenuto: il messaggio vero e proprio, composto da informazioni, emozioni o richieste.
- Destinatario: la persona o il gruppo a cui il messaggio è diretto, con le proprie percezioni e filtri interpretativi.
Oltre a questi attori principali, il processo comunicativo include anche altri elementi chiave:
- Canale: il mezzo attraverso cui il messaggio viaggia, come la voce, il testo scritto o un gesto.
- Codice: il linguaggio e i simboli utilizzati per esprimere il contenuto, che devono essere condivisi e compresi da entrambe le parti.
- Rumore: tutto ciò che interferisce con il processo, come distrazioni ambientali, incomprensioni linguistiche o pregiudizi personali.
- Contesto: il quadro situazionale in cui avviene la comunicazione, che influenza il significato e l’interpretazione del messaggio.
Ogni scambio comunicativo è un delicato equilibrio tra questi fattori. Perché la comunicazione sia efficace, il mittente deve selezionare il canale e il codice più adeguati, anticipando eventuali rumori e tenendo conto del contesto e delle caratteristiche del destinatario.
I livelli della comunicazione: verbale, non verbale e paraverbale
“Non si può non comunicare”
Primo Assioma della Comunicazione, Paul Watzlawick
Questo concetto è il primo assioma della comunicazione formulato da Paul Watzlawick (leggili tutti qui), uno studioso e ricercatore della Scuola di Comunicazione di Palo Alto, in California, e ci dice che anche il silenzio è comunicazione.
La comunicazione non si limita a ciò che diciamo con le parole, ma coinvolge aspetti ben più complessi perché comunichiamo sempre, anche quando non ce ne accorgiamo.
I tre livelli della comunicazione sono i modi con cui possiamo comunicare, e sono:
- Linguaggio Verbale: le parole che scegliamo. Questo livello riguarda il contenuto esplicito del messaggio, le informazioni o i dati che vogliamo trasmettere. La precisione e la pertinenza del linguaggio verbale sono fondamentali per evitare fraintendimenti.
- Linguaggio Non verbale: i segnali che inviamo attraverso il corpo. Gesti, posture, espressioni facciali e il contatto visivo rappresentano un linguaggio parallelo e spesso più potente delle parole. Per esempio, un sorriso può trasmettere accoglienza, mentre una postura chiusa può suggerire difensività.
- Linguaggio Paraverbale: il modo in cui parliamo. Questo livello include il tono della voce, il ritmo, il volume e le pause. Una voce calma e rassicurante può rafforzare un messaggio positivo, mentre un tono aggressivo potrebbe minarne il contenuto, anche se le parole sono neutre.
Questi livelli operano simultaneamente e devono essere coerenti tra loro per evitare dissonanze comunicative. Un messaggio verbale positivo ma trasmesso con un tono ostile o un linguaggio del corpo contraddittorio rischia di generare confusione e perdita di fiducia.
L’equivalenza comunicazione-relazione
“Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione…”
Secondo Assioma della Comunicazione, Paul Watzlawick
Ogni atto comunicativo è, in fondo, un atto relazionale. Comunicare non significa solo trasmettere un’informazione, ma definire la relazione con il nostro interlocutore. La comunicazione costruisce, rafforza o modifica i legami personali, sociali o professionali.
Secondo la Scuola di Palo Alto, “non si può non comunicare”: ogni interazione, anche il silenzio, invia un messaggio che influenza il rapporto tra le persone. Questo assioma (leggili tutti qui) sottolinea come la comunicazione sia sempre bidirezionale e influenzata da aspetti emotivi e relazionali.
Ad esempio, un feedback costruttivo e rispettoso può rafforzare una relazione di fiducia, mentre una critica mal espressa rischia di incrinarla. La comunicazione efficace, dunque, non si limita al “cosa” si dice, ma coinvolge profondamente il “come” e il “perché”.
Capire che la comunicazione è una forma di relazione significa prestare attenzione non solo al contenuto, ma anche al modo in cui ci rapportiamo agli altri. È un equilibrio costante tra affermare la propria identità, rispettare quella dell’altro e costruire un legame che arricchisca entrambe le parti.
Ma come si fa a rendere il proprio modo di comunicare davvero efficace?
Vediamo insieme quali sono i 5 elementi fondamentali di una comunicazione efficace con degli esempi utili a trasformare tutte queste teorie in veri e propri strumenti per generare valore.
Le 5 C della Comunicazione: cinque tecniche per renderla efficace
Thomas Gordon, psicologo di fama internazionale e autore del celebre Metodo Gordon, ha dedicato gran parte della sua carriera allo studio di ciò che rende davvero efficace una comunicazione. Il suo approccio rivoluzionario, basato su principi come l’ascolto attivo, gli “io-messaggi” e il metodo “no lose” o “win-win”, è stato progettato per migliorare i rapporti interpersonali.
Ad esempio, gli “io-messaggi” riflettono i propri sentimenti e bisogni senza accusare l’altro, favorendo un dialogo costruttivo. Al contrario, i “tu-messaggi” possono risultare accusatori, innescando difese e ostacolando la comunicazione.
(“Mi sento trascurato quando non ascolti ciò che vorrei dirti” invece di “Non ti interessi mai degli altri”.)
Inoltre, Gordon suggerisce di evitare soluzioni in cui una parte vince e l’altra perde. Attraverso l’approccio win-win, si lavora insieme per trovare un compromesso che soddisfi entrambe le parti. Questo modello promuove relazioni basate su rispetto e cooperazione.
È sulla base di questi principi che sono nate le cinque tecniche fondamentali della comunicazione efficace.
1) Ascolto Attivo
“L’incapacità dell’uomo di comunicare è il risultato della sua incapacità di ascoltare davvero ciò che viene detto.”
Carl Rogers
L’ascolto attivo è la capacità di entrare pienamente in sintonia con l’interlocutore, dimostrando attenzione non solo al contenuto delle sue parole ma anche al tono, ai gesti e alle emozioni che esprime. Un ascolto di qualità implica sospendere i giudizi, evitare distrazioni e rimandare la propria risposta fino a quando non si è compresa a fondo la posizione dell’altro. L’ascolto attivo è il cuore pulsante della comunicazione efficace perché permette di costruire connessioni autentiche e di ridurre incomprensioni.
Esempio
Ascolta senza interrompere, mostra interesse con domande e chiedi conferma di aver capito bene.
“Se ho capito bene, ti senti frustrato perché il tuo contributo non è stato riconosciuto. È corretto?”
2) Chiarezza
La chiarezza è essenziale per trasmettere il proprio messaggio in modo diretto e comprensibile. Parlare chiaramente significa scegliere parole semplici, ordinare le idee in modo logico e assicurarsi che il messaggio sia privo di ambiguità. Una comunicazione chiara non solo facilita la comprensione, ma riduce anche il rischio di malintesi, creando una base solida per il dialogo.
Esempio
Sii specifico e usa parole semplici, fornendo dettagli precisi su ciò che desideri comunicare.
“La prima bozza deve essere pronta entro il 10 dicembre, così abbiamo tempo per il feedback e per rispettare la scadenza del 31 dicembre.”
3) Coerenza
La coerenza richiede che il messaggio verbale sia allineato con il linguaggio del corpo, il tono di voce e le emozioni espresse. Quando le parole dicono una cosa e i gesti ne suggeriscono un’altra, si genera confusione nell’interlocutore, minando la fiducia. La coerenza rafforza l’autenticità e garantisce che il messaggio venga percepito come genuino e credibile.
Esempio
Allinea il tuo linguaggio verbale con il tuo linguaggio non verbale per trasmettere fiducia e autenticità.
“Apprezzo le vostre opinioni.” (Detto mantenendo il contatto visivo e annuendo, non guardando il telefono.)
4) Empatia
L’empatia è la capacità di mettersi nei panni dell’altro, comprendendone emozioni, bisogni e prospettive. Non si tratta solo di “sentire con l’altro”, ma anche di comunicare questa comprensione in modo che l’interlocutore si senta accolto e valorizzato. L’empatia è il ponte che unisce persone diverse, favorendo la collaborazione e il rispetto reciproco.
Esempio
Riconosci e valida le emozioni dell’altro, mostrando comprensione e offrendo supporto.
“Capisco che questa situazione possa essere frustrante. Sono qui per aiutarti a trovare una soluzione insieme.”
5) Assertività
Essere assertivi significa esprimere i propri pensieri, sentimenti e bisogni in modo chiaro e rispettoso, senza risultare né passivi né aggressivi. L’assertività si basa sull’equilibrio: permette di affermare se stessi senza calpestare i diritti degli altri. È una competenza chiave per costruire relazioni sane, poiché promuove il dialogo aperto e il rispetto reciproco.
Esempio
Esprimi i tuoi bisogni o limiti con rispetto, evitando toni aggressivi o remissivi.
“Mi piacerebbe poterti aiutare, ma oggi non posso occuparmi di questo lavoro perché ho altre urgenze. Potrei farlo domani nel pomeriggio, per te andrebbe bene?”
Comunicazione efficace: i consigli di Psicologia
Vorrei concludere questo articolo con alcuni consigli ed esercizi pratici per aiutarti ad allenare questa nuova capacità comunicativa.
1) Non focalizzarti sul parlare, ma sull’ascoltare
2) Richiedi feedback e usa le critiche per crescere
3) Comunica anche (e soprattutto) le tue emozioni
4) Formati e studia, anche online, ma fallo!
Questi sono alcuni dei passi che puoi muovere in autonomia: scoprirai un mondo che comprende argomenti per te nuovi come la gestione delle emozioni, l’arte della giusta distanza o prossemica, l’assertività e l’importanza dell’errore e della critica.
Di tutto questo trovi consigli di valore nel mio blog, ma anche corsi professionali e lezioni online (le trovi cliccando qui sotto).
Se questo articolo ti è stato utile, clicca e continua il percorso che hai appena iniziato!