Siamo perché pensiamo, ma smettiamo di vivere se pensiamo ossessivamente
Ciò che ci distingue dagli animali è l’attività del pensiero che, se cede il passo all’intrusività dei pensieri ossessivi e rinuncia alla razionalità che la caratterizza, può in poco tempo trasformarsi in motivo d’ansia e preoccupazioni.

Cogito ergo sum.
In questa formula il filosofo e matematico francese Cartesio ha riassunto la complessità dell’esistenza.
Siamo perché pensiamo.
Ed è vero in tutta la semplicità delle tre parole che la compongono: l’evoluzione umana è merito proprio della capacità critica e mentale del nostro pensiero, un’abilità che ci porta a laurearci nel corso di studi che prima ci incuriosiva, a imparare un nuovo lavoro stimolante, eccellere nello sport e comprendere amici, parenti o partner, instaurando relazioni profonde.
Quando il pensiero, però, perde la libertà e si fa ossessivo, risulta particolarmente difficile riuscire a gestirlo senza farsi sopraffare dall’ansia che provoca.
E soprattutto, può capitare proprio ad ognuno di noi che un grande alleato come il pensiero diventi il primo “nemico” del sorriso, della vitalità e dell’energia che emaniamo.
Per liberarsene occorre prima di tutto comprendere effettivamente cosa sono i pensieri intrusivi, conoscere cosa può causarli e successivamente imparare a gestirli.
Tutte informazioni che ho raccolto nel corso di questo articolo!
Cosa sono i pensieri ossessivi o intrusivi
Conosciamo un po’ più da vicino i cosiddetti pensieri intrusivi.
I pensieri ossessivi, anche detti intrusivi, sono pensieri ripetitivi e involontari che si focalizzano su ansie, paure e preoccupazioni provocando ulteriore disagio soggettivo. La loro ossessività, che può diventare incontrollata, consuma le nostre energie mentali distogliendole dal momento presente che stiamo vivendo.
Ecco perché questi pensieri influenzano così negativamente anche i nostri comportamenti.
Come approfondiremo più avanti, dietro ai pensieri intrusivi c’è ansia e stress che si materializzano in previsioni mentali ripetute senza alcun controllo.
Più la ripetizione avviene e più risulta difficile da interrompere, caricando di realtà un pensiero che per definizione nasce come suggestione, come ipotesi eccessiva e come paura di un possibile scenario appunto immaginario.
Questi pensieri non sono quasi mai positivi.
Sono, infatti, spesso legati a paure o preoccupazioni preesistenti e la presenza del pensiero stesso può provocare ulteriore ansia e ulteriori ossessioni.
A volte, i pensieri ossessivi possono essere legati a diagnosi di DOC (Disturbo Ossessivo-Compulsivo).
Ci sono diversi tipi di pensieri in una varietà di disturbi d’ansia che però non per forza sono causa di tale diagnosi.
Li vedremo meglio in seguito.
Come funziona un pensiero intrusivo
Il nostro cervello è sempre vigile al pericolo per la salute del nostro organismo.
Dalla necessità di controllare eventuali situazioni da affrontare, e per evolversi costantemente verso una condizione migliore, il cervello attiva costantemente nuove connessioni per preparare la persona, per esempio, proprio ad un possibile pericolo.
Queste “prove” stimolano reazioni , anche emotive, che a loro volta determinano nuovi comportamenti finalizzati a gestire la paura e risolvere la situazione immaginata, come fosse reale.
Ma come funziona un pensiero intrusivo?
I pensieri ossessivi si sviluppano proprio da meccanismi come questo, sfuggendo però al controllo razionale.
Immagina la natura di un pensiero intrusivo come un vortice travolgente.
Più la corrente dei pensieri scorre e più risulta difficile interromperla, fino a che diventa tanto forte da trascinare il soggetto nel suo centro e condizionare in negativo la qualità della sua vita.
Leggerezza, energia e vitalità sono consumate nel tentativo di resistere alla forza della corrente che, proprio perché non conosci la giusta rotta per uscirne, è facile che ogni tanto “ti porti con sé” senza che tu sia in grado di controllarla.
Sia chiaro, lo scopo di questa metafora non è affatto spaventarti.
Proprio come il marinaio che naviga sicuro sulla propria rotta, il mio obiettivo in questo articolo è consegnarti tutte le informazioni per aiutarti a conoscere meglio ciò che ora magari ti limita contro la tua volontà, perché tu possa liberartene.
Ora che abbiamo approfondito cosa sono i pensieri ossessivi, vediamo cosa li causa e per cosa differiscono.
Le cause dei pensieri ossessivi
Spesso, le persone possono sperimentare ossessioni e pensieri ossessivi a causa di un periodo di stress prolungato. Questa condizione può interferire con la normale routine e, col tempo, svilupparsi in un disturbo ossessivo-compulsivo vero e proprio.
È naturale avere dubbi, incertezze e paura in certi momenti della vita, ma è altrettanto importante affrontare questi problemi in modo razionale per evitare che si trasformino in ossessioni, con tutte le conseguenze negative che ne possono derivare.
Il pensiero patologico si verifica quando iniziamo a credere acriticamente a tutto ciò a cui pensiamo, senza metterlo in discussione.
Le cause, dunque, sono da imputare ad ansie e preoccupazioni magari non affrontate, unite ad un periodo particolarmente delicato che ci rende più vulnerabili e allo stesso tempo meno capaci di affrontarle con razionalità.
Classificazione dei pensieri ossessivi: le tipologie più comuni
Ecco le tipologie di pensieri ossessivi più comuni:
Ossessioni per il controllo
- Ossessioni per la pulizia, lo sporco e la contaminazione
Sono pensieri che nascono dal dubbio di poter essere entrati in contatto (anche indirettamente) con sostanze ritenute sporche, pericolose o dannose per noi o per ciò a cui teniamo.
Questa ossessione solitamente innesca compulsioni di lavaggio che il soggetto, per evitare, scongiura con veri e propri rituali e abitudini ricorrenti.
Questi, da un lato lo tranquillizzano, dall’altro gli portano via una gran quantità di energie fisiche e mentali, rendendolo schiavo.
- Ossessioni per l’ordine, la simmetria e la perfezione
Si tratta di pensieri ossessivi che costringono il soggetto a mantenere un rigoroso controllo dell’ordine nei propri spazi e non solo.
Questo non coinvolge soltanto un ordine visivo e funzionale degli oggetti, ma si manifesta nella continua ricerca di simmetria, criteri di posizione e organizzazione che, se alterati, potrebbero provocare disturbi anche emotivi.
- Ossessioni di danno
Questi pensieri nascono dalla paura di provocare danni di tipo materiale, economico o emotivo a sé o agli altri, o dagli altri a se stessi.
La continua ricerca di prevenire una simile eventualità porta a manie di controllo.
Ossessioni aggressive verso sé e gli altri
- Ossessioni violente
In questo caso il soggetto subisce incontrollati impulsi di far male o di commettere azioni violente nei confronti di persone vicine, amici, parenti o conoscenze care. A volte possono manifestarsi anche verso sconosciuti.
Questa tipologia di pensiero ossessivo può declinarsi in…
- Ossessioni autolesive
Si tratta di pensieri aggressivi, lesivi e violenti su sé stessi che, come per le ossessioni violente, sorgono contro la volontà del soggetto.
Ossessioni sessuali
- Ossessioni sull’identità di genere e sull’omosessualità
Questa tipologia di ossessione stimola nel soggetto eterosessuale il dubbio di poter essere un omosessuale mediante la visualizzazione di ricorrenti immagini a sfondo sessuale.
- Ossessioni sul tradimento
Il ripetersi di pensieri intrusivi circa la fedeltà del proprio partner porta il soggetto a sviluppare reali dubbi sul sentimento di quest’ultimo nei propri confronti, uniti a volte da una sempre maggiore convinzione di non meritarlo.
Anche in questo caso, questi pensieri possono declinarsi in…
- Ossessioni sulla relazione
Questa tipologia di ossessione porta piccole e umane riflessioni o manifestazioni di desiderio erotico rivolto a persone diverse dal proprio partner, verso un sentito dubbio circa l’amore provato per il compagno o la compagna.
Questi pensieri potrebbero confluire in una condizione riconosciuta e definita “DOC da relazione”, tanto da limitare il naturale esprimersi dell’amore proprio a causa dei pensieri ossessivi che lo soffocano.
- Ossessioni sessuali
Si tratta di impulsi erotici rivolti ad “oggetti” sessuali sconvenienti e innaturali.
Così come la possibilità di ripetuti pensieri “attivi”, le ossessioni sessuali possono essere causate dalla paura di subire tali aggressioni a carattere erotico.
- Ossessioni blasfeme
- Ossessioni legate a scaramanzia e superstizione
Queste ossessioni sono legate alla convinzione che, se non rispettati precisi comportamenti, possano verificarsi situazioni o eventi negativi.
Anche in questo caso la (apparente) forma di controllo si manifesta con la ripetizione compulsiva di gesti, rituali e formule.
Le conseguenze dei pensieri ossessivi
Mi soffermo ora su un dettaglio a cui forse hai già fatto caso approfondendo le tipologie più comuni di pensieri ossessivi.
Se hai letto con attenzione, avrai trovato accostati pensieri apparentemente banali con impulsi patologici e più estremi.
Insomma, accanto a chi ha pensieri violenti c’è chi ha l’ossessione del gas acceso o della porta aperta.
Ci sono differenze?
Quali conseguenze hanno su di noi i pensieri ossessivi?
Nonostante l’apparente ovvietà di un ampio divario, la risposta è no: non ci sono differenze.
Una cosa che, infatti, hanno in comune tutte le tipologie di pensieri intrusivi è proprio l’ossessione, la ripetitività con cui si manifestano, tale da causare un disagio emotivo significativo.
Le cosiddette compulsioni, rituali che il soggetto attiva per prevenire i pensieri intrusivi, sono un tentativo di controllare e ridurre i pensieri.
Due esempi concreti.
Una persona con la fobia dei germi (ossessione) reagisce lavandosi ripetutamente (compulsione), così come chi ha l’ansia di dimenticare il gas accesso (ossessione) controlla i fornelli ripetutamente, a volte anche con rituali numerati (compulsione).
Come abbiamo visto prima, questi meccanismi di controllo sono risposte all’ansia che genera le ossessioni.
Ecco le conseguenze che timori e preoccupazioni possono provocare se non impariamo a gestirle: comportamenti compulsivi (nei casi più gravi definiti Disturbi Ossessivo-Compulsivi) e limitanti la libertà di vivere, un bene prezioso che dobbiamo difendere.

Pensieri ossessivi e ansia
Accanto a paure e timori personali, alcuni veri e propri disturbi d’ansia possono altrettanto portare a sviluppare ossessioni.
La causa, in questo caso, potrebbe essere la paura riposta in ciò che i disturbi hanno provocato in passato e che, dunque, potrebbero provocare in futuro.
Alcune somiglianze non bastano ad unire sotto un’unica categoria questi pensieri con quelli ossessivi, che si distinguono perché solitamente sviluppano comportamenti compulsivi.
In questo articolo siamo mossi dal desiderio di conoscerne la natura e le differenze, per comprendere come poterli gestire.
Non avvalerti però solamente di questo approfondimento, seppur completo.
Confrontati con il tuo psicoterapeuta: un percorso personale è infatti la tua opportunità per capire profondamente il senso dei tuoi sintomi accompagnato da uno specialista.
I disturbi d’ansia che possono provocare pensieri ossessivi
Ecco alcuni esempi di disturbi d’ansia che potrebbero diventare ossessioni:
Gli attacchi di panico sono intensi ed improvvisi attacchi d’ansia spesso accompagnati da difficoltà respiratorie, battito cardiaco accelerato e sudorazione. La sensazione di impotenza e lo stato di allerta in cui entra il soggetto, possono portare a sviluppare la paura ossessiva che un attacco di panico arrivi da un momento all’altro.
Quest’ansia preventiva si può manifestare con pensieri ricorrenti tanto da essere insopportabili e provocare ulteriore ansia.
- Disturbo da Stress Post Traumatico (PTSD)
Vivere un trauma può lasciare un ricordo indelebile nella memoria, anche emotiva.
Questa cicatrice può trasformarsi nella paura e convinzione che quello stesso evento traumatico si ripresenti.
- Fobie e Fobie Sociali
Quando la paura diventa irrazionale e persistente, prende il nome di fobia.
In questi casi, il pensiero ricorrente della fobia che più terrorizza il soggetto può portarlo a mettere in atto comportamenti ossessivi per tranquillizzarsi.
- Disturbo d’ansia generalizzato (GAD)
Il Disturbo d’Ansia Generalizzato (GAD) non è legato ad una causa specifica: il soggetto che ne soffre può mostrare sintomi ansiosi anche per qualsiasi cosa. Assecondarli, dandogli una parvenza di aderenza alla realtà, può portare a vere ossessioni.
Riconoscere i pensieri ossessivi
Nel cercare di riconoscere i pensieri intrusivi si può sovente essere portati a confonderli con altri tipi di pensieri disfunzionali come le ruminazioni, i rimuginii o le fissazioni.
Vediamoli insieme:
- Rimuginio mentale
Il rimuginio mentale è quando una persona si concentra su azioni future che ritiene pericolose, cercando di prevenirle e controllarle in anticipo.
- Ruminazioni
Le ruminazioni, a differenza delle ossessioni che riguardano situazioni presenti o future, si focalizzano sul passato e sono pensieri continui che analizzano ciò che è accaduto.
Il termine deriva dall’azione del ruminare, ovvero la masticazione ripetuta dello stesso alimento da parte di mammiferi erbivori come le mucche.
- Fissazioni
Ciò che distingue le fissazioni dalle ossessioni è la natura anche piacevole delle prime.
Sono spesso collegati a comportamenti più o meno consapevoli, ai quali però la persona può rinunciare.
Le fissazioni si concentrano verticalmente su un’attività specifica: una passione, un hobby o uno sport.
Di solito, le fissazioni non sono considerate patologiche, fintanto che i pensieri continui e l’energia dedicata ad una sola direzione non impediscono alla persona di dedicarsi ad altri aspetti della vita, come il lavoro e la famiglia, diventando così invalidanti e compulsivi.
Le differenze tra pensieri ossessivi e DOC (Disturbo Ossessivo-Compulsivo)
Come abbiamo avuto modo di notare prima, i pensieri ossessivi possono manifestarsi come sintomo di un Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC).
Ciò che distingue i pensieri ossessivi dai DOC è l’interferenza con la vita quotidiana.
Il soggetto che soffre di DOC, infatti, mette in atto comportamenti compulsivi per tenere sotto controllo i propri disturbi.
Chi soffre di disturbi ossessivo-compulsivi solitamente tiene nascoste le proprie paure e nasconde i meccanismi di difesa che adotta perché, consapevole della loro assurdità, ne prova vergogna.
A differenza dei pensieri intrusivi, che ricordo essere involontari, le compulsioni sono comportamenti ripetitivi e volontariamente seguiti per alleviare l’ansia.
Nonostante, poi, col tempo possano diventare automatismi, spesso è proprio la fatica che il continuo controllo comporta, a convincere la persona di aver bisogno di aiuto.
Disturbi ossessivi come liberarsene

Come eliminare i pensieri ossessivi?
Partiamo da una domanda che forse ti sarà familiare.
I pensieri ossessivi passano?
Se, cercando sollievo, ti è capitato di sperare in una risposta positiva, devi sapere che la soluzione che cerchi non è attendere passivamente che, così come i pensieri si fanno ingombranti nella nostra testa, da un momento all’altro spariscano con la stessa rapidità.
Per liberarsi dei pensieri ossessivi il percorso da compiere è prima di tutto personale, dunque i consigli che ti propongo potrebbero funzionare anche in breve tempo, oppure non avere effetto.
In questo caso, un percorso psicoterapico guidato da uno specialista, ti permetterà non solo di conoscere il senso dei tuoi pensieri, ma ti aiuterà a gestirli per dedicare tutti i tuoi sforzi al ben-essere che meriti.
Come sradicare dal principio il meccanismo mentale che genera i pensieri ossessivi:
Ancora prima dei consigli, ecco un “trucchetto” per riconoscere questi pensieri.
Solitamente, se facciamo attenzione a ciò che li genera, sarà facile notare che sono spesso introdotti dalla formula “E SE…”
Domandarsi “E se succedesse questo…” è già un pensiero intrusivo perché ci fa preoccupare per qualcosa che non è nemmeno detto che debba accadere.
Una volta riconosciuti i pensieri ossessivi…
Ecco i consigli per liberarsene
- Accettali
Nonostante possa sembrare l’ultima cosa da fare, è la prima!
L’incontrollabilità e l’ossessività dei pensieri, se evitati o soppressi, si fa semplicemente più incessante.
Accettare la presenza di un disagio è il primo passo per prenderne consapevolezza e muoversi nella direzione della sua conoscenza, interpretazione e infine risoluzione.
Per tornare alla metafora iniziale: accetta il fatto di essere in mezzo ad un mare in tempesta e, anziché farti prendere dal panico, osserva il vortice della corrente con distacco e razionalità.
- Rimandali
Una volta accettati i pensieri, rimandali ad un secondo momento.
Si tratta di una tecnica semplice che permette di non rispondere impulsivamente e irrazionalmente, ma “ingannare” la mente per alleggerire l’intensità dei pensieri e affrontarli con un “ci penso dopo”.
- Programmali
Programmare un momento preciso da dedicare ai pensieri ossessivi è un modo per non lasciarsi possedere dalle ossessioni. Prima rimandali, poi raccoglili in un piccolo contenitore prefissato durante la giornata, per limitare i momenti negativi e non condizionare il resto del tuo tempo.
- Limitali
Può costare fatica, ma impara a limitare l’intensità delle ossessioni, bloccando i pensieri con fermezza.
Alle volte un “Basta!” detto a voce alta può darti l’energia per rimandare un disagio o dimezzarne il peso.
- Rilassati
Trai energia ed equilibrio mentale dalla respirazione profonda, dalla meditazione e dal mindfulness: queste tecniche per alcuni potrebbero rivelarsi degli alleati in grado di affrontare con più controllo l’ansia e le ossessioni.
Se hai la sensazione che questi consigli da soli non bastino per aiutarti a gestire in autonomia dei pensieri troppo pesanti o ripetitivi, il consiglio più valido che posso darti è di rivolgerti ad uno psicoterapeuta.
Un percorso di psicoterapia è ciò che più ti aiuterà a rompere gli automatismi che cerchi di contrastare.
Eliminare del tutto un’ossessione è davvero difficile, soprattutto se ti affidi soltanto ai tuoi sforzi senza prima aver compreso davvero la causa alla base del loro sorgere.
Il rischio di una scelta simile, seppur meritevole, è una grande perdita di energia, tristezza e incapacità di godere della vita, con la possibilità di avere primi incontri con dinamiche depressive.
Mi piace vedere un percorso terapeutico come la piccola spinta che fa la differenza nel rompere le abitudini a cui facciamo fatica a sottrarci, per tornare a pensare alla vita!
Perché dopotutto Cartesio aveva ragione…
Siamo perché Pensiamo
C’è Percorso di Terapia che fa per me?
La risposta è Sì