La primavera e le nostre crisi esistenziali.
Per molti la primavera è vissuta come momento di rinascita, di creatività insomma un momento atteso e che oltre a dare leggerezza porta in sé la possibilità di rinnovamento. E’ la natura che ce lo insegna.
In questi ultimi due anni però sembra che la primavera venga messa in secondo piano, la pandemia e la crisi economica hanno spostato il focus e tutto ciò che non rientra in queste due categorie rischia, volontariamente o meno, di essere “svalutato”.
Quando viviamo una crisi, di qualsiasi tipo sia (esistenziale, di relazione, economica, personale) le nostre aspettative e le nostre speranze sembrano crollare, i nostri punti di riferimento sembrano svanire lasciandoci solo una visione pessimistica ed un senso d’impotenza che minano il nostro benessere ed il nostro equilibrio psicologico.
Quando siamo in crisi cambiano i nostri ritmi, i nostri ruoli, le nostre energie e soprattutto crollano le nostre certezze… i punti fermi si trasformano, ci troviamo quindi ad imparare a vivere una situazione nuova, sconosciuta, ma soprattutto ci troviamo a vivere una situazione che non abbiamo voluto nè cercato e che ci lascia totalmente nudi davanti ALL’INCERTEZZA.
E’ comprensibile che certe situazioni creino una sensazione di paura e di disagio, ma più ci attacchiamo ad esse, meno riusciremo a recuperare gli strumenti interiori per affrontare le difficoltà. Quindi la crisi di oggi ci pone delle sfide che non sono solo di tipo economico ma soprattutto psicologiche.
Se in questo momento la situazione ci impone di ricominciare da capo, bisogna farlo!
E’ la primavera una delle fasi della natura che ci insegna e concretamente ci dimostra come dopo un momento di “fermo assoluto” rinasce a vita nuova.
Anche noi possiamo essere creativi …e dire a noi stessi “non posso”, “non riesco” lo renderà solo più difficile e doloroso.
La crisi è un dato di fatto.
La reazione di molti è sentirsi spaventati, abbattuti, a volte anche depressi e si perde la voglia di andare avanti e di fare progetti. Dobbiamo combattere paura e panico per evitare di entrare in un circolo vizioso che rende difficile uscire da una situazione che ci schiaccia. Dobbiamo inserire la flessibilità e la famosa capacità di adattamento…dobbiamo saper cambiare obiettivi pensieri aspirazioni e comportamenti.
Dobbiamo cambiare l’ordine delle priorità!
Solo chi sa essere flessibile cogliendo il meglio da ciò di cui dispone in quel momento riesce a vivere da protagonista la sua vita…
Con queste premesse domandiamoci ora chi è davvero in crisi??
Chi è schiavo della crisi?
Chi la vive con rabbia.
Chi sta in aspettativa e non partecipa.
Chi si sente solo.
Chi sceglie di viverla in solitudine.
Chi non con-divide paura e coraggio.
Chi non chiede aiuto.
Chi si sente bloccato dalla stanchezza.
Chi si limita a lamentarsi o ad incolpare…
Eppure, proprio quando ci sembra di non riuscire a venirne fuori da soli, la più grande rete di risorse e di sostegno che abbiamo a disposizione è proprio la nostra famiglia, i nostri amici, la nostra comunità… lo scambio il confronto e il sostegno sono strumenti che ci possono aiutare a vedere ciò la paura ci nasconde…
C’è qualcosa che posso fare per vivere meglio di come sto facendo in questo mio momento di difficoltà o di crisi?
Il nostro obiettivo oggi è quello di darci la capacità di “resistere”, con creatività, intelligenza e determinazione, alle difficoltà e agli ostacoli.
Come i fiori scelgono di sbocciare anche su terreni impervi e aridi così anche noi possiamo scegliere di non fermarci di fronte a ciò che ci spaventa o non ci piace…siamo noi a poter/dover scegliere come vivere questa primavera…
Come resistere e uscire dalla crisi?
Utilizzando la resilienza!
Ma cos’è la resilienza?
E’ una capacità che ci aiuta a mantenere ferma la nostra emotività ed il nostro equilibrio psichico anche nelle avversità, ci mette nella condizione di “ricostruire” la nostra dimensione, il nostro percorso di vita, trovando una nuova chiave.
E’ quella “bizzarra” capacità di riuscire ad affrontare le avversità della vita e di resistere ai suoi urti.
La resilienza ci permette di uscire dagli ostacoli con una forza nuova, con una originalità imprevedibile, con risorse innate che non si capisce bene da dove arrivino e come si siano generate.
Ma quali sono le caratteristiche di chi è resiliente?
Senza dubbio la capacità d’introspezione, cioè capire in modo chiaro e meglio sè stessi, per comprendere esattamente da dove vengono quei sentimenti e quelle emozioni, come le speranze, i desideri, le delusioni, le amarezze, che caratterizzano e a volte “deformano” le nostre scelte.
C’è poi l’indipendenza, cioè la Prossemica: l’arte della giusta distanza, intesa come la giusta distanza emozionale che ci permette di non farci condizionare da esperienze passate e di avere quindi un’appropriata interpretazione.
Anche l’interazione è fondamentale: l’instaurare relazioni autentiche con gli altri e la creatività cioè la capacità di cogliere la regolarità nel disordine della nostra vita.
La resilienza ci porta anche ad essere estremamente allegri ma non l’allegria vuota e superficiale ma quella positiva che esprime fiducia nei confronti della vita.
Il perfetto resiliente è colui che con una buona autostima e una adeguata capacità di “problem solving” riesce a padroneggiare al meglio situazioni ed eventi.
In un momento della vita come questo, un supporto psicologico può aiutarci a ritrovare nuova energia, equilibrio, serenità e fiducia e può aiutarci ad alimentare la nostra autostima, come macchina che guida il percorso di resilienza ed il suo sviluppo.