La Psicosomatica

Anna Rossoni

psicosomatica significato psicologia e disturbi psicosomatici

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Psicosomatica: cos’è, disturbi e significato Psicologico

In questo articolo parliamo di Psicosomatica. Ti è mai capitato di affrontare un malessere che nessun farmaco sembra risolvere, oppure di sentire dolori o fastidi per cui i medici non riescono a trovare una causa chiara? Magari hai provato ogni esame possibile, ma tutto sembra “a posto”. Eppure, il disagio è reale e tangibile, e spesso diventa un compagno scomodo nelle tue giornate.

Forse, quello che il tuo corpo sta cercando di comunicarti non riguarda una disfunzione fisica, ma qualcosa di più profondo: le emozioni, lo stress, o il peso dei pensieri che si manifestano attraverso sintomi corporei. Questo è il cuore della psicosomatica.

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Psicosomatica: cos’è e cosa significa

Il significato del termine, formato dall’unione delle parole greche “psico” e “soma”, è che l’essere umano è un’unità inscindibile, un equilibrio delicato tra mente e corpo. Quando questo equilibrio si spezza, il corpo può diventare il mezzo attraverso cui la sofferenza emotiva o mentale trova espressione.

La psicosomatica si basa su una visione olistica dell’essere umano: mente e corpo non sono entità separate, ma parti di un sistema interconnesso. Questo approccio ha trovato un importante supporto nella moderna psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI), una disciplina che studia le relazioni tra il sistema nervoso, il sistema endocrino, il sistema immunitario e la psiche.

Grazie a questa prospettiva, oggi sappiamo che emozioni e stress possono influire sulle nostre funzioni vitali e sul nostro ben-essere fisico, ma soprattutto, è grazie alla terapia psicosomatica se oggi sappiamo come affrontarle. 

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In questo articolo ti porto a saperne di più sulle malattie psicosomatiche: perché vengono, quali sono le più comuni e che significato specifico ha ognuna di queste. 

Come curare una malattia psicosomatica? Anzi, come leggerla ed elaborarla?

Sarà questa in particolare la domanda a cui risponderemo insieme, così che tu, alla fine di questo articolo, abbia tutti gli strumenti necessari per superarla. 

La storia della Medicina Psicosomatica

Da sempre, l’essere umano si è interrogato sulle cause delle malattie e sul legame tra mente e corpo.

Nelle società primitive, la malattia era percepita come uno squilibrio che coinvolgeva l’intero essere umano, influenzato dalle forze soprannaturali. Lo sciamano, figura centrale, era al tempo stesso medico e guida spirituale, intermediario tra il mondo umano e quello degli spiriti. Questo approccio olistico rifletteva una visione unitaria dell’individuo e del cosmo, dove mente, corpo e ambiente erano profondamente interconnessi.

Nell’antica medicina cinese, questa concezione si sviluppò ulteriormente con il sistema dei meridiani e l’armonia tra Yin e Yang. La malattia era interpretata come uno squilibrio energetico, e le pratiche terapeutiche come l’agopuntura e la fitoterapia miravano a ristabilire l’equilibrio tra le forze vitali.

Con la filosofia greca, il legame mente-corpo trovò nuove espressioni. La medicina di Ippocrate postulava che la salute derivasse dall’equilibrio degli umori corporei: sangue, flemma, bile gialla e bile nera. Questo modello umorale non solo spiegava la malattia come una perdita di armonia, ma collegava il temperamento alla costituzione fisica e mentale dell’individuo.

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Anche nel pensiero romano, Galeno proseguì questa tradizione, sviluppando una visione integrata della malattia. Tuttavia, l’influenza del dualismo si rafforzò con il passare dei secoli, culminando nel Medioevo, dove la scienza medica rimase intrecciata con concezioni religiose e filosofiche.

Con il Rinascimento e l’avvento del metodo scientifico, si aprì una nuova era nella comprensione del corpo umano. René Descartes (meglio conosciuto come Cartesio) propose una distinzione netta tra res cogitans (mente) e res extensa (corpo), gettando le basi per un approccio meccanicistico alla medicina. Sebbene utile per l’analisi scientifica, questa separazione creò un problema fondamentale: la medicina moderna si trovò a curare il corpo ignorando, spesso, la mente.

Tuttavia, alcuni pensatori, come Claude Bernard, cercarono di superare questa dicotomia. L’introduzione del concetto di omeostasi rappresenta un tentativo di riconciliare la complessità dell’organismo umano come sistema integrato e autoregolante.

Carl Gustav Jung, psichiatra e fondatore della psicologia analitica, aggiunse una dimensione simbolica al legame tra mente e corpo. Per Jung, il corpo era il mezzo attraverso cui l’inconscio si esprimeva. Le malattie potevano rappresentare conflitti interiori o tensioni irrisolte tra la maschera sociale (la “persona”) e il Sé, la totalità dell’individuo. La sua idea dell’inconscio collettivo, popolato da archetipi, sottolineò come i disturbi potessero riflettere temi universali e spirituali, spingendo l’individuo verso un percorso di trasformazione e individuazione.

È l’Ottocento che vide l’emergere di una nuova prospettiva grazie al famoso psicanalista Sigmund Freud. Dimostrò infatti come i conflitti psichici repressi potessero manifestarsi attraverso sintomi corporei. Questo approccio, inaugurato con lo studio sull’isteria, aprì la strada alla comprensione scientifica del legame tra mente e corpo.

Allo stesso tempo, Wilhelm Reich introdusse un lavoro diretto sul corpo nell’ambito della psicoanalisi, influenzando metodologie successive come l’analisi bioenergetica di Alexander Lowen. Questi approcci sottolinearono l’inscindibilità della mente e del corpo, gettando le basi per la psicologia psicosomatica.

Tra gli anni Quaranta e Cinquanta, Franz Alexander e Helen Dunbar diedero nuovo slancio alla medicina psicosomatica, dimostrando che conflitti psicoemozionali potevano influenzare il sistema neurovegetativo e contribuire allo sviluppo di malattie. La ricerca si estese ulteriormente con lo sviluppo della psiconeuroendocrinoimmunologia (P.N.E.I.), che evidenziò le connessioni profonde tra mente, sistema endocrino e sistema immunitario.

Parallelamente, si è osservata una rivalutazione del corpo nella sua dimensione simbolica. In Italia, Ferruccio Antonelli introdusse il concetto di brositimia, descrivendo il “sentimento ingoiato” come una chiave per comprendere la somatizzazione dell’ansia e dello stress.

le malattie psicosomatiche

La Psicologia Psicosomatica

Oggi, la psicologia psicosomatica rappresenta un approccio che considera la persona nella sua interezza. Questo approccio non si limita a distinguere tra il fisico e il mentale, ma li integra, considerando la malattia non come un evento isolato ma come l’espressione dell’interazione complessa tra dimensioni corporee, emotive e psicologiche.

 Le tecniche moderne, come il rilassamento, la mindfulness e l’EMDR, mirano a creare un dialogo profondo tra il mondo corporeo e quello emotivo, restituendo significato ai sintomi come espressione di un disagio più ampio.

La psicologia psicosomatica si configura quindi come un ponte tra medicina e psicologia, unendo le prospettive di entrambe le discipline per offrire una lettura più completa della sofferenza umana. Non si tratta solo di curare i sintomi o di comprendere il disagio emotivo, ma di investigare come il paziente vive la propria malattia, come percepisce il proprio corpo, e come i conflitti interiori si manifestano attraverso il soma. Questo approccio integrativo promuove un dialogo profondo tra terapeuta e paziente, esplorando il significato personale del malessere.

Questo modello non contrasta la medicina tradizionale, ma la completa, ampliandone gli orizzonti e ricordando che prendersi cura della salute significa occuparsi non solo del corpo biologico, ma anche del vissuto emotivo e psicologico del paziente.

Le malattie psicosomatiche: cosa sono?

Una malattia psicosomatica si definisce come una risposta fisica a un disagio mentale o emotivo. Stress, ansia, paura o preoccupazioni possono diventare fattori scatenanti che si traducono in sintomi fisici. Questi sintomi non derivano né da una condizione medica specifica né dagli effetti di sostanze, ma dalla complessa interazione tra mente e corpo.

Ogni giorno, ad esempio, le emozioni influenzano il nostro corpo: la paura fa sudare freddo, l’amore accelera il battito cardiaco, l’ansia può far contrarre lo stomaco. Queste reazioni, del tutto naturali, ci mostrano quanto mente e corpo siano intimamente connessi.

Le malattie psicosomatiche sono disturbi in cui il corpo manifesta sintomi fisici reali, come dolore, nausea o tensione, senza che vi sia una causa organica identificabile. A differenza di ciò che si potrebbe pensare, questi sintomi non sono immaginari, ma rappresentano una risposta del corpo a un disagio psicologico.

In questa chiave di lettura, anche i sintomi fisici hanno quindi un significato fondamentale: rappresentano il segnale, il campanello d’allarme che qualcosa in noi non va.

Possono parlare di un rifiuto, di un’incapacità, di un bisogno, di una paura o di una situazione che stiamo ignorando.

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Il corpo, a sua volta, in psicosomatica è visto come un libro aperto, il palcoscenico dove tutte queste espressioni trovano il modo di manifestarsi. Ogni rigidità muscolare o sintomo fisico racchiude una storia, fatta di emozioni trattenute, paure e desideri inespressi. 

Le cause e i meccanismi delle malattie Psicosomatiche

Le malattie psicosomatiche sono il risultato di una reazione del corpo a emozioni non espresse, come stress, ansia o frustrazione.

Quando non riusciamo a gestire o esprimere adeguatamente le nostre emozioni, il nostro corpo risponde con sintomi fisici, attraverso un processo noto come somatizzazione. 

Immagina di essere sotto stress: una situazione che ti preoccupa o che ti fa arrabbiare. Mentre affronti questi momenti di tensione, il tuo corpo inizia a reagire, a livello fisico. A volte, queste risposte possono essere brevi e innocue, come un battito cardiaco accelerato o una sudorazione improvvisa. Altre volte, però, se lo stress persiste o non viene gestito correttamente, il corpo reagisce in modo più intenso, manifestando sintomi che non sono facilmente spiegabili da un problema fisico immediato. 

Il meccanismo della somatizzazione

La somatizzazione è un processo in cui il disagio psicologico, come l’ansia o la frustrazione, trova “uscita” nel corpo. In pratica, il corpo diventa un canale attraverso cui la mente comunica il proprio malessere. Quando non riusciamo a esprimere le nostre emozioni, o quando viviamo esperienze stressanti che non siamo in grado di elaborare, il corpo può “prendersi carico” di queste tensioni, trasformandole in sintomi fisici. Questo accade per vari motivi, ma uno dei principali è legato alla nostra risposta biologica allo stress.

Il ruolo del cortisolo

Per capire come avviene questa trasformazione, dobbiamo entrare nel vivo di un processo biologico che coinvolge un ormone fondamentale per la nostra reazione allo stress: il cortisolo. 

Il cortisolo è prodotto dalle ghiandole surrenali in risposta a situazioni che percepiamo come pericolose o stressanti. È stato programmato nel nostro corpo per aiutare a fronteggiare situazioni di pericolo immediato, come un attacco di un predatore o un pericolo improvviso. In questi casi, il cortisolo attiva una serie di meccanismi fisiologici per preparare il corpo a reagire: aumenta la frequenza cardiaca, accelera la respirazione, prepara i muscoli per un’eventuale fuga o lotta, e riduce l’attività non essenziale come la digestione.

Questa risposta è perfettamente funzionale per affrontare situazioni acute. Ma cosa succede quando lo stress diventa cronico, quando il nostro corpo è costantemente in allerta, anche senza un pericolo immediato?

Nei momenti di stress acuto, l’attivazione del sistema nervoso simpatico è molto forte, preparando il corpo alla cosiddetta “lotta o fuga”. Tuttavia, se lo stress diventa cronico, l’equilibrio tra il sistema simpatico e parasimpatico (responsabile del riposo e del recupero) si rompe, e il corpo non riesce più a riprendersi correttamente.

La presenza persistente di cortisolo nel sangue può avere numerose conseguenze negative:

  • Tensione muscolare e dolori: uno degli effetti più evidenti è la tensione muscolare. Lo stress costante porta i muscoli a contrarsi, generando dolori che possono evolvere in cefalee muscolo-tensive. I muscoli tesi diventano fonte di disagio e, a lungo andare, questa tensione cronica può causare affaticamento e una generale riduzione della forza.
  • Stanchezza e debolezza: l’eccesso di cortisolo può anche compromettere l’energia complessiva del corpo. La produzione costante di questo ormone affatica il sistema immunitario, riduce la capacità di recupero fisico e mentale e porta a una sensazione di fatica cronica.
  • Disturbi digestivi: un altro effetto del cortisolo è la sua influenza sull’apparato gastrointestinale. In situazioni di stress, il corpo sospende temporaneamente la digestione per concentrare le energie su altre funzioni vitali. Questo, nel lungo periodo, può portare a disturbi gastrici, come gastriti, reflusso acido o difficoltà digestive.
  • Scompensi cardiaci: con il rilascio continuo di cortisolo, il cuore lavora a un ritmo accelerato, il che può favorire l’insorgenza di crisi cardiache o peggiorare condizioni cardiache preesistenti. Il cuore, costretto a lavorare senza tregua, può iniziare a soffrire.
  • Problemi immunitari: il cortisolo è noto per inibire la risposta immunitaria. Se il corpo è esposto a livelli elevati di questo ormone per lunghi periodi, la capacità di combattere infezioni diminuisce, aumentando il rischio di malattie.

Ora, mettiamo insieme la somatizzazione e l’effetto del cortisolo, ed ecco spiegato il meccanismo delle malattie psicosomatiche.

Tuttavia, le malattie psicosomatiche non sono il risultato di un singolo fattore, e il grado di intensità di ognuna dipende da altrettanti fattori: la durata dello stress, la capacità del corpo di recuperare, e la predisposizione individuale. 

Le più comuni malattie psicosomatiche e il loro significato

Le malattie psicosomatiche possono colpire vari organi e sistemi del corpo, a seconda del tipo di disagio emotivo che l’individuo sta affrontando. 

Ogni disturbo psicosomatico può essere correlato a una particolare parte del corpo, che diventa il “bersaglio” o meglio la “voce” attraverso cui il malessere interiore si esprime. Ecco un elenco dei disturbi psicosomatici più comuni, suddivisi per apparato o sistema:

1. Apparato Cardiovascolare

  • Tachicardia: battito cardiaco accelerato, spesso legato a situazioni di stress o ansia.
  • Ipertensione: aumento persistente della pressione sanguigna, spesso causato da preoccupazioni e ansie.
  • Aritmie: irregolarità nel battito cardiaco, spesso connesse a periodi di forte stress emotivo.
  • Cardiopatia ischemica: ridotto flusso di sangue al cuore, che può essere scatenato da ansia cronica o stress.

2. Sistema Immunitario

  • Herpes simplex e Herpes zoster: infezioni cutanee legate a stress prolungato che indebolisce il sistema immunitario.

3. Apparato Gastrointestinale

  • Gastrite e ulcera peptica: infiammazioni dello stomaco causate da stress acuto o cronico.
  • Colite ulcerosa e colite spastica: infiammazioni dell’intestino, spesso associate a tensioni emotive non espresse.
  • Diarrea funzionale e nausea: disturbi legati a problemi emotivi come ansia e preoccupazioni.
  • Rettocolite emorragica e piloro spasmo: malattie infiammatorie che possono essere influenzate da stress psicologico.

4. Sistema Uro-Genitale

  • Dolori mestruali: spesso legati a stress o a difficoltà emotive durante il ciclo.
  • Impotenza e eiaculazione precoce: disfunzioni sessuali connesse a stress psicologico.
  • Anorgasmia: difficoltà a raggiungere l’orgasmo, che può derivare da blocchi emotivi.
  • Enuresi: incontinenza urinaria, spesso connessa a stress psicologico.

5. Sistema Respiratorio

  • Asma bronchiale: crisi respiratorie legate a tensione emotiva, paura o ansia.
  • Iperventilazione e dispnea: difficoltà respiratorie spesso provocate da attacchi di panico o stress emotivo.

6. Sistema Cutaneo

  • Psoriasi e acne: malattie della pelle legate a conflitti emotivi e stress.
  • Dermatiti, prurito, orticaria: reazioni cutanee che indicano un disagio emotivo.
  • Secchezza della pelle e delle mucose: sintomi che spesso si manifestano quando si vive una tensione cronica.
  • Sudorazione eccessiva e irritazioni cutanee da stress: segni evidenti di un corpo in continuo stato di allerta.

7. Sistema Muscolare e Scheletrico

  • Cefalea (mal di testa): un dolore comune legato a stress e tensione muscolare.
  • Emicrania: dolore che può essere innescato da stress psicologico prolungato.
  • Crampi muscolari, torcicollo e fibromialgia: dolori muscolari causati da una costante tensione emotiva.
  • Dolori al rachide e artrite: infiammazioni muscolari e articolari che possono essere influenzate dallo stress.

8. Disturbi Alimentari

  • Anoressia, bulimia e binge eating: disturbi legati a un disfunzionamento emotivo che si manifesta attraverso il controllo o l’abuso del cibo.

Come capire se una malattia è psicosomatica

Capire se una malattia ha natura (in gergo “eziologia”) psicosomatica, non è sempre immediato. Fortunatamente ci sono alcuni segnali che, prima di intraprendere un percorso di guarigione, aiutano a comprendere meglio se la causa è di origine fisica o emotiva e sono:

  • Non ci sono cause fisiche chiare: quando il medico non riesce a identificare una causa fisica specifica per un sintomo persistente, è importante prendere in considerazione l’origine psicosomatica. Questo può accadere soprattutto in presenza di esami medici negativi o quando i sintomi non rispondono ai trattamenti tradizionali.
  • La malattia si manifesta dopo periodi di stress o traumi emotivi: molti disturbi psicosomatici iniziano o si acuiscono in concomitanza con eventi stressanti o periodi di forte conflitto emotivo. Se i sintomi fisici si manifestano dopo una separazione, una perdita, una malattia grave, un periodo di stress al lavoro o difficoltà relazionali, potrebbero esserci radici psicologiche da esplorare.
  • I sintomi emergono in risposta a emozioni specifiche: le malattie psicosomatiche spesso si innescano o si intensificano in risposta a emozioni particolari come paura, ansia, frustrazione o rabbia. Se un paziente nota che un sintomo fisico emerge o peggiora in situazioni di forte emotività, è un segnale che potrebbe esserci una connessione psicologica.
  • La malattia persiste nonostante il trattamento medico: se un sintomo fisico non risponde ai trattamenti medici convenzionali o peggiora nonostante gli sforzi per curarlo, un terapeuta psicologico potrebbe sospettare che ci sia un’origine psicosomatica. Le malattie psicosomatiche non rispondono facilmente ai farmaci o alle terapie fisiche, perché sono spesso il risultato di conflitti interni non risolti.
  • Si nota una risposta ai trattamenti psicoterapeutici: un indicatore fondamentale per determinare se una malattia è psicosomatica è l’efficacia della psicoterapia. Se un paziente che soffre di un disturbo fisico mostra significativi miglioramenti durante il trattamento psicologico, è probabile che la causa del suo disturbo risieda in un conflitto psico-emotivo.

Come si cura una malattia psicosomatica

Il nostro corpo ha una straordinaria capacità di guarire, ma solo quando sa (davvero) cosa sta affrontando. L’errore più comune che commettiamo quando affrontiamo una malattia psicosomatica è infatti quello di concentrarci solo sul trattamento del sintomo fisico, dimenticandoci della sfera emotiva, della componente psicologica.

Questo è il motivo per cui, nella maggior parte dei casi, il nostro disturbo sembrerebbe sparire, per poi riapparire cambiato, mutato, ma sempre presente.

In questo articolo spero di averti passato con energia che il corpo e la mente sono strettamente connessi, e che per guarire completamente bisogna considerare entrambe queste dimensioni. Non basta eliminare i sintomi fisici per ottenere una guarigione duratura: è essenziale esplorare e affrontare le cause psicologiche che li hanno scatenati.

La psicoterapia ci aiuta a esplorare queste connessioni, insegna ad ascoltare, porta a comprendere in modo più profondo noi stessi, i nostri disturbi e ogni loro sintomo.

Affrontare una malattia psicosomatica richiede tempo, ma è un percorso di guarigione possibile. Se riconosci te stesso in questi segnali, il primo piccolo grande passo che puoi compiere per te stesso è cercare supporto, nella direzione giusta.

Non è meglio essere malati e sentirsi bene, invece che essere sani e sentirsi malati?

Anna Rossoni

Dott.ssa Anna Rossoni laureata in Psicologia presso Università di Padova, specializzata in medicina Psicosomatica presso Università di Padova.

Iscritta all’albo degli Psicologi del Veneto n.3953 sezione A.

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