Ulcera gastrica (stomaco) e medicina Psicosomatica

Anna Rossoni

ulcera gastrica allo stomaco

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Indice

Cos’è l’ulcera gastrica e quali sono i suoi sintomi

Partiamo dalle definizioni: l’ulcera gastrica è un’erosione, generalmente di forma tondeggiante, dello strato di mucosa che riveste l’interno dello stomaco. La causa dell’insorgere dell’ulcera gastrica è riconducibile ai succhi gastrici acidi, presenti nello stomaco, e responsabili della digestione.

L’ulcera è una di quelle malattie a cui la medicina tradizionale riconosce l’appellativo di “psicosomatica”.

Definire l’ulcera gastrica una malattia psicosomatica significa dunque individuare tra le cause dell’aumento di acidità nello stomaco, fattori quali ansia e stress. Tra i rimedi, invece, un intervento farmacologico volto ad eliminare il sintomo.

Per la medicina psicosomatica la malattia è vista come un segnale, un messaggio e un’opportunità per fermarsi a capire ciò che il nostro corpo ci sta comunicando.

La medicina Psicosomatica e la relazione mente-corpo

E’ sorprendente vedere il grande potere che ha la nostra mente nel condizionare il corpo.

Sono molte e altrettanto importanti le interazioni corpo-mente in grado di condizionare la nostra vita e l’andamento di molte patologie, tra le quali anche l’ulcera da stress.

Le indagini statistiche testimoniano che tre malati su quattro vanno dal medico per parlare di loro e dei loro problemi. Più o meno inconsapevolmente, dunque, il 75% di noi collega i disturbi organici con i disagi psichici.

In realtà le emozioni e gli affetti abitano il corpo tanto quanto lo stomaco, la tiroide, l’intestino: tutto sta a intenderne il linguaggio.

Il corpo, così, si anima di significati e ci parla di noi: le malattie diventano un messaggio simbolico con cui l’organismo esprime i disagi profondi dell’individuo. Abbiamo indagato più volte che il nostro corpo è una sorta di corpo-teatro sul quale “mettiamo in scena”, consapevolmente o meno, i nostri disagi emotivi.

Imparare a decifrare i segnali del corpo attraverso una lettura simbolica è un validissimo aiuto per arrivare ad una presa di coscienza della necessità di doversi orientare verso un cambiamento, verso un nuovo stile di vita più adatto alla nostra personalità e al nostro sentire, che ci permetta di non dover “digerire” quel che non vogliamo.

La medicina psicosomatica si occupa proprio di trovare le connessioni tra mondo emozionale e corpo, tra sintomi fisici e bisogni psichici

Indigestione “mentale”

Quante volte abbiamo usato la frase “Quante ne ho dovute mandar giù” oppure: “Questa cosa proprio non la digerisco” o ancora:  “Il tuo comportamento mi dà la nausea!”, “Quell’uomo è disgustoso!

Si può notare immediatamente una netta connessione tra il cibo e i contenuti psichici, tra l’apparato digerente e ciò che dobbiamo quotidianamente assorbire e mandare giù.

Attenzione però che digeriamo ed elaboriamo anche i contenuti mentali.

Nella cosiddetta acidità di stomaco, per esempio, si ha un lavoro continuo dei succhi gastrici anche in assenza di cibo, come se quest’ultimo si dimostrasse sempre insufficiente o inadeguato.

Un pensiero, una critica o un rifiuto se trattenuti e non esternati possono dunque risultare metaforicamente cibo indigesto “sullo stomaco”, che in risposta continua a produrre (stavolta fisicamente) succhi gastrici.

Proprio questa produzione eccessiva e inutile è la causa di possibili acidità e ulcere.

Stiamo forse “tentando di digerire” un cibo metaforico, magari indigesto per noi? Un’emozione o un giudizio, un pensiero che ci soffoca?

Lo stomaco

Nello stomaco l’azione che si compie è volta alla digestione ed elaborazione del cibo/contenuto mentale in questione. 

E’ per questo che la caratteristica più importante per il cibo è la leggerezza ovvero la digeribilità: l’alimento pesante che “resta sullo stomaco” è qualcosa di non facilmente digeribile. Può rappresentare, quindi, un contenuto mentale (sentimento, esperienza, pensiero) di non facile elaborazione.

Non a caso chi “ha stomaco” è colui che dimostra di saper mandar giù bocconi amari, e la metafora si lega perfettamente a chi dimostra coraggio e resistenza sul versante psichico e affettivo-emozionale.

Il significato dell’ulcera gastrica (stomaco)

Lo stomaco è un organo di passaggio trasformativo di ciò che viene assunto (cibo e non) dal mondo esterno e rappresenta simbolicamente un passaggio maturativo a livello di personalità.

Anche la collocazione dell’ulcera assume un significato simbolico. Più l’erosione della mucosa gastrica è vicino all’imbocco dello stomaco e più facilmente avrà il significato di una sorta di “sentinella” vigile sul tipo di cibo da “far passare” perché questo non “roda” al momento del passaggio.

L’ulcera duodenale, situata nel tratto superiore dell’intestino tenue e che lascia dunque transitare il cibo nello stomaco, “rode” invece al momento della “separazione”.

Ha, in questo caso, il significato di una difficoltà a “lasciar andare” fuori da sé ciò che è stato elaborato interiormente.

Chi è l’individuo ulceroso?

I tratti della personalità dell’individuo ulceroso sono principalmente quelli riscontrabili nella cosiddetta “personalità dell’uomo di successo”, o di colui che “vuole arrivare”. Il buon senso comune tende ad avvicinare l’ulcera allo stress, e spesso si associa una vita caratterizzata da un ritmo vorticoso e da un’attività molto intensa con il rodersi interiore caratteristico appunto dell’ulcera.

Qualcosa c’è di vero in tutto questo, ma la prospettiva di una “corrosione” dovuta allo stress è troppo semplificante, così come proporre la troppo facile equazione uomo di successo=ulcera.

Cosa può provocare l’ulcera: le cause psicosomatiche

E’ il conflitto nascosto che determina l’insorgenza dell’ulcera.

L’uomo che aspira al successo cerca, attraverso questo, una sorta di libertà dalla dipendenza e dunque aspira ad all’idea di una gestione autonoma di se stesso.

Ad una ostentata autonomia ed indipendenza corrisponde però, ad un livello più profondo, un bisogno insoddisfatto di calore e di affetto.

L’ulceroso è dunque un soggetto inquieto, che vive in conflitto: cerca, attraverso un atteggiamento risoluto, di mascherare le proprie incertezze e i propri bisogni nascosti di dipendenza.

Così il malato di ulcera può reprimere i suoi desideri infantili, che possono rimanere assolutamente inconsci e risultare addirittura contrastanti con una personalità che cerca di compensarli attraverso un’energica affermazione di autonomia; senza sapere che si possono anche esprimere apertamente e scontrarsi con l’incomprensione del mondo esterno.

Quando insorge l’ulcera e come capirlo

Un aspetto importante da sottolineare riguarda l’età in cui l’ulcera compare.

Ulcera in adolescenza

Proprio per il fatto che il conflitto centrale riguarda la dicotomia autonomia-dipendenza, possiamo pensare che una fase “gastrica” attraversi la vita di ciascuno di noi. Che vi sia, cioè, un momento della vita, identificabile intorno all’adolescenza, in cui è del tutto naturale far fatica a “digerire” certi “bocconi amari”.

L’insorgere di un’ulcera precoce, durante l’adolescenza, esprime dunque che i conflitti sono particolarmente accentuati, che si prova un’estrema fatica a distaccarsi dal mondo materno protettivo e rassicurante.

Ulcera in età avanzata

Un’ulcera che invece si genera in età avanzata depone a favore di una situazione conflittuale insorta a causa di particolari condizioni esterne, che attivano un ritorno all’infanzia, risvegliando una necessità di dipendenza.

Non è difficile immaginare le situazioni che per l’ulceroso risultano particolarmente a rischio. Da un lato, quando qualcosa va storto viene automaticamente sollecitata una reazione di rabbia o d’ira. Dall’altro, invece, la buona educazione, le convenzioni o uno stato di sudditanza possono impedire al soggetto di manifestare i propri sentimenti, obbligandolo ad una repressione che gli risulta pesante da sopportare.

A fianco alla possibilità di attacchi periodici in concomitanza con situazioni ricorrenti, è possibile un’emergenza particolare che può attivare una grave crisi, esprimendosi in un unico attacco violento o in una serie di attacchi ravvicinati durante un certo periodo.

Mi è arrivata improvvisamente una promozione con trasferimento, mi sono trovato così di colpo ad avere più responsabilità e a dover lasciare i miei genitori per andare a vivere da solo. E’ stato in questo periodo che ho avuto le prime fitte allo stomaco”.

Ciò che accomuna situazioni come questa (matrimonio, nascita di un figlio, separazione o trasloco, un lungo viaggio) è il rapporto fra dipendenza e autonomia. Quel senso di sicurezza che può esser dato da situazioni familiari in senso lato, viene rotto da eventi che richiedono, da parte del soggetto, un’assunzione di responsabilità o, per lo meno, la presa d’atto di un cambiamento significativo.

La crisi avviene dunque nel momento in cui è sollecitato un rapporto col mondo esterno ed è richiesto un cambiamento

Succede allora un po’ come in quel detto popolare: “Chi lascia il vecchio per il nuovo, sa quel che lascia ma non sa quel che trova”.

Come guarire l’ulcera allo stomaco e rispondere favorevolmente alla crisi interiore

La vita di oggi in modo particolare, con i miti di autorealizzazione e “dover arrivare”, induce facilmente ad assumere atteggiamenti mascherati nei confronti della dipendenza.

Oggi confessare di dipendere da qualcosa o da qualcuno appare la confessione di una “debolezza”, della quale ci si immagina che tutti quanti possano approfittare.

Per l’ulceroso è fondamentale riuscire a vivere positivamente la dipendenza, imparando ad accettarla e, sull’altro versante, consentirsi piccoli spazi di autonomia che mettano nella condizione di “assimilare” progressivamente e “digerire” i problemi che si presentano.

La medicina psicosomatica risulta lo strumento ideale per comunicare  con sé stessi, e con il proprio stomaco. I sintomi di un’ulcera gastrica allo stomaco, infatti, sono un campanello d’allarme che la terapia psicosomatica legge e comprende. Indagando le necessità interiori saremo così in grado di guarire il dolore fisico ma soprattutto il malessere psichico

Anna Rossoni

Dott.ssa Anna Rossoni laureata in Psicologia presso Università di Padova, specializzata in medicina Psicosomatica presso Università di Padova.

Iscritta all’albo degli Psicologi del Veneto n.3953 sezione A.

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