Identikit del figlio adolescente.

Anna Rossoni

identikit del figlio adolescente

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Identikit del figlio adolescente

Perché è cosi importante delineare una sorta di “identikit del figlio adolescente”?
Gli adolescenti sono ragazzi e ragazze che si trovano a vivere un periodo di grande e profonda trasformazione, in ogni loro sfera: da quella emotiva a quella fisica, sociale, affettiva… Le loro reazioni di fronte a queste trasformazioni sono diverse e molteplici, generando spesso, insicurezze, paure e inquietudini.

E’ questa dunque una fase di passaggio che genera uno stato di profonda instabilità.
Le sostanziali trasformazioni sia a livello fisico che a livello psicologico, i conflitti con sé e con gli adulti, le esigenze di autonomia e indipendenza e la ricerca di un’identità stabile, inducono i ragazzi ad assumere spesso atteggiamenti critici, sfidanti e provocatori, nei confronti dei genitori.

L’adolescenza oggi viene riconosciuta come una fase della vita particolarmente delicata, in cui i ragazzi sperimentano tantissime emozioni.

Cosa prova l’adolescente?

Prova un desiderio di autonomia, un bisogno di indipendenza che lo proietta nel futuro, che pur attraendolo contemporaneamente teme. Per questa ragione i giovani si alleano più facilmente ai gruppi e danno molta più importanza ai propri coetanei che agli adulti.

Un’altra caratteristica dei ragazzi è quella di voler dimostrare di non aver bisogno dei genitori ma nel loro intimo hanno ancora bisogno di contatto fisico e di coccole.

La trasformazione fisica, che spesso li trova impreparati, genera in loro emozioni contrastanti che ancora non riescono a definire.

Le principali problematiche adolescenziali.

Ci sarebbero svariati esempi da prendere in considerazione… Potremmo iniziare dalle sostanze stupefacenti, legali o illegali, molti giovani passano le giornate al bar tra alcolici e superalcolici, oppure fumando nei parchi in compagnia o a casa in solitudine, per non parlare dell’uso di altre sostanze sempre tra locali e feste.

Ma quello che importa a noi è capire cosa porta a far uso di determinate sostanze, a questi ragazzi. Forse il bisogno di sentirsi più grandi, più forti… Il bisogno di nascondere delle ansie prodotte dalle svariate situazioni che può vivere un adolescente, portate dietro dalla scuola, dalla famiglia e da tutto quello che li circonda.

Altra importante problematica sono i disturbi del comportamento alimentare (DCA), più frequenti nel sesso femminile.

Un’altra problematica che può comparire nel primo periodo delle superiori, in cui avvengono i primi “amori”, la costante competizione con lo “specchio”, i problemi di comunicazione in famiglia o a scuola, sono tutte “piccole” cose che possono portare a sviluppare disturbi del comportamento alimentare.

Le due manifestazioni più eclatanti sono l’anoressia e la bulimia, disturbi che colpisco in prevalenza le ragazze. Nell’ anoressia il sintomo fondamentale è il rifiuto del cibo, nel secondo caso il sintomo prevalente è caratterizzato da grandi abbuffate con la successiva messa in atto di strategie compensatorie per prevenire il conseguente aumento di peso. Le crisi si presentano di solito all’insorgere di difficoltà psicologiche, quali problemi scolastici, delusioni amorose, separazioni, lutti, sconfitte emotive.

Tra le nuove dipendenze, e’ interessante segnalare la dipendenza dalla Rete, essere sempre connessi a Internet o in contatto tramite social.

La problematica senz’altro più attuale è quella legata alla rete, all’uso dei telefoni, computer e tutto quello che ci gira attorno… Il fatto che siamo tutti perennemente connessi è ormai appurato, ma lo è altrettanto anche per i giovani che a loro volta, fanno molta più fatica di noi a rinunciarci…

Questo porta ad estraniarsi, ad avere problemi nelle interazioni sociali, non rendendosi conto che si mostra una persona diversa da quella mostrata in rete…

Nessuna demonizzazione, nessun maleficio dai prodotti tecnologici: il loro utilizzo deve essere pari a qualsiasi altre attività interattiva e ludica, altrimenti si rischia di avviare nei figli processi di passivizzazione e di estraneazione dalla realtà.

Un altro tipo di dipendenza da non sottovalutare è il “gambling” …cioè la dipendenza dal gioco.

Questa dipendenza si collega facilmente agli alcolici, con l’arrivo delle slot-machine nei bar.

Ormai non le troviamo solo nei bar, ma bensì ad ogni angolo della strada, sul computer o sul telefono. Si può giocare d’azzardo quando e dove si vuole, con giochi molto semplici e ripetitivi che però, portano a serie problematiche se utilizzati nel modo sbagliato.

L’avvento del gioco d’azzardo online è stato preso d’assalto dagli “Streamers” e “YouTubers”, con a loro seguito migliaia di fan che variano dai 12 ai 25 anni, replicanti di tutto quel che fanno i loro idoli… Quindi anche per un adolescente oggi è molto semplice conoscere il mondo del gioco d’azzardo anche dal divano di casa, problematica non da sottovalutare per la crescita di un adolescente.

 L’azzardo patologico nel gioco non è tuttavia l’unica forma di dipendenza caratterizzata dal rischio: azzardare, infrangere il limite, rischiare oltre ogni possibilità, possono rappresentare espedienti forzati per ottenere una sorta di ottundimento al fine di sopportare ansie e angosce non altrimenti gestibili.

Tutte queste lotte interne, consapevoli e non, portano gli adolescenti ad avere bisogni che sentono di dover soddisfare velocemente.

Di cosa ha bisogno l’adolescente?

Di avere fondamenta sicure sulle quali “costruirsi”.
Ecco perché i genitori devono essere una BASE SICURA da cui partire ma anche un PORTO SICURO a cui loro possano scegliere di affidarsi nei loro momenti di difficoltà.

Ha bisogno di apprezzamenti e conferme, affinchè possa pian piano costruire una sua chiara autostima. E’ vero, l’adolescente ha bisogno di sperimentare e sperimentarsi ma nello stesso tempo ha bisogno di conoscere i limiti e le conseguenze delle sue azioni. E’ importante dunque che i genitori diano loro poche regole ma chiare, e che parlino loro delle conseguenze che certe azioni hanno su di noi e sugli altri.

Inoltre i giovani hanno bisogno di farsi affascinare da modelli positivi e propositivi, per iniziare a far proprie sicurezza ed autonomia, regole e autostima, desideri e intraprendenza.

Gli adulti, per contro, hanno il dovere di offrir loro tutte queste opportunità, diffondendo come un contagio entusiasmo e coraggio. Devono alimentare prospettive, attraverso un’educazione che li faccia sentir partecipi alla loro crescita.

Solamente così i ragazzi saranno in grado di misurarsi con il mondo, senza aver paura di perdersi.

Anna Rossoni

Dott.ssa Anna Rossoni laureata in Psicologia presso Università di Padova, specializzata in medicina Psicosomatica presso Università di Padova.

Iscritta all’albo degli Psicologi del Veneto n.3953 sezione A.

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