Senso di colpa: cos’è e come liberarsene quando è troppo

Anna Rossoni

senso di colpa, cos'è e come liberarsene

Categoria:

Corsi team building team working self building

Passiamo del tempo insieme?

Ho organizzato degli eventi per poter trascorrere del tempo insieme ed approfondire alcuni argomenti che potrebbero interessarti.

Indice

A proposito del senso di colpa: se ti capita di sentirti in colpa anche quando non hai fatto nulla di male, se hai la sensazione di dover sempre chiedere scusa o di non essere mai abbastanza, sono sicura che sai quanto possa essere pesante tutto ciò.

Il senso di colpa è un’emozione che nasce per proteggerci e regolare le nostre relazioni, ma quando diventa costante o eccessivo può trasformarsi in una catena che limita la libertà, la serenità e anche l’autostima.

In questo articolo parleremo proprio di questo: scopriremo insieme cos’è il senso di colpa, quando diventa tossico per noi e quali sono le conseguenze se non viene affrontato. Ti guiderò a riconoscere le forme più comuni di colpa, a capire i meccanismi psicologici che la alimentano e soprattutto ti darò strumenti concreti per iniziare a liberarti da questo peso.

ragazza con senso di colpa

Cos’è il senso di colpa

Se dovessimo rappresentarlo, il senso di colpa è una voce interiore che giudica, che richiama all’ordine, e che spesso si accompagna a emozioni dolorose come tristezza, rimorso, vergogna o ansia.

Il senso di colpa nasce per 3 ragioni:

  • la percezione di un danno
  • la responsabilità personale
  • il tradimento di una promessa morale

Ma non tutti i sensi di colpa sono uguali. Alcuni ci aiutano a crescere, a fare meglio, a prenderci cura delle persone intorno a noi. Altri, invece, si trasformano in un peso che logora dentro, che frena le nostre scelte e mina la fiducia in noi stessi. Le conseguenze possono toccare tanti aspetti della vita: dall’autostima alle relazioni, fino alla capacità di sentirti libero di scegliere senza paura.

Nel prossimo capitolo impareremo a distinguere tutti i tipi di colpe, per liberarci da quelle che ci fanno male.

Diamo una definizione di colpa

Quando si ha a che fare con il senso di colpa, è utile distinguere la colpa dal senso di colpa.

senso di colpa come liberarsene

La colpa, quindi, nella sua origine etimologica, indica un errore reale, concreto, che ha portato a violare un codice condiviso, un principio, un dovere. 

Il senso di colpa non è esattamente la stessa cosa. Non sempre nasce da un atto commesso: spesso il senso di colpa prende forma in modo più sottile, immaginario. 

Ecco perché il senso di colpa è tanto insidioso. Non si limita a segnalarci una responsabilità oggettiva, ma ci accompagna anche quando siamo convinti di non essere all’altezza, quando pensiamo di dover fare di più, dare di più, essere di più. È un’emozione che può diventare sproporzionata e ci spinge a chiedere scusa continuamente, a sentirci responsabili di tutto, a vivere con un peso che non appartiene soltanto al presente, ma che porta con sé tracce di educazione, cultura, morale, aspettative sociali e familiari.

Se la colpa è una bussola interiore che regola i nostri comportamenti e ci aiuta a mantenere le relazioni, il senso di colpa, se non gestito, può farci sentire costantemente in difetto, insoddisfatti, immeritevoli, anche senza ragione.

C’è colpa e colpa: colpa reale vs colpa percepita

Quando parliamo di colpa nel suo senso più autentico, tutti pensiamo a un gesto o una parola che hanno causato un danno, intenzionale o meno. In realtà la Psicologia distingue due diversi tipi di sensi di colpa:

  • la colpa reale
  • la colpa percepita
affrontare e superare il senso di colpa

È qui che voglio accompagnarti adesso: nelle prossime righe ti parlerò della colpa reale, che nasce da un errore concreto e può trasformarsi in occasione di riparazione e cambiamento, e della colpa percepita, che invece vive soprattutto nella mente e nel cuore, e spesso non ha nulla a che fare con ciò che è realmente accaduto.

Sapere riconoscere la differenza tra queste due forme può significare molto: come imparare a non caricarti di responsabilità che non ti appartengono e a dare al senso di colpa il posto giusto.

La colpa è reale quando:

  • è legata a un’azione o un’omissione concreta, che ha ferito qualcuno o ha tradito i propri valori.
  • ci avvisa che qualcosa è andato storto, ma può aprire la strada a un atto riparativo, una scusa, un cambiamento reale.
  • è proporzionata, ha una funzione sana: ci aiuta a rimetterci in equilibrio con gli altri e con noi stessi.

La colpa è percepita quando:

  • è l’eco di un giudizio interiore che ci fa sentire responsabili, anche quando non lo siamo.
  • spesso nasce da messaggi educativi, culturali o da leggi morali introiettate: è la voce delle aspettative che portiamo dentro, non i fatti.
  • può diventare un fardello invisibile, che ci fa credere di non essere mai abbastanza, di dover sempre giustificarci o riparare qualcosa di indefinito.
senso di colpa

Come funziona il senso di colpa

Il dilemma del binario

Per spiegare come funziona il senso di colpa, voglio partire da un famoso esperimento di filosofia morale: il cosiddetto dilemma del trolley (Foot, 1967). Immagina un carrello ferroviario che corre senza controllo lungo un binario. Se non fai nulla, investirà cinque persone. Se azioni una leva, il carrello cambierà direzione e colpirà una sola persona.

La domanda che si pone a chi affronta questo esperimento è semplice solo in apparenza: tireresti la leva?

Qui si apre il vero cuore del dilemma: da una parte c’è l’opzione “altruistica”, che sacrifica una vita per salvarne cinque; dall’altra c’è il peso morale del gesto, quel senso di colpa “deontologico” che ti trattiene dal diventare la causa diretta della morte di una persona. In casi come questo, il senso di colpa rende insolubile il conflitto: qualunque cosa tu faccia (o non faccia), senti che stai sbagliando.

Non sorprende che molti studi sperimentali abbiano mostrato come la tendenza a non agire in questi dilemmi morali sia più forte nelle persone che hanno punteggi elevati di ossessività. In loro, il senso di colpa diventa un meccanismo rigido, un freno interiore che paralizza l’azione, più che un’emozione che guida a una scelta consapevole.

  • Il senso di colpa altruistico nasce dall’idea di proteggere l’altro, anche a costo del proprio dolore. È quello che ci spinge a sacrificare un nostro desiderio per non deludere chi amiamo, o a mettere in secondo piano i nostri bisogni pur di non far soffrire qualcun altro.
  • Il senso di colpa deontologico, invece, riguarda il rispetto delle regole morali, delle leggi interiori e dei valori che abbiamo assorbito. È il senso di colpa che si attiva anche quando non c’è un danno reale per nessuno, ma dentro di noi sentiamo di aver violato una norma.
sentirsi in colpa per aver fatto qualcosa

Come appare il senso di colpa

Come accorgersi che quello che stiamo provando è il senso di colpa per qualcosa che abbiamo (o non abbiamo) commesso? Solitamente si manifesta il senso di colpa?

Non esiste una regola: il senso di colpa a volte si manifesta in modo quasi impercettibile, altre volte insiste con forza, diventando una presenza costante. In tutti questi casi, la cosa importante è imparare a riconoscerlo per capire da subito con chi stai parlando.

Quelli che seguono sono i segnali che con maggior frequenza si manifestano quando ci sentiamo in colpa per qualcosa. E sono:

  • Rimuginio

Giri e rigiri gli eventi passati nella testa: “Avrei dovuto dire…”, “E se…?”, come se la mente cercasse di correggere qualcosa che ormai è già successo.

  • Eccessiva autocritica

L’autocritica che punge, che ti fa dubitare del tuo valore, che ti mina dall’interno senza lasciare spazio alla gentilezza verso te stesso.

  • Ansia e tensione costante

Una sensazione di allarme difficile da spiegare, che ti mette sul chi va là anche quando non ce n’è bisogno.

senso di colpa psicologia
cos'è il senso di colpa illustrazione
  • Senso di inadeguatezza o di “non all’altezza”

Eviti contatti, conversazioni importanti, perché pensi che potresti deludere, ferire o non essere capace di reggere il confronto.

  • Sentirsi “sbagliati”

Non solo per le azioni, ma per le intenzioni e i pensieri: ti senti colpevole perché, dentro di te, emerge qualcosa che non ti piace.

Insieme a questi, a volte potrebbero manifestarsi alcuni sintomi fisici che sono:

  • Mal di testa
  • Mal di stomaco
  • Insonnia
  • Pesantezza
  • Stanchezza
  • Inappetenza o fame

Se ti ritrovi in uno di questi segnali non considerarli un difetto, ma un’opportunità. Ora che li hai riconosciuti, nel capitolo successivo hai l’occasione di gestirli con alcune piccole strategie che ti consiglierò.

Alcuni sensi di colpa molto frequenti

Ora che hai imparato a riconoscere il senso di colpa in generale, immergiamoci in alcune delle sue forme più comuni. Questi sono momenti quotidiani in cui la colpa si presenta con volti precisi, spesso dolorosi proprio per come si intrecciano alle relazioni e alla tua identità.

Senso di colpa legato al tradimento

Il tradimento risveglia uno dei sensi di colpa più intensi. Che tu sia chi ha tradito o chi ha scoperto il tradimento, il dolore non risparmia nessuno. Se sei stato tu a tradire, il pentimento, la vergogna e la consapevolezza del dolore che hai causato alla persona che ami possono durare anche molto tempo dopo l’evento. 

senso di colpa tradimento in amore

Se invece sei stato/a tradito/a, potresti sentirti colpevole perché non essertene accorto/a, o perché, in qualche modo, ti senti responsabile della debolezza dell’altra persona.

Come superare il senso di colpa per aver tradito? Ecco due consigli.

  • Ricorda che la colpa reale, se riconosciuta, apre sempre la possibilità di una riparazione. Chiedere scusa in modo autentico, assumersi la responsabilità e cercare di ricostruire, se l’altro lo desidera, è un passo fondamentale.
  • Non confondere la colpa con l’identità: hai commesso un errore, ma non sei “l’errore”. Restare imprigionato nella colpa impedisce sia a te che all’altro di trasformare l’esperienza in qualcosa che insegna.

Se sei tu ad aver subito un tradimento e ti senti comunque in colpa (“non me ne sono accorto”, “forse è colpa mia”), prova a fermarti: quel pensiero appartiene al territorio della colpa percepita. Non sei tu il responsabile delle scelte dell’altro.

Senso di colpa verso i figli

Essere genitore è un mestiere senza manuale, e il senso di colpa verso i figli può nascere da mille situazioni: sentirsi inadeguati perché si lavora troppo, pensare di non essere abbastanza presenti, non rispondere alle aspettative proprie o altrui o anche temere di sgridarli troppo o non essere un bravo genitore.

A volte basta una giornata particolarmente frenetica per convincersi che si è trascurato il ruolo più importante, e il giudizio interno diventa più pesante del giudizio esterno. Non è raro sentire il bisogno di essere “perfetti”, e questa pressione autoimposta crea una colpa che non riguarda veri fallimenti, ma solo la sensazione di non aver raggiunto uno standard impossibile.

Eppure ci sono alcuni aspetti importanti da ricordare:

  • Non esiste il genitore perfetto. I figli non hanno bisogno di un genitore infallibile, ma di un adulto vero e che gli voglia bene.
  • Il senso di colpa, se ascoltato in modo equilibrato, può diventare un segnale prezioso: ci mostra ciò che conta davvero per noi e ci spinge a migliorare, ma senza bisogno di annullarci. Impara a distinguere tra ciò che puoi davvero cambiare e ciò che appartiene alla vita, con i suoi inevitabili imprevisti.
  • Se hai la sensazione di aver ferito tuo figlio, il passo più importante è parlarne: chiedere scusa non ti rende debole, ti rende umano e offre a tuo figlio un modello di sincerità e riparazione.
  • Non trasformare ogni piccola imperfezione in una colpa: allenati a guardare il quadro più ampio. Crescere un figlio è un percorso, non la somma di singoli istanti. E soprattutto…genitori si diventa!

Senso di colpa per aver detto “no”

Uno dei sensi di colpa più diffusi, ma anche più silenziosi, è quello che nasce quando impariamo a dire “no”. Succede nelle relazioni con gli amici, con i parenti, con il partner o persino con colleghi e conoscenti. Quel piccolo monosillabo che dovrebbe proteggerci e definire i nostri confini, spesso lascia dietro di sé un’eco pesante: “Forse sono stato egoista… forse non sono abbastanza disponibile… forse ho deluso qualcuno.”

Il senso di colpa legato al dire “no” affonda le radici nell’idea che il nostro valore dipenda dall’essere sempre presenti, sempre accoglienti, sempre pronti a dare. Così, quando ci concediamo il diritto di mettere un limite, ci sembra quasi di compiere un tradimento verso l’altro. Eppure, imparare a dire “no” non è un gesto di egoismo, ma un atto di rispetto, per noi stessi e per la relazione.

Come superare il senso di colpa del dire no? Ecco due prospettive da ricordare:

  • Dire “no” significa dire “sì” a te stesso. Ogni volta che accetti qualcosa che non vuoi davvero, stai rinunciando a un pezzo della tua energia, del tuo tempo, della tua autenticità. Imparare a dire “no” non significa rifiutare l’altro, ma scegliere di onorare anche i tuoi bisogni.
  • Chi ti vuole bene davvero sa accettare i tuoi confini. Un legame sano non si basa sulla disponibilità illimitata, ma sul rispetto reciproco. Se una persona si allontana perché hai messo un limite, probabilmente non era un rapporto equilibrato.

Nel capitolo successivo esploreremo insieme da dove nasce il senso di colpa, cosa può averlo causato, per cominciare a liberarci di quel peso che ci accompagna senza il nostro permesso.

Cosa causa il senso di colpa

Il senso di colpa nasce dal confronto con ciò che riteniamo giusto o sbagliato, secondo le regole interiorizzate nel nostro contesto sociale. Ha una funzione utile quando ci aiuta a riflettere, riparare e crescere, ma può diventare dannoso quando diventa troppo e fuori controllo. 

La domanda che spesso mi pongono i pazienti è: “Perché mi sento sempre in colpa, anche quando non ho fatto nulla di male?” Per comprendere davvero questa emozione, dobbiamo guardare alle sue radici. Tra le più comuni troviamo la mancanza di autostima, il perfezionismo e l’educazione ricevuta in famiglia.

  • Educazione familiare

Le origini del senso di colpa spesso si trovano nei messaggi ricevuti durante l’infanzia. Frasi troppo dure o aspettative troppo rigide diventano regole interiori che continuano ad agire anche da adulti.

Molti crescono con l’idea che il loro valore dipenda dal soddisfare le aspettative degli altri. Così, dire “no”, esprimere un bisogno personale o semplicemente fallire in qualcosa fa nascere subito la colpa, come se si stesse tradendo chi ci ha cresciuti.

Chi ha una fragile fiducia in sé tende a percepirsi come “sempre in difetto”. Ogni errore, anche piccolo, diventa la conferma di non essere abbastanza. In questi casi il senso di colpa non è tanto una bussola morale, quanto una voce che continua a ripetere: “Non vali, non sei all’altezza, non hai fatto abbastanza.”

La bassa autostima porta a interiorizzare qualsiasi critica e a trasformarla in una condanna personale. È come vivere sotto un tribunale interiore che non assolve mai.

  • Perfezionismo

Il perfezionista si pone standard così elevati che nessuno può raggiungerli. Quando inevitabilmente non riesce a rispettarli, subentra il senso di colpa: “Dovevo fare di più, potevo fare meglio, non è abbastanza.”

Il perfezionismo alimenta una trappola: più cerchi di essere impeccabile, più ti senti colpevole per ogni minima imperfezione. In questo modo il senso di colpa diventa cronico, una pressione costante che non lascia spazio alla leggerezza e alla spontaneità.

senso di colpa patologico

Ma quindi esiste un senso di colpa sano e un senso di colpa patologico?

Sì, e distinguerli è fondamentale per non restare intrappolati in un’emozione che, se dosata, è persino preziosa.

Il senso di colpa sano è quello che ci guida a rispettare gli altri, a prenderci cura delle relazioni, a non ripetere errori che hanno ferito chi amiamo. È un segnale regolatore, una bussola interiore che ci ricorda che non siamo soli al mondo e che le nostre azioni hanno conseguenze. È grazie a questo tipo di colpa che impariamo a chiedere scusa, a riparare, a crescere come persone e come comunità.

Il senso di colpa patologico, invece, è un giudice severo che non ci lascia mai tregua. Non si limita a richiamarci quando sbagliamo davvero, ma diventa costante, pervasivo, ossessivo. Ci fa sentire in difetto anche quando non abbiamo fatto nulla.

Il senso di colpa patologico

Quando si parla di senso di colpa patologico?

Il senso di colpa assume forme patologiche quando non serve più al nostro benessere, ma lo ostacola e lo indebolisce.

La sua caratteristica principale è la pervasività: non riguarda più una situazione specifica, ma si allarga a ogni aspetto della vita. Ci si sente colpevoli “di tutto”, anche quando non esiste alcun reale motivo. Il senso di colpa può essere patologico quando ha intensità sproporzionata. La persona si giudica con durezza estrema, come se ogni minima mancanza fosse una colpa gravissima e irreparabile. Questo porta spesso a un blocco emotivo, che a volte confluisce in dinamiche di evitamento. 

Infine, un ultimo segnale importante è la difficoltà a perdonarsi. Anche quando l’errore è stato riconosciuto e magari riparato, la persona continua a rimuginare. Questo dialogo interiore blocca il processo naturale di guarigione emotiva e lascia la persona intrappolata nel passato.

Il legame con altri disturbi psicologici

Non è raro che il senso di colpa, quando diventa più forte e persistente, si intrecci con altre fragilità psicologiche. Può accadere, ad esempio, che nelle persone con un alto livello di ansia la paura di sbagliare e il bisogno di avere tutto sotto controllo alimentino pensieri o comportamenti ossessivo-compulsivi

In altri casi, il senso di colpa può manifestarsi insieme a stati depressivi. Qui tende a intrecciarsi con la ruminazione: un pensiero che ritorna sempre sul passato, sulle proprie presunte mancanze, su ciò che si sarebbe potuto fare diversamente. Questo rimuginio può abbassare l’umore e far crescere l’autocritica, fino a far sentire la persona intrappolata in un dialogo interiore che ripete sempre la stessa accusa.

Anche nei disturbi alimentari, talvolta, il senso di colpa può avere un ruolo. C’è chi, dopo un pasto o dopo aver ceduto a un momento di fame incontrollata, sperimenta la sensazione di aver “sbagliato” o di non essere stato abbastanza forte. Così, un bisogno primario e naturale come il nutrirsi rischia di trasformarsi in un terreno di conflitto interiore.

Le conseguenze del senso di colpa quando diventa patologico

Il senso di colpa non gestito non resta fermo: si espande, invade altri territori della vita e può diventare una zavorra che ti impedisce di vivere con libertà. Le sue conseguenze si riflettono su tre livelli: emotivo, relazionale e pratico.

  • Conseguenze emotive

Un senso di colpa eccessivo apre la strada ad ansia, tristezza, vergogna e bassa autostima.

Ogni scelta diventa fonte di rimuginio, ogni errore una sentenza definitiva sul proprio valore. Si vive in una tensione costante, come se ci fosse sempre un tribunale interiore pronto a giudicare. Questa pressione mina l’equilibrio emotivo e ci priva della serenità quotidiana.

  • Conseguenze relazionali

La colpa eccessiva rende difficile mantenere rapporti equilibrati. Nasce così il bisogno di compiacere, di essere sempre disponibili, di non deludere mai. Dire “no” diventa impossibile, e ci si ritrova intrappolati in relazioni sbilanciate, dove i propri bisogni vengono sistematicamente messi da parte. Alla lunga, questo porta frustrazione, risentimento e un senso di svuotamento interiore.

  • Conseguenze pratiche

La vita quotidiana può diventare un campo minato. La paura di sbagliare porta a blocchi decisionali e procrastinazione: meglio non scegliere, che scegliere e rischiare di pentirsi. Questo immobilismo logora e riduce la fiducia nelle proprie capacità, creando un circolo vizioso in cui il senso di colpa cresce invece di diminuire.

liberarsi del peso del senso di colpa

Come liberarsi del senso di colpa

Liberarsi del senso di colpa non significa smettere di provarlo, ma imparare a metterlo al suo posto. È un’emozione che non va cancellata, ma ascoltata, compresa e ridimensionata. Ecco alcune strade efficaci:

  1. Impara a lasciar andare

Impara a distinguere ciò che puoi davvero riparare da ciò che ormai appartiene al passato. Rimuginare non cambia gli eventi: è il modo in cui scegli di andare avanti che fa la differenza.

Potresti leggere anche: “Come imparare a lasciar andare”

  1. Prendi le tue responsabilità

La parola “responsabilità” deriva da respondere, cioè “dare una risposta”. Non significa caricarsi di colpe, ma scegliere come rispondere a ciò che accade. Ogni volta che agisci, invece di autoaccusarti, chiediti: “Qual è la risposta migliore che posso dare a questa situazione?”.

  1. Impara a chiedere scusa

Una scusa sincera ha un potere trasformativo: non solo lenisce il dolore dell’altro, ma alleggerisce il peso che porti dentro. Chiedere scusa non è segno di debolezza, ma di forza e maturità.

Potresti leggere: “Come imparare a chiedere scusa”

  1. Ricorda che solo chi ci prova sbaglia 

Chi vive, chi osa, chi si mette in gioco, inevitabilmente sbaglia. L’errore non è un marchio di colpa, ma la prova che stai imparando e crescendo.

  1. Accetta le tue imperfezioni

Non sei chiamato a essere perfetto, ma autentico. Sono proprio le imperfezioni a renderti umano, unico e vero. Imparare a guardarle con compassione ti libera dalla prigione della colpa e ti restituisce leggerezza.

Bibliografia

Foot, P. (1967). The Problem of Abortion and the Doctrine of the Double Effect. Oxford Review.

Baumeister, R. F., Stillwell, A. M., & Heatherton, T. F. (1994). Guilt: An interpersonal approach. Psychological Bulletin, 115(2), 243–267.

Tangney, J. P., & Dearing, R. L. (2002). Shame and Guilt. Guilford Press.

Gilbert, P. (2010). Compassion Focused Therapy. Routledge.

Articoli correlati al senso di colpa che potrebbero interessarti

Anna Rossoni

Dott.ssa Anna Rossoni laureata in Psicologia presso Università di Padova, specializzata in medicina Psicosomatica presso Università di Padova.

Iscritta all’albo degli Psicologi del Veneto n.3953 sezione A.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

dal blog

Ultimi articoli

Compila il form sotto